Si è aperta ieri a Bologna, nell’aula magna della Facoltà di Agraria, la prima delle tre “Giornate dei cereali” organizzate da Unione seminativi, Assincer - Associazione intersettoriale cereali e altri seminativi e Antim - Associazione nazionale tecnici dell’industria molitoria, con il patrocinio della Regione Emilia Romagna e della Facoltà di Agraria.
Nella prima giornata - dedicata al “Forum Cereali” - si è parlato di produzione dei cereali per la campagna 2006 in Italia e all’estero: dalla qualità dei nuovi raccolti, ai mercati mondiali, alla valorizzazione del prodotto e alle strategie di sviluppo della filiera.
Ha coordinato i lavori Valerio Marchioni, amministratore delegato di Unione seminativi.
Numerosi gli interventi di esperti e addetti ai lavori che hanno fornito numeri e previsioni utili per tracciare un quadro chiaro e completo del settore.

Arturo Temerari, presidente Ismea - Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, ha fornito i dati della campagna in corso in Italia e all’estero, con alcune considerazioni sul preoccupanete aumento dei costi e sulla forte riduzione di competitività dell’Italia sui mercati stranieri.
Per la campagna 2006-2007 la produzione mondiale di frumento dovrebbe subire un calo del 4% rispetto all’anno precedente e, con particolare riferimento alla Ue-25, le produzioni per la campagna 2006/07 le previsioni parlano di un -4% da imputare soprattutto a Francia, Germania e Regno Unito. Le stime di medio periodo (2006/2013) prospettano un incremento della produzione di frumento e di mais e una crescita dei consumi di mais. In Italia, la produzione di frumento duro dovrebbe attestarsi intorno ai 3,5 mln di tonnellate (-3% sul 2005), con una significativa flessione di produttiva in alcune aree del Centro-Sud cui si contrappone la crescita di Marche e Umbria. Nel Meridione (Puglia e Sicilia) le cifre si attestano sui livelli dell’anno precedente. Per il frumento tenero la produzione 2006 si mantiene sugli stessi livelli del 2005: 3,4 mln di tonnellate, mentre il mais si attesta sui 9,5 mln di tonnellate, pari a un -10% sul 2005. Aumentano per l’Italia le importazioni: per la campagna 2005/2006 - per la contrazione dei raccolti del 2005 - si ha una crescita del 29% per il frumento duro, del 18% per il mais mentre rimangono stabili quelle per il frumento tenero. “L’aspetto più preoccupante - ha detto Temerari - riguarda l’evoluzione dei costi di produzione dovuta alla crescita dei prezzi del settore chimico e petrolifero e della manodopera. Per il futuro è importante contenere i costi, facendo ricorso a colture a bassa intensità di capitali, e massimizzare i ricavi”.

Daniela Sgrulletta, Istituto sperimentale di cerealicoltura di Roma, ha parlato di “Qualità delle produzioni di frumento rilevata nei centri di stoccaggio”, presentando una mappatura delle strutture di stoccaggio sul territorio nazionale, da cui emerge una generale stabilità delle localizzazione dei centri, tutti dotati di un sistema di stoccaggio differenziato e una capacità potenziale di 8.818.040. q di prodotto.

Luciano Rossi, uno dei vicepresidenti di Unione seminativi, ha rimarcato come il “frumento duro abbia risentito della Pac, perdendo più di tutti in quantità e produzione (-37%, pari a 2 tonnellate) a vantaggio delle colture foraggere e con conseguente aumento dei prezzi”. Rossi ha poi parlato di strategie per la valorizzazione del settore, proponendo accordi di filiera, strategie condivise con l’ndustria e “un aumento del costo della pasta, che non deve però ricadere sul consumatore, per risolvere i problemi del settore”.

La II sessione ha affrontato il tema delle “Aree di produzione del grano tenero” alla luce di tre diverse realtà. Sono intervenuti Emilio Gaspari del Consorzio agrario lombardo veneto (Calv), Marco Pancaldi presidente di O.P. Esperia in Emilia Romagna e Vincenzo Passalacqua di O.P. Giallo Oro in Toscana.
Il professor Vittorio Lombardi, Co.De.Ma., Servizi finanziari alle imprese di Milano, nella relazione “I mercati mondiali dei cereali, del petrolio e della finanza: rischi e opportunità per la filiera cerealicola italiana”, ha tracciato il quadro dell’economia mondiale con particolare riferimento ai Paesi emergenti che “con l’82% della popolazione detengono oltre il 50% del Pil mondiale, il 50% del consumo dell’energia e il 70% degli scambi commerciali”. “Si sta modificando l’asse dell’economia mondiale e il mercato dei cereali - ha detto - in relazione alla crescita della produzione n forte crescita anche la domanda di semi di soia. Per quanto riguarda frumento, mais e cereali in genere, la domanda mondiale di importazione è destinata a crescere del 26% fino al 2025. La grande sfida per le imprese è quindi legata alla capacità di cambiare modelli di approccio al mercato”.

Alla Tavola rotonda, coordinata da Alessandro Mastrantonio Agrisole - Il Sole 24 Ore, hanno partecipato Valerio Marchioni, Ivano Vacondio di Italpoma, Bruno Filetti di Cciaa di Bologna e Maurizio Ceci, capo segreteria Sottosegretario di Stato al Mipaaf.
Marchioni ha illustrato il progetto Sigrad, Società interprofessionale grano duro, mentre Vacondio ha parlato dell’approvvigionamento. “Dobbiamo fare di più sullo stoccaggio - ha detto - per la grande carenza qualitativa delle strutture esistenti”. Filetti ha fatto il punto sulla Borsa di Bologna.

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