Rinforzo di 130 Forestali al centro sud. Ne ha disposto l’invio immediato l’Ispettorato Generale del Corpo forestale dello Stato per assicurare un copertura maggiore nelle regioni più colpite dall’emergenza incendi. Il contingente, proveniente dal Nord Italia - area meno devastata dal dilagare dei roghi - verrà inviato nelle zone del Meridione dove si sono sviluppati gli incendi più estesi e disastrosi, come il Parco nazionale del Pollino. Un aiuto concreto per i reparti del Corpo Forestale già impegnati nelle operazioni di spegnimento delle fiamme e nelle indagini per individuare i piromani.
“Inviare uomini al Sud è uno sforzo importante per il Corpo forestale dello Stato che può contare su non più di 8 mila agenti all’opera sull’intero territorio nazionale per combattere l’emergenza incendi”, commenta il ,inistro per le Politiche agricole alimentari e forestali Paolo De Castro. “Dedizione e infaticabile professionalità: a questi uomini e donne va tutto il mio apprezzamento. Vogliamo – dice De Castro – coadiuvare la loro opera assicurando al Corpo maggiori stanziamenti dopo i tagli avvenuti nel passato: già nella Finanziaria 2007 sono state previste risorse per 10 milioni di euro costanti nel tempo destinati alle spese di funzionamento del Corpo e l’assunzione di 166 nuovi forestali da immettere in organico”. Attualmente questi 166 agenti stanno terminando il corso di formazione presso la Direzione Scuola di Città Ducale e saranno operativi dal marzo prossimo presso i Cta (Coordinamenti territoriali per l’ambiente), le strutture della Forestale preposte alla sorveglianza dei parchi nazionali.
Per segnalazioni, è stato attivato un nuovo numero di emergenza del Corpo forestale dello Stato: 06 4741360.

I dati del Corpo forestale dello Stato
Dal 1° gennaio al 24 giugno 2007 si sono verificati 1.222 incendi boschivi che hanno percorso 6.375 ettari, di cui 4.287 boscati e 2.088 non boscati. Rispetto allo stesso periodo del 2006 (quando i roghi erano stati 1.506) si assiste a un calo del 20% del numero degli incendi. In vistosa riduzione (-40%) anche la superficie totale percorsa dalle fiamme che passa da 11.350 ettari del 2006, agli attuali 6.375. Diminuiscono del 10% le superfici boscate andate in fumo (4.791 ettari nel 2006 contro i 4.287 del 2007) e del 70% quelle non boscate (6.559 ettari nel 2006 contro i 2.088 del 2007). Marzo è stato il mese più colpito dagli incendi con 388 roghi in tutt'Italia, ma è a gennaio che si riscontra il maggior numero di superficie boscata andata in fumo (1.229 ettari).

Coldiretti, gli agricoltori pronti ad adottare il bosco
“Le imprese agricole sono pronte ad ‘adottare’ il bosco per assicurare l’opera di prevenzione e ridurre gli incendi e per questo ora occorre investirle di un ruolo che crei opportunità di impresa nell’attività di presidio del territorio e dell’ambiente, specialmente nelle aree a rischio per incendi, frane ed alluvioni”. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini all’Assemblea nazionale nell’annunciare che “abbiamo deliberato la nascita della Fondazione Campagna Amica per la qualità dei territori, dei cibi e dei saperi italiani”. Negli ultimi 20 anni è aumentata del 20% la superficie forestale e oggi più di un terzo della Penisola è ricoperta di verde, per un totale di 10,47 milioni ettari, pari al 34,7% della superficie nazionale, ma la crescita è però accompagnata da preoccupanti fenomeni di abbandono e oggi una superficie forestale di circa 1,5 milioni ettari si trova senza la presenza di un imprenditore agricolo che possa svolgere attività di custodia.
Complessivamente infatti - precisa la Coldiretti - il 63,5% della superficie è di proprietà privata, il 32,4% è pubblica, mentre quasi il 4% non è stata classificata. Per  difendere il patrimonio forestale, Coldiretti ha messo a punto un vademecum salva boschi. L’obiettivo è divulgare tra imprese agricole e cittadini semplici consigli per prevenire gli incendi e contribuire alla difesa del patrimonio forestale nazionale.

