Agritechnica è una grande vetrina dove i principali player della meccanizzazione agricola mettono in mostra le proprie innovazioni. Ma tra trattori e attrezzature, sensori e robot, ad attirare l'attenzione è stato anche il padiglione di Bayer, unica tra le grandi aziende dell'agrochimica ad essere presente ad Hannover.
Lo stand di Bayer ben rappresenta il nuovo corso che l'azienda ha imboccato ormai da diversi anni: non più solo agrofarmaci e sementi innovative, ma anche tanto digitale e, ultima novità in ordine di tempo, sensori e strumenti hardware.
Dai sensori ai dati, fino al digital farming
Grazie alla sua piattaforma Climate FieldView™, Bayer ha assunto un ruolo di primo piano sul mercato del digital farming, soprattutto su colture estensive come il mais e il frumento.
Ma per offrire sempre nuovi servizi e sempre più affidabili, Bayer sta sviluppando una serie di device Iot da proporre agli agricoltori. Già conoscevamo strumenti quali Nematool e FieldView Drive, ma ad Agritechnica 2023 era presente una gamma completa di device Iot per il campo e anche una barra irroratrice.
MagicScout Air è un servizio di monitoraggio dei campi lanciato da Bayer che si basa sull'uso di droni
(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)
Ma Bayer si sta trasformando in un produttore di attrezzature? "Pensiamo ad Apple, che ha iniziato realizzando computer, ma poi ha rivoluzionato il settore della telefonia con gli smartphone e quello della musica con iTunes, per poi lavorare in altri campi, come il cloud", ci risponde Jeremy Williams, responsabile dello sviluppo delle soluzioni digital di Bayer Crop Science, che incontriamo proprio ad Hannover.
"Il core business di Bayer continuerà ad essere quello degli agrofarmaci e delle sementi, ma il digitale avrà un ruolo sempre più importante e i device che proponiamo servono ad offrire agli agricoltori di tutto il mondo un servizio sempre più completo".
Trappole smart, droni e barre irroratrici
In alcuni Paesi del Nord Europa Bayer sta già proponendo agli agricoltori che coltivano colza delle trappole smart denominate MagicTrap. Si tratta di trappole cromotropiche di colore giallo, che attraggono e catturano gli insetti dannosi. Una fotocamera fotografa gli esemplari e invia le immagini in cloud, dove sono elaborate da algoritmi di intelligenza artificiale per l'identificazione della specie e del numero di catture. E in caso di popolazioni consistenti l'agricoltore può ricevere un alert in modo da intervenire prontamente, senza bisogno di andare in campo a controllare le trappole.
La MagicTrap per la colza. Ma Bayer sta lavorando ad altre trappole, come ad esempio quella per la Tuta absoluta, interessante anche per il contesto italiano
(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)
Altra soluzione presentata ad Hannover è MagicScout, un'app per smartphone che permette il riconoscimento delle malerbe in campo. Inquadrando le infestanti con la fotocamera del cellulare, il sistema è in grado di riconoscere la specie di appartenenza, anche se l'esemplare si trova in uno stadio di sviluppo precoce.
Le immagini, geolocalizzate, possono essere salvate in cloud su FieldView e permettono di avere uno storico dei monitoraggi in campo. E soprattutto permettono di pianificare strategie di contenimento della flora spontanea.
MagicScout riconosce le infestanti in campo, in questo caso una pianta di Solanum nigrum
(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)
A completare gli strumenti di monitoraggio dei campi ci pensa MagicScout Air, un'app che permette di pianificare il volo di un drone (come ad esempio quelli della Dji) sopra i campi e di scattare delle fotografie in punti prefissati. Le immagini vengono immediatamente inviate sullo smartphone dell'agricoltore, che è così in grado di sorvegliare i campi, individuando aree di criticità, semi doppi e fallanze, stato di sviluppo della coltura e così via.
Per finire poi con MagicSprayer, una barra per il diserbo di precisione. Una attrezzatura che è in grado di riprendere in continuo il suolo identificando la presenza delle infestanti. Gli esemplari identificati vengono poi colpiti con un getto di soluzione erbicida con una risoluzione di 4x4 centimetri. In questo modo l'agricoltore risparmia prodotto e ottiene un campo pulito in maniera sostenibile.
