Due nuovi parassiti delle api da miele stanno attirando l'attenzione del mondo della ricerca: Crithidia mellificae e Lotmaria passim, della famiglia dei tripanosomatidi.

 

Parassiti considerati nuovi perché scoperti abbastanza recentemente che possono attaccare l'apparato intestinale delle api da miele, causando danni anche piuttosto importanti all'intero alveare.

 

Per capire meglio cosa sono, dove sono presenti, e che problematiche danno, abbiamo intervistato il dottor Giovanni Cilia, che sta lavorando proprio su questi organismi nell'ambito del progetto di ricerca nazionale BeeNet sullo stato di salute degli alveari italiani.

 

Chi sono questi parassiti e quando sono stati scoperti?
"I tripanosomatidi sono dei protozoi dello stesso gruppo a cui appartengono anche i parassiti che causano la leishmaniosi nei cani. I tripanosomatidi di interesse apistico sono tre: Crithidia mellificae, Lotmaria passim e Crithidia bombi. I primi due,  Crithidia. mellificae e Lotmaria passim infettano principalmente Apis mellifera, mentre Crithidia bombi è stata isolata per la prima volta dalla specie Bombus terrestris ma è anche capace di infettare le api mellifere.

 

Crithidia mellificae è un patogeno di lontana conoscenza, isolato nel 1967, mentre Lotmaria passim è stato identificato più recentemente agli inizi degli anni 2000

 

Dalla scoperta della Lotmaria passim e grazie a nuove metodiche di biologia molecolare, analisi su campioni europei precedentemente risultati positivi per Crithidia mellificae, hanno riportato positività esclusivamente per Lotmaria passim. Ad oggi, quest’ultimo tripanosomatide risulta il più diffuso a livello globale, dopo aver rimpiazzato Crithidia mellificae".

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Il dottor Giovanni Cilia

 

Come attaccano le api e che danni possono causare?
"Ad oggi, poco o nulla si sa sugli effetti diretti dei tripanosomatidi sulle api mellifere. Si diffondono nella colonia tramite scambi oro-fecali e, come emerge dai pochi studi in vitro¸ l’infezione altera alcuni comportamenti delle api e ne riduce la durata di vita. Inoltre, da altri studi, è emerso un effetto sinergico di Lotmaria passim insieme ad infezioni dal fungo microsporidio Nosema ceranae. La co-infezione del tripanosomatide e del microsporidio, incrementa gli effetti di quest’ultimo portando più rapidamente la colonia al collasso".

 

Come vengono diagnosticati?
"Possono essere diagnosticati tramite l'isolamento su colture cellurari, che però risulta complicato, lungo e con molto margine di insuccesso. Le tecniche di biologia molecolare di Pcr o di Real-time Pcr (che ne permette anche la quantificazione), permettono invece analisi più rapide ed efficaci nel rilevamento di queste patologie".

 

Ci sono sintomi riconoscibili ad occhio nudo?
"No, non ci sono sintomi chiari e specifici per riconoscere in campo un’infezione da tripanosomatidi".

 

Attualmente, nell'ambito di BeeNet sono stati ritrovati in Italia? 
"Sì, nell’ambito del progetto BeeNet sono state identificate infezioni causate esclusivamente da Lotmaria passim, sia in colonie di ape mellifera sia in apoidei selvatici. Il maggior numero di positivi è stato riscontrato nel Nord-Est del Paese e lungo le regioni tirreniche. A breve ultimeremo l’analisi di questi dati, che ci darà informazioni più chiare sull’epidemiologia di questi patogeni in Italia".


Che tipo di strategie di controllo si possono usare per contrastarli?

"Ad oggi non esistono cure specifiche per questi patogeni. Dati gli effetti dannosi in co-infezione con Nosema ceranae, i danni alle colonie possono essere contrastati con un buon invernamento, la prevenzione e gestione della nosemosi con metodi naturali e/o integratori alimentari già in commercio".