I primi due si originano dalla fermentazione enterica e vengono espulsi principalmente tramite eruttazione, mentre l'ultimo gas viene prodotto dalla decomposizione del letame lasciato sulla lettiera e non raccolto.
Il problema del protossido di azoto ha trovato soluzione nella digestione di letame per la produzione di biogas, ma per quanto riguarda le emissioni derivanti dalla fermentazione enterica nessun metodo provato nel corso degli anni è andato a buon fine.
Inoltre si è calcolato che ogni bovino espelle in media 140 litri di metano all'anno, che equivale ad una perdita di energia del 10-14% rispetto all'energia grezza dell'alimento.
Da qui l'obiettivo della tesi: perché non riutilizzare questa energia chiudendo il ciclo e abbattendo le emissioni prodotte da bovini allevati?
L'idea pensata per mitigare questo problema riguarda sistemi di aspirazione e purificazione della miscela gassosa da porre all’interno dello stabilimento.
In seguito all'aspirazione la miscela necessita di una fase di separazione in quanto non sono presenti solo metano e anidride carbonica, ma anche ossigeno e lievi percentuali di particolato e vapore acqueo che devono essere eliminati.
Una volta filtrata, la miscela gassosa, è composta principalmente da metano e anidride carbonica e potrebbe essere già inviata al cogeneratore, eventualmente già confluita nella miscela di biogas prodotta con la digestione anaerobica successivamente l'upgrading. La cogenerazione consentirebbe di ottenere energia per l'autosufficienza dell'allevamento stesso.
Tale sistema di aspirazione e purificazione si propone come un'idea innovativa in quanto non era stato mai proposto in nessuna realtà finora. Inoltre è un'idea di green economy, in aiuto in un momento delicato per il nostro pianeta, che si prefigge di risolvere un problema, come quello delle emissioni di gas serra dei bovini, e che finora non ha mai trovato una vera soluzione.
Vari tentativi nel corso degli anni sono risultati vani, come quello dell'Università di Buenos Aires che, nel 2013, ha attuato un sistema artigianale per la cattura di questi gas avvalendosi di un sistema di cannule comunicanti direttamente con lo stomaco del bovino; il gas intercettato andava a riempire un cuscinetto di plastica posto sul dorso. Sicuramente un rimedio invasivo per l'animale.
Oppure in Galles sono stati esaminati gli effetti di estratti a base d'aglio che potessero ridurre la produzione di metano.
Tentativi che, con il passare del tempo, sembrano essersi arenati.
Al contrario di questi tentati rimedi, l'idea di un sistema di aspirazione e purificazione per abbattere l’inquinamento degli allevamenti bovini pare fattibile e anche conveniente all'allevatore che decide di installarlo, considerando l'ammortizzamento dovuto dall'abbattimento dei costi energetici dello stabilimento nel caso di cogenerazione della miscela.
Questa tesi propone una soluzione che toglierebbe gli allevamenti intensivi bovini dal banco degli imputati per le emissioni atmosferiche e donerebbe agli allevatori un guadagno economico in termini di risparmio energetico.
L'obiettivo è quello di trasformare quest'idea in una startup e non lasciare che rimanga semplicemente inchiostro su un foglio.
Sono fortemente convinto di questo progetto e le vittorie in concorsi e premi, oltre numerose considerazioni raccolte da professori universitari, dimostrano la sua fattibilità.
Per eventuali contatti: d.danselmo@gmail.com
AgroInnovation Award è il premio di laurea istituito da Image Line in collaborazione con l'Accademia dei Georgofili al fine di promuovere la diffusione di approcci innovativi, strumenti digitali e l'utilizzo di internet in agricoltura.
Leggi le tesi vincitrici della seconda edizione.
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Fonte: Agronotizie