In Italia l'influenza aviare ha fatto la sua ultima comparsa nel maggio di quest'anno. E' accaduto nel ferrarese, in un allevamento dove erano presenti circa 17mila ovaiole. Sempre lo stesso il virus, l'H7N7, che già si era presentato nel 2013, come si può approfondire su AgroNotizie del 4 maggio.
La situazione fu prontamente messa sotto controllo e non si hanno ulteriori segnalazioni di focolai da parte dell'Istituto zooprofilattico delle Venezie, che rappresenta il Centro di referenza nazionale per questa patologia.

L'influenza in Europa
In molti altri paesi europei la diffusione dell'influenza aviare desta invece molte preoccupazioni. Dalla fine di ottobre focolai di questa patologia sono segnalati in Ungheria, Polonia, Croazia, Germania, Austria, Svizzera, Danimarca e Paesi Bassi.
In tutti questi casi il virus interessato è l'H5N8, anch'esso dotato di alta patogenicità, come evidenzia un recente documento diffuso da Efsa, l'ente europeo per la sicurezza alimentare.

Nessuna conseguenza per l'uomo
E' bene puntualizzare che nessun caso di infezione da H5N8 è stato segnalato nell'uomo. Ad oggi non vi sono prove che l’influenza aviare possa trasmettersi all’uomo tramite il consumo di alimenti contaminati, in particolare prodotti a base di pollame e uova.
In ogni caso, e non solo nei riguardi dell'influenza, la cottura e un’attenta igiene in cucina possono eliminare gli eventuali rischi derivanti da cibi contaminati.

Vigilanza sanitaria
Trattandosi di un ceppo ad alta patogenicità, la presenza di questo virus desta però molta apprensione per gli allevamenti avicoli, visto il potenziale pericolo di una sua diffusione in altri paesi.
Per limitare questo rischio, tutti gli stati membri sono stati invitati dalla Commissione europea a una attenta vigilanza sanitaria e all'adozione di tutte le misure di biosicurezza per impedire l'ingresso del virus.

Da dove arriva
Sulla vie di diffusione del virus Efsa sta prestando assistenza per la raccolta dei dati epidemiologici, al fine di riesaminare i fattori di rischio, che coinvolgono anche gli uccelli migratori.
Le risultanze di questi studi saranno disponibili solo nel prossimo anno, ma già la Fao ha evidenziato la presenza del virus H5N8 nella popolazione selvatica. I dati risalgono a giugno e segnalano la presenza di questo virus in diverse specie di uccelli acquatici sul lago Ubsu-Nur, nella repubblica di Tyva, in Russia.

Le migrazioni
Il lago Ubsu-Nur, zona umida di grandi dimensioni, attira numerose specie selvatiche ed è lungo una rotta migratoria che interessa anche l'Europa.
Positività al virus presente in queste specie selvatiche è stato riscontrato tempo fa in focolai che si sono poi sviluppati in Europa durante l'inverno o la primavera successiva.
Episodi che invitano a prestare la massima attenzione e a mettere in atto tutte le possibili misure di prevenzione nei nostri allevamenti avicoli.