Per aumentare la sostenibilità ambientale, ma anche economica, dell'agricoltura, una delle soluzioni disponibili è l'impiego dei droni per la distribuzione dei prodotti fitosanitari. I velivoli senza pilota sono infatti in grado di portare sopra i campi la miscela fitoiatrica necessaria per trattare in maniera selettiva la coltura, portando il prodotto lì dove serve e raccogliendo al contempo dati sulle piante sottostanti.

 

In Italia tuttavia l'impiego dei droni nella difesa delle colture è vietato per legge. Si tratta di una norma anacronistica, scritta per vietare i trattamenti con gli elicotteri e gli aerei e che tuttavia sta impedendo lo sviluppo di questo nuovo e promettente comparto.

 

La Lombardia dice sì ai droni in campo

Per cercare di sbloccare la situazione la Regione Lombardia ha deciso di intraprendere un ampio progetto di sperimentazione al fine di valutare gli aspetti positivi e negativi dell'impiego dei droni nell'applicazione di prodotti fitosanitari.

 

A Palazzo Lombardia hanno però dovuto chiedere l'autorizzazione al Ministero della Salute e ad ogni applicazione dovrà essere avvertita anche l'Azienda per la Tutela della Salute (Ats) di competenza. Si tratta di precauzioni volte a tutelare la salute dei cittadini, ma che risultano superflue conoscendo le caratteristiche applicative dei droni stessi.

 

Olivo, vite e riso. Tre le colture di interesse

Le sperimentazioni sono iniziate su tre colture: il riso, di cui la regione produce il 40% dei volumi italiani, l'olivo, che sui laghi rappresenta una vera eccellenza, ed infine la vite, che in Valtellina cresce su terrazzamenti strappati alla montagna.

 

La viticoltura è uno dei settori più interessanti per l'applicazione dei prodotti fitosanitari via drone. In particolare la viticoltura eroica prevede la coltivazione della vite sui pendii delle montagne, in cui la presenza di terrazzamenti o comunque di pendenze elevate rende impossibile i trattamenti con i normali atomizzatori.

 

Qui trovano perfetta applicazione i droni, che prendendo il volo e spostandosi sopra i filari hanno la possibilità di distribuire in maniera mirata i prodotti antifungini. Avevamo già parlato di questa possibilità, colta da tempo dai viticoltori francesi.

 

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E avevamo spiegato come la Fondazione Fojanini (partner della Regione Lombardia) già stesse portando avanti delle sperimentazioni in tal senso.

 

L'altra coltura di interesse è l'olivo. Anche se a volumi rappresenta sicuramente una nicchia, riesce a spuntare prezzi di mercato molto elevati e rappresenta quindi un'importante attività produttiva. In questo senso, sulla sponda lombarda del Lago di Garda gli oliveti saranno trattati con esche insetticide contro la mosca dell'olivo.


Bactrocera oleae è infatti un insetto capace di arrecare seri danni alla produttività dell'oliveto e oggi viene controllato anche attraverso l'applicazione sulla chioma di una miscela a base di attrattivo alimentare e sostanze insetticide. L'applicazione, che deve essere fatta a macchia di leopardo, vede nel drone uno strumento ideale, in quanto in grado di trasportare in aria il prodotto e applicarlo in piccoli spot sulla chioma degli olivi.

 

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Per finire, nella zona di Pavia, la Regione Lombardia sfrutterà il potenziale dei droni per la lotta alle infestanti e alle malattie fungine, come il brusone. I velivoli senza pilota verranno utilizzati per identificare le aree da trattare e applicare i prodotti necessari in maniera mirata.

 

Tutti i pregi dei droni

Ma perché un agricoltore dovrebbe affidare la difesa dei propri campi ad un velivolo senza pilota? La risposta non è univoca, infatti non sempre l'impiego dei droni è utile o vantaggioso rispetto alle normali pratiche di difesa. Si tratta semplicemente di uno strumento in più che può incontrare le esigenze di alcune categorie di agricoltori.

 

Vedi i viticoltori eroici, che si trovano a dover trattare i campi su pendii scoscesi senza poter utilizzare i trattori. In questo caso il drone rappresenta sicuramente una interessante opportunità per applicare in maniera corretta e sicura i prodotti per la difesa.

 

Lo stesso vale per gli olivicoltori, che oggi spesso applicano le esche insetticide con la pompa a spalla. Ma anche su colture estensive, come il riso, il drone è in grado di fare la sua parte: prima di tutto monitorando lo stato di salute delle piante e la presenza di infestanti, e poi applicando in maniera precisa i prodotti fitosanitari.

 

D'altronde i velivoli senza pilota sono utilizzati in un gran numero di Paesi a livello globale. In Giappone piccoli elicotteri radiocomandati sono utilizzati in risaia da decenni. Mentre i droni veri e propri hanno trovato il loro spazio in Paesi come la Cina, l'Australia, gli Stati Uniti e il Messico. Mentre in Francia è stata modificata la legislazione proprio per permettere ad alcune categorie di agricoltori di poter ricorrere a questo mezzo.

 

In Italia questa possibilità ancora non c'è, ma una iniziativa come quella voluta da Fabio Rolfi, assessore all'Agricoltura della Regione Lombardia, che gestirà e raccoglierà dati sulla reale efficacia e sicurezza dei trattamenti tramite drone, potrà aprire la strada ad un cambiamento normativo. Se, come sembra, l'impiego dei droni consente applicazioni mirate e sicure, dati alla mano, per il legislatore sarà più facile intervenire per permettere agli agricoltori tutti, oppure a particolari categorie, di poter ricorrere a questi strumenti moderni.