Sostenibilità, benessere animale e nuovi modelli produttivi in grado di garantire più alto valore aggiunto (dai formaggi al biologico) saranno i driver per sostenere il prezzo del latte nel prossimo decennio e consentire agli allevatori di fronteggiare i maggiori costi di produzione, trascinati in questa fase dall'aumento dell'energia e dei mangimi.
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È questo, in estrema sintesi, il quadro delineato dalla Commissione Europea nell'Agricultural Outlook al 2031, illustrato recentemente a Bruxelles. L'Ue rimarrà leader a livello europeo nel segmento lattiero caseario in termini di produzione, qualità, sostenibilità ambientale, con benefici per benessere animale, biodiversità e salute del suolo.
Nei prossimi dieci anni, recita il documento della Commissione Ue, la produzione di latte comunitaria continuerà a fornire soluzioni sostenibili ai produttori di latte, al clima e alla società. Gli agricoltori, il cui numero è in calo, potrebbero ulteriormente beneficiare di costi e operazioni gestiti in modo efficiente, ad esempio attraverso strategie di alimentazione sostenibile e una migliore gestione della mandria.
I vantaggi economici generati dal management aziendale, grazie alla fertilità controllata e alla maggiore durata della vita delle vacche, potrebbero fornire benefici sotto forma di incrementi di produttività quando si uniscono razze più performanti o le si allevano per le lattazioni più produttive (di solito la seconda e la terza). Inoltre, la creazione di valore rimarrà un fattore di crescita e i prodotti lattiero caseari, in particolare il formaggio, potrebbero beneficiare ulteriormente dei regimi di qualità esistenti.
C'è in atto una rivoluzione verde e gli esperti della Commissione Europea lo sanno bene, tanto che spiegano che la produzione di latte dell'Ue dovrà rispettare standard ambientali più elevati, portando a una riduzione delle emissioni. Inoltre, i benefici per la biodiversità e la salute del suolo attraverso la fornitura di nutrienti preziosi porteranno alla crescita di sistemi di produzione (estensivi) basati sul pascolo, che attualmente rappresentano circa il 19% della produzione di latte comunitaria.
Anche la produzione di latte biologico dovrebbe crescere e fornirà valore economico attraverso un prezzo più elevato, benefici ambientali e benefici per il benessere degli animali, essendo riconosciuto attraverso il pascolo e un ridotto uso di antibiotici.
Produzione in rallentamento (ma sempre in crescita)
La crescita della produzione lattiera europea potrebbe rallentare fino allo 0,5% all'anno e raggiungere circa 162 milioni di tonnellate entro il 2031. Aumenteranno anche le alternative ai sistemi convenzionali (di solito con rese inferiori), riducendo la crescita annuale della resa (1,2% rispetto all'1,9% nel 2011-2021) e compensando l'ulteriore riduzione della mandria da latte (-1,5 milioni di vacche entro il 2031).
L'attenzione alla sostenibilità ambientale dovrebbe portare a una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra nell'ordine dell'11% per tonnellata di latte.
Bene il latte bio
Sebbene nel 2019 il latte biologico dell'Ue rappresentasse circa il 3,5% del totale prodotto in Ue, è probabile che cresca fino a raggiungere l'8% nel 2031, grazie al raddoppio della mandria da latte gestita secondo i parametri bio.
Certo non sarà una passeggiata, riconoscono gli analisti, perché il modello "organic" presenta alcuni ostacoli oggettivi, che vanno dai costi gestionali più elevati rispetto agli allevamenti da latte non biologici (+18% nei sistemi intensivi e 3% in quelli estensivi, sulla base dei dati Rica 2019), a una maggiore sensibilità alle fluttuazioni meteorologiche annuali e alla disponibilità di mangimi bio, con riflessi sui quantitativi di latte bio ottenuti.
Questo quadro potrebbe spingere gli allevatori a valutare altre alternative produttive, che hanno magari già un riconoscimento relativamente elevato da parte dei consumatori, come ad esempio la soluzione "Ogm free".
Unione Europea leader nel commercio mondiale di prodotti lattiero caseari
La crescita della produzione di latte dell'Unione Europea (stimata a 146,7 milioni di tonnellate nel 2022, secondo le proiezioni Usda riportate da Clal.it) si collocherà tra quella della Nuova Zelanda (+0,2% all'anno) e quella degli Stati Uniti (+1,2% all'anno). L'Ue si confermerà il primo player mondiale per volume di latte vaccino prodotto.
I Paesi in via di sviluppo cresceranno maggiormente in termini percentuali, principalmente trainati dall'aumento della mandria, aspetto quest'ultimo che invita alla riflessione sull'equilibrio globale delle emissioni di gas a effetto serra.
Nonostante la crescita ridotta, l'Ue rimarrà il principale fornitore del commercio di prodotti lattiero caseari (30% del commercio mondiale nel 2031) poiché l'espansione commerciale della Nuova Zelanda, il principale concorrente dell'Ue, sarà limitata dalla ridotta crescita della produzione.
Asia e Africa i mercati più dinamici
La crescita della domanda di prodotti lattiero caseari dovrebbe essere la più forte in Asia (oltre il 17% all'anno, esclusa l'India), trainata in particolare dall'aumento dei redditi e dall'occidentalizzazione delle diete con conseguente aumento dell'uso di prodotti lattiero caseari nei servizi di ristorazione. L'Asia dovrebbe essere seguita dall'Africa (14% annuo), sostenuta da una forte crescita demografica e del reddito.
A seguito delle recenti tendenze, si legge nel report, l'aumento della domanda di prodotti a valore aggiunto potrebbe favorire un aumento delle esportazioni di formaggio e prodotti freschi.
