I droni stanno entrando nelle aziende agricole italiane. Simbolo dell'innovazione tecnologica, questi velivoli senza pilota affascinano tanti agricoltori che vorrebbero acquistarli per poter monitorare i campi o effettuare trattamenti specifici, come il lancio di antagonisti. Per ora, purtroppo, l'irrorazione con prodotti fitosanitari non è invece ammessa (a meno di specifica autorizzazione).

 

Tuttavia acquistare un drone è solo il primo passo per poterlo fare volare in sicurezza e nel rispetto della normativa. I droni sono infatti a tutti gli effetti degli aeromobili e come tali devono essere immatricolati, assicurati e il pilota deve essere in possesso di uno specifico attestato che lo abiliti ad effettuare i voli.

 

"Anche se si opera in zone agricole poco abitate, gli agricoltori devono comunque rispettare la normativa di riferimento. Ricordiamo che in caso di controlli, se il pilota non è in regola, si può arrivare ad avere multe per importi fino a 130mila euro", spiega Massimo Perotti, titolare della Ditta Eurodrone, che organizza corsi professionali per agricoltori insieme a Coldiretti in Piemonte e in Liguria.

 

Fatte queste premesse, vediamo ora quali sono gli adempimenti che l'agricoltore deve rispettare.

 

Uno: l'immatricolazione, sempre e comunque

Ogni drone deve essere "immatricolato", ovvero registrato sul sito D-Flight, predisposto dall'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile (Enac). Questo obbligo vale per tutti i droni, anche quelli comprati in un centro commerciale oppure utilizzati per hobby. Il peso non è una discriminante, anche se di soli 100 grammi devono comunque essere registrati. Per essere ancora più precisi, solamente i droni classificati come giocattoli, ovvero quelli dove sulla scatola è indicato che lo possono usare anche i minori di quattordici anni, non devono essere registrati.

 

Una volta registrato il drone, il sito D-Flight fornisce un QR Code che va stampato e applicato sia sul radiocomando sia sul velivolo. Questa "targa" permette, in caso di necessità, di risalire al legale responsabile (può essere diverso dal pilota) che risponderà di eventuali danni o infrazioni causati dal drone.

 

Due: assicurazione contro i danni a cose o persone

Tutti i droni, anche quelli acquistati per scopi hobbistici, anche se fatti volare nel giardino della propria casa, devono essere assicurati. Ma non basta una assicurazione qualsiasi, serve una polizza specifica per i droni (costano da 50 a 300 euro circa).


Il motivo dell'assicurazione è semplice. Nel caso di impatto con cose o persone il legale responsabile deve poter risarcire l'offeso dei danni causati dal suo apparecchio. E i danni possono essere ingenti anche se il drone è di piccole dimensioni. Pensiamo cosa accade se un velivolo di 300 grammi (il peso di un piccione) si schianta su una moto che procede a velocità sostenuta.

 

Ma perché il drone deve essere assicurato anche se fatto volare sopra un campo di proprietà dell'agricoltore? "Perché un centimetro sopra il suolo inizia lo spazio aereo nazionale, che non è di proprietà dell'agricoltore. L'assicurazione non è necessaria solo se il drone viene fatto volare all'interno di un luogo segregato, come la propria abitazione o nei campi per aeromodellismo dove l'assicurazione viene di norma ricompresa nella quota associativa", sottolinea Perotti.

 

Attenzione, perché solo il fatto di non avere l'assicurazione può comportare una sanzione a partire da 30mila euro. Ricordiamo che l'assicurazione del capo famiglia non è adatta  per assicurare un drone.

 

Tre: il patentino, indispensabile per volare col drone

Se per guidare una moto o una macchina serve la licenza di guida, anche per i droni serve un attestato. L'agricoltore che usa il drone per lavoro (ma anche per hobby) deve prendere la licenza base (A1-A3) che permette di far volare un drone fino ad un peso di 25 chilogrammi fino all'altezza di 120 metri in aree non popolate. L'attestato può essere conseguito online e ha un costo contenuto.

 

Sempre online è possibile reperire i manuali di preparazione, anche se la cosa migliore è frequentare un corso tenuto da istruttori qualificati, in presenza, affinché sia possibile interagire con l'istruttore e porre domande in caso di dubbi o perplessità.

 

Quattro: limitazioni, occhio a dove si vola con il drone

Una volta che il velivolo è registrato, assicurato e il proprietario è diventato pilota il drone può prendere il volo. Ma attenzione, perché ci sono una serie di regole e limitazioni da rispettare.

 

La più importante riguarda il fatto che non si possono sorvolare assembramenti di persone. Se dunque c'è un gruppetto di individui il drone si deve allontanare. Casistica, bisogna dire, non molto frequente nel settore dell'agricoltura.

 

La mappa sul sito D-Flight

La mappa sul sito D-Flight

(Fonte foto: D-Flight)

 

Inoltre prima di volare il pilota deve consultare le mappe sul sito D-Flight per accertarsi che i propri campi non siano all'interno delle aree in cui vigono restrizioni al volo. Ad esempio, nelle vicinanze di aeroporti o di infrastrutture sensibili il volo può essere interdetto oppure essere limitato a certe altitudini. In alcuni di questi casi, per poter volare, è necessario chiedere una autorizzazione specifica.

 

Quando si segue il corso da pilota vengono affrontate tutte le varie casistiche.

 

In generale possiamo dire che:

  • Se il campo è in aperta campagna e lontano da case o infrastrutture sensibili non ci sono grossi vincoli.
  • Se invece i campi si trovano vicino a strade anche a veloce scorrimento, case o altre infrastrutture, l'agricoltore deve garantire, grazie alla stesura di un piano di sicurezza, che l'utilizzo dell'aeromobile si possa considerare sicuro. Si tratta di semplici accorgimenti volti a tutelare l'incolumità pubblica, come ad esempio mettere dei cartelli in cui si avvertono eventuali passanti del fatto che si stanno eseguendo delle operazioni di volo con un drone.
  • Se invece i campi si trovano in situazioni ad alto rischio, come ad esempio all'interno di contesti urbani (casistica improbabile), allora è necessario avere una formazione superiore, un po' come nel mondo delle automobili, quindi il pilota dovrà affrontare la formazione per l'attestato A2.
  • Per alcuni casi specifici potrebbe non essere sufficiente l'attestato A2 e quindi sarà necessario essere accreditato come Pilota Specific, titolo che permette di superare quasi tutte le limitazioni in termini di volo. È opportuno ricordare che solo i piloti Specific possono volare nelle aree in cui vige il divieto di volo, questo accreditamento permette all'operatore di richiedere permessi e ottenere autorizazioni su tutto il territorio nazionale. Tra l'altro questo livello è richiesto per effettuare i trattamenti delle colture.

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