Cia: danni all’agricoltura per un miliardo di euro
Ammontano ad un miliardo di euro i danni causati dagli incendi di questi giorni all’agricoltura italiana. Secondo la  Cia - Confederazione italiana agricoltori, la stima è per difetto e nelle prossime ore potrebbe crescere ulteriormente. Le fiamme, finora, hanno distrutto più di 5 mila ettari tra coltivazioni e pascoli. Rischiano di scomparire produzioni antiche e di pregio come il “Femminello del Gargano”. Gravi le conseguenze per alcuni vigneti e vini Doc. Il fuoco ha distrutto anche uliveti secolari, che sono un vero fiore all’occhiello per l’agricoltura pugliese.
Fruttetile fiamme hanno distrutto coltivazioni di pesche, albicocche, mele pere e soprattutto agrumi. Gravissime le conseguenze per una coltura di pregio come il “Femminello del Gargano”, un’antica specie di limone, protetta dall’Ue con l’Igp (Indicazione geografica protetta), che rischia di scomparire. Stesso discorso per le arance garganiche, visto che molti alberi sono stati arsi dalle fiamme. I danni maggiori in Puglia, Calabria, Abruzzo, Sicilia, Sardegna, Lazio, Marche. Per il reimpianto dei frutteti e per la loro crescita a livello produttivo ci vorranno alcuni anni.
Vigneti: Alla vigilia della vendemmia, sono molti i vigneti devastati dal fuoco. Pesanti le conseguenze per alcuni vitigni di pregio, soprattutto in Abruzzo. E’ il caso del Montepulciano e del Trebbiano. I danni maggiori si hanno per l’uva da tavola, sia rossa che bianca.
Uliveti: I danni più gravi in Calabria e in Puglia, dove le fiamme hanno distrutto uliveti secolari. Si temono conseguenze per la raccolta delle olive e per la produzione oleicola, di gran lunga inferiore a quella dello scorso anno. In Calabria hanno subito danni alcune importanti varietà di olive come la “Carolea” e la “Sinopolese”.

Confagricoltura, la mappa dei danni
Boschi e pascoli distrutti, ma anche coltivazioni e allevamenti gravemente danneggiati. Gli incendi degli ultimi giorni hanno avuto conseguenze pesanti per l’agricoltura, a causa della siccità degli ultimi mesi, che ha reso facile il propagarsi delle fiamme.
Confagricoltura ricorda che la maggioranza dei boschi italiani appartiene a privati (il 65%), in controtendenza di quanto avviene a livello mondiale, dove l’84% del bosco è pubblico. E in Italia la superficie boschiva aumenta (100 mila ettari l’anno secondo le stime delle Fao), soprattutto tramite la riconversione naturale e i programmi di imboschimento. Sono anche aziende agroforestali, con zone di macchia e pascoli vicine ai boschi, a pagare i danni degli incendi. Ma in molte aree della penisola sono stati raggiunti dalle fiamme anche terreni agricoli. Colpiti soprattutto coltivazioni arboree, oliveti, noccioleti, agrumeti, vigneti; ma anche pascoli e allevamenti. Confagricoltura, in raccordo con la propria struttura territoriale, sta monitorando le zone colpite e traccia una prima mappa delle conseguenze sul settore agricolo.
Abruzzo: nella provincia de L’Aquila molti boschi dei parchi naturali stanno bruciando e ci sono episodi sparsi di fienili in fiamme.
Calabria: a Cosenza brucia la Sila, con gravi danni che riguardano le aree boscate. A Reggio Calabria danni agli oliveti della Piana di Gioia Tauro e nella zona Jonica della provincia (Locri, Gerace), danni ad agrumeti e vigneti.
Campania: emergenza nelle province di Napoli, Caserta e Benevento. Preoccupano gli incendi nella piana di Sorrento che mettono a rischio strutture agricole, turistiche e aree arborate (aranceti, limoneti ed oliveti). Il fuoco ha devastato i boschi di Piedimonte Matese (Terra di Lavoro) e del Monte Tiburno (Sannio).
Puglia: in Gargano focolai da Vieste-Peschici fino a Mattinata. A ridosso dei boschi incendiati oliveti e agrumeti tipici tragicamente coinvolti. Devastati i limoneti dove si produce il tipico “Femminello del Gargano”.
Sicilia: nel circondario di Messina è tutto bruciato, i maggiori danni nella zona dei Nebrodi: vaste aree agricole a noccioleti e oliveti bruciati.
Sardegna: in provincia di Nuoro in 2 giorni 30 mila ettari devastati dalle fiamme. Gli incendi hanno investito vigneti, piante da frutto. Sono morti animali allevati.