Etica e "organic"
L'attenzione all'etica, alla sicurezza alimentare e alle preoccupazioni per la salute sono tra i motivi per cui la domanda di prodotti lattiero caseari biologici è in crescita in tutto il mondo. Porta non solo a un aumento delle vendite al dettaglio, ma anche a un uso più frequente nella ristorazione, anche in alcune catene di fast food consolidate. Tuttavia, poiché i prodotti biologici sono solitamente utilizzati come ingrediente, il riconoscimento diretto da parte dei consumatori rimane una sfida, a meno che non sia presente un'etichettatura.
Gli Stati Uniti dominano il mercato degli alimenti biologici in termini di dimensioni, mentre la Cina potrebbe registrare la crescita più alta (a due cifre) in futuro, con il 44% dei consumatori già attivamente alla ricerca di prodotti biologici (Euromonitor, 2021).
Il formaggio crea il massimo valore
Dato che la salute rimane un elemento di primo piano nelle considerazioni dei consumatori sulle diete sostenibili (46%), i prodotti lattiero caseari potrebbero trarre vantaggio da tali preoccupazioni, grazie alla loro ricchezza nutrizionale.
Il formaggio dovrebbe beneficiare maggiormente del latte aggiuntivo dell'Ue prodotto entro il 2031 (+0,7% all'anno, vicino al 40%) generando al contempo il valore più alto (circa 40 miliardi di euro).
Polvere di Latte Scremato (Smp) e siero di latte in polvere seguiranno da vicino in termini di volume il contributo alla crescita, ma con un gap di valore più elevato (rispettivamente 5 miliardi di euro e 3,5 miliardi di euro).
Il mercato dell'Ue rimarrà il principale utilizzatore del latte comunitario, anche se le esportazioni potrebbero guadagnare alcune quote (17% nel 2031 rispetto al 15% nel 2021).
Nutrizione e funzionalità per guidare la domanda
Tra i diversi canali, la vendita al dettaglio rimarrà importante per i prodotti lattiero caseari tradizionali (formaggi, burro, latticini freschi), mentre gli usi di trasformazione potrebbero guadagnare in reazione alle tendenze della convenienza e all'aggiunta di un ingrediente caseario a diversi prodotti alimentari.
L'innovazione nei sapori e nelle consistenze potrebbe anche essere mirata a usi differenziati nella cucina o nei servizi di ristorazione. I prodotti lattiero caseari nutrizionali e clinici potrebbero soddisfare la domanda di prodotti che supportano specifici bisogni di salute, mentre la tendenza alla funzionalità potrebbe supportare l'invecchiamento attivo e gli stili di vita. Questi favoriranno la domanda di proteine del latte, in particolare di siero di latte in polvere.
Stabile il consumo di latticini tradizionali
Nel 2021-2031, più della metà (57%) della produzione di formaggio dell'Ue potrebbe essere assorbita dalle esportazioni in crescita (3% all'anno), il che consentirebbe all'Ue di rimanere il maggiore esportatore di formaggio (47%).
Allo stesso tempo, la crescita dei consumi interni pro capite potrebbe essere contenuta (2 chilogrammi in meno rispetto al 2011-2021), dato il livello già elevato.
Anche i prodotti lattiero caseari freschi potrebbero beneficiare dell'aumento delle esportazioni (circa 1,8 milioni di tonnellate nel 2031), mentre il consumo interno potrebbe rallentare il calo (-0,2% rispetto a -0,5%). Ciò è dovuto principalmente al crescente interesse per i prodotti biologici e altri prodotti differenziati, che dovrebbero favorire il consumo di latte e yogurt, mentre la cucina casalinga potrebbe favorire il consumo di panna. Di conseguenza, la produzione comunitaria potrebbe rimanere stabile rispetto alla media relativamente alta del 2019-2021.
La domanda di esportazione potrebbe sostenere la produzione di burro europea (+45mila tonnellate) a causa della crescita limitata della Nuova Zelanda, tenuto conto che il commercio mondiale di burro continuerà a crescere a un ritmo simile al 2011-2021 (+10% rispetto al 2021), mentre la crescita della domanda interna all'Ue potrebbe essere relativamente stabile (0,2% annuo).
Latte in polvere
Il continuo aumento della trasformazione interna, la crescente domanda di importazione di ingredienti di alta qualità e un deficit di latte esistente in alcuni mercati in espansione sosterranno la crescita della produzione di latte in polvere dell'Ue, anche se su ritmi inferiori al periodo 2011-2021.
Mentre per la Polvere di Latte Scremato (Smp), lo stimolo principale proverrà dalla crescita delle esportazioni (oltre 1 milione di tonnellate raggiunto entro il 2031, +2% annuo), gli usi della trasformazione domestica guideranno la crescita della produzione di siero di latte in polvere e Wmp (70% e 60% di quota di produzione in 2031). Anche l'uso di latte in polvere biologico nei prodotti nutrizionali e clinici (come formule di età diverse) potrebbe aumentare.
Aumento del prezzo del latte crudo
Entro il 2031, la maggiore domanda mondiale di proteine del latte e la prevista forte valorizzazione del grasso del latte dovrebbero determinare un aumento del prezzo del latte crudo nell'Ue.
La produzione di prodotti ad alto valore aggiunto e la differenziazione del mercato in prodotti di qualità e sistemi di produzione alternativi contribuiranno a compensare alcuni costi in aumento, in particolare derivanti dall'aumento dei prezzi dell'energia e dei mangimi.
I benefici saranno ottenuti sia nei mercati nazionali che globali, in linea con la crescente consapevolezza in materia di salute e sostenibilità e la volontà di remunerare gli agricoltori per i loro sforzi di sostenibilità ambientale e sociale, come il benessere degli animali.