Nuova spinta per l’ortofrutta italiana verso la Cina. Si aprono prospettive per kiwi, mele, pere, uve da tavola e agrumi. Nell’ambito dell’applicazione del Mou (Memorandum of Understanding), firmato dal presidente del consiglio Romano Prodi a settembre dello scorso anno e della visita in Cina del ministro delle Politiche agricole De Castro a novembre, proseguono gli incontri di cooperazione agroalimentare tra Italia e Cina. Si è tenuta ieri al Mipaaf una riunione tecnica tra i rappresentanti del ministero, i referenti cinesi e i rappresentanti di Aneioa (Associazione nazionale esportatori importatori ortofrutticoli e agrumari). L’obiettivo è di stabilire un calendario di adempimenti per agevolare l’accesso sui mercati cinesi di prodotti ortofrutticoli italiani. La riunione fa seguito all’incontro della Commissione mista tra Italia e Cina che si è tenuta a Roma venerdì scorso e che pone la cooperazione agroalimentare come uno dei punti qualificanti degli scambi internazionali. In questo contesto è stato definito un calendario di lavoro per lo scambio di documentazione tecnica finalizzata alla definizione di protocolli per ogni prodotto per agevolare i flussi di esportazione dei prodotti ortofrutticoli italiani. E’ stato concordato un seminario tecnico che si terrà in Italia nel prossimo autunno, durante il quale gli esperti cinesi potranno verificare l’applicazione dei protocolli da parte delle aziende italiane.“Prosegue la nostra missione per trovare affermazioni del nostro agroalimentare su mercati – sottolinea De Castro -. Dopo la felice esperienza di accordi che hanno permesso ai prosciutti italiani di arrivare sugli scaffali cinesi vogliamo andare avanti puntando sull’ortofrutta, un mercato che ha grandi potenzialità”. Tra i prodotti che puntano ad arrivare al più presto nel paese della grande muraglia i kiwi: oggi l’Italia ne produce 5 milioni di quintali all’anno di cui il 75% è destinato all’esportazione. Le potenzialità italiane verso il mercato Cinese si aggirano intorno alle 80 mila tonnellate all’anno e i produttori prevedono le stesse quantità anche per le mele.