"Si tratta di soluzioni semplici, a basso costo, che gli agricoltori potranno integrare facilmente nella loro gestione dei campi", sottolinea Williams. "Certo non ci stiamo trasformando in una società che ha come obiettivo vendere attrezzature o sensori, ma lo facciamo quando questi sono necessari a completare l'offerta di valore per il cliente, che va dagli agrofarmaci alla genetica, passando per la nutrizione fino al digitale".
La barra irroratrice MagicSprayer: a sinistra gli ugelli, seguono poi i pannelli a led per l'illuminazione della malerba e nel pannello bianco le fotocamere ad alta risoluzione
(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)
I dati, la ricchezza del futuro
Tutti questi sensori Iot hanno come obiettivo quello di raccogliere i dati e di renderli disponibili per l'analisi, al fine di fornire all'agricoltore un servizio di valore. Trappole, droni e smartphone non sono altro che fonti di dati che generano tanto più valore quanto più sono integrati.
Ed è proprio sul tema dell'integrazione, e quindi dell'interoperabilità, che sta lavorando Bayer. Uno dei fronti più caldi riguarda la partnership con Microsoft, che con la sua piattaforma cloud Azure ha messo la sua potenza di calcolo a disposizione del Gruppo di Monheim.
Proprio Azure ha la capacità di rendere interoperabili i dati raccolti dai sistemi Bayer (come FieldView) con soggetti terzi, come ad esempio assicurazioni, banche, sigle della Grande Distribuzione Organizzata (Gdo) e così via. Attraverso la piattaforma Azure Data Manager questi soggetti possono avere accesso, previa disponibilità dell'agricoltore, ai dati contenuti in FieldView, a quelli relativi ai macchinari agricoli, ma anche ai dati meteo o alle immagini satellitari. Oltre ai servizi sviluppati da Bayer sotto il brand AgPowered Services.
Insomma, in un unico ecosistema cloud è possibile avere diversi dataset da poter analizzare per offrire nuovi servizi agli agricoltori.
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E presso lo stand di Bayer era presente anche Farm Machinery Decoder, sviluppato da Leaf Agriculture, una società californiana specializzata in interoperabilità nel settore agricolo, che ha sviluppato un device in grado di far parlare i macchinari agricoli di qualunque costruttore con FieldView.
Farm Machinery Decoder collegato ad un touchpad utilizzabile in cabina
(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)
Parola d'ordine: agricoltura rigenerativa
Come spiegato da Frank Terhorst, responsabile della strategia di sostenibilità di Bayer, tutti gli strumenti di smart farming sviluppati in questi anni da Bayer hanno come obiettivo quello di aumentare la redditività degli agricoltori, ma al contempo consentire una maggiore sostenibilità delle produzioni.
Soluzioni digitali ed hardware di Bayer si completano per aumentare la sostenibilità e la produttività degli agricoltori
(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)
"L'agricoltura rigenerativa è il nuovo paradigma a cui dobbiamo guardare", ci ha spiegato durante Agritechnica 2023 Terhorst.
"Oggi la società e la filiera ci chiedono di produrre avendo un maggior livello di rispetto nei confronti dell'ambiente e del terreno. Si tratta di un nostro dovere sostenere gli agricoltori in questa transizione e strumenti come Climate FieldView™ possono essere di grande supporto. Ma l'agricoltura rigenerativa può anche essere una opportunità, visto che oggi le aziende agroalimentari sono disposte a pagare un premio a chi adotta queste pratiche".
Un altro business che il digitale è in grado di sbloccare è quello del carbon farming, la possibilità cioè di sequestrare carbonio nei suoli agricoli. "Anche su questo fronte continuiamo a lavorare, con l'obiettivo di lanciare un sistema in grado di misurare e certificare il carbonio sequestrato nel terreno al fine di consentire l'emissione dei carbon credit, vendibili poi dall'agricoltore sul mercato".
D'altronde il settore dell'agricoltura si sta facendo sempre più complicato con lo stratificarsi di diversi gradi di complessità, legati ai cambiamenti climatici, alle nuove legislazioni, alle richieste della filiera e della Gdo. In questo contesto, per gli agricoltori, avere un interlocutore che sappia fornire risposte a 360° è un valore aggiunto importante.
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