Il progetto, ancora in fase di realizzazione a causa dell'interruzione forzata per il Covid-19, vede coinvolte l'Università della Basilicata, con la Scuola di ingegneria e il dipartimento di Scienze, e quindici aziende partner che si trovano su tutto il territorio di Potenza e Matera, con un ruolo attivo delle aziende nella diffusione dell'innovazione ad altre realtà zootecniche.
Hermetia illucens durante lo stadio larvale si nutre di sostanza organica, anche in decomposizione, e deiezioni animali. Il dittero presenta delle performance biologiche notevoli: un esemplare adulto femmina riesce a deporre fino a mille uova che poi allo stadio di larve si nutrono voracemente del substrato alimentare fornitogli. Una larva neonata di 0,25 milligrammi in quindici giorni raggiunge il peso di 150 milligrammi, cioè incrementa il suo peso fino a seicento volte con un indice di bioconversione molto alto.
Le larve sono in grado di sanificare il substrato grazie alla produzione di peptidi antimicrobici che abbattono la carica batterica (Escherichia coli e Salmonella enterica), determinando minori odori associati a determinati substrati in decomposizione o reflui zootecnici. Le larve, inoltre, durante il periodo di nutrizione emettono feromoni che tengono lontane le mosche domestiche.
In quindici-venti giorni le larve possono trasformare il substrato di cui si sono alimentate in 60% di biomassa larvale (con 30-50% di proteine, 20-40% di lipidi, 15-20% di chitina - biopolimero componente dell'esoscheletro degli insetti - sul peso secco) e 40% in deiezioni larvali commercializzabili come ottimo fertilizzante simile ad un ammendante compostato misto, particolarmente adatto per l'agricoltura biologica.
Il progetto ha previsto la realizzazione di una biofabbrica, cioè un laboratorio a scala semi-industriale, completamente equipaggiata e operativa per fornire le larve a un'unità mobile di bioconversione itinerante che si sposta nelle diverse aziende partner del progetto. La biofabbrica allestita è in grado di produrre 10 chilogrammi di larve al giorno e l'unità mobile è un carrello traino coibentato con tutto ciò che serve per l'allevamento della mosca soldato, che si reca presso le aziende partner per il rifornimento del substrato alimentare.
I prodotti della bioconversione sono quindi: ammendante a elevato valore agronomico ed economico; larve vive da utilizzare in altre biofabbriche per alimentare la produzione di insetti (un ciclo continuo) e che possono essere potenzialmente commercializzate da parte delle aziende agricole diventando una fonte di reddito. Le larve possono essere commercializzate per la produzione di mangimi per animali da pelliccia, compagnia, zoo e fauna da ripopolamento selvatico, ma in accordo con le normative europee in materia di alimentazione non è ancora concessa la vendita, a scopo alimentare per il pet food e l'acquacoltura, di larve nutrite sui reflui zootecnici. Inoltre la componente lipidica delle larve, ricca in acidi grassi saturi e insaturi, può essere utilizzata per la produzione di biodiesel o per uso cosmetico. La chitina, invece, può essere impiegata per la produzione di biomateriale a uso agricolo.
Il progetto finanziato, dal Psr sottomisura 16.1 della Regione Basilicata, risponde pienamente quindi a domande concrete delle aziende agricole in merito a una migliore e più economica gestione dei reflui zootecnici, ma anche alla possibilità di fare reddito con un prodotto innovativo; il tutto in un'ottica ecosostenibile dato che le larve si nutrono di scarti che l'azienda spesso paga per smaltire.
Contatto per informazioni: patrizia.falabella@unibas.it
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Fonte: Agronotizie