Si apre sotto buoni auspici questo 2014 per il Parmigiano Reggiano. Molti gli elementi che lasciano prevedere scenari positivi e fra questi il calo delle giacenze, aiutato da una flessione produttiva, fattori entrambi che allontanano il rischio di una caduta dei prezzi. Si fa poi meno pressante la concorrenza dei prodotti di imitazione, grazie alla crescita del prezzo del latte sui mercati mondiali, mentre si mantiene sostanzialmente stabile il consumo, calato nella GDO ma con spunti di ripresa nei canali diretti. Questi, in estrema sintesi, gli elementi salienti del bilancio 2013 che il Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano ha presentato alla stampa il 29 gennaio a Bologna
Bene i prezzi
Sul versante delle quotazioni, ha spiegato il presidente del consorzio di tutela, Giuseppe Alai, il 2013 si è presentato a due velocità. Nella prima parte dell'anno i prezzi hanno segnato una flessione rispetto al 2012 (8,74 euro, - 4,2%), mentre da agosto in poi il mercato è andato riprendendosi, raggiungendo a dicembre picchi di oltre nove euro kg, crescita poi continuata anche in questi ultimi giorni di gennaio, con massime di 9,40 euro/kg. Per quanto riguarda il consumo, sugli scaffali della grande distribuzione si è registrato un calo dell'1%, compensato però dalle vendite dirette dai caseifici e dagli altri canali, che hanno portato a casa un più 2,3%.
Export in crescita
Strategico poi per il futuro del parmigiano reggiano è l'andamento delle esportazioni. Nel 2013, ha tenuto a sottolineare il direttore del consorzio, Riccardo Deserti, sui mercati esteri sono state collocate oltre 45.000 t di prodotto con un aumento del 5%. La quota destinata all'estero ha così raggiunto il 34% ed è raddoppiata negli ultimi cinque anni. Ora si punta a raggiungere il 50% sul totale, obiettivo che si conta di conseguire nel 2020. Pensando al futuro, le strategie del Consorzio di tutela puntano anzitutto a dare stabilità ai redditi dei produttori. “Con decisione assembleare pressoché unanime - ha sottolineato il presidente Alai - a settembre è stato dato il via a quel piano di regolazione dell'offerta che lega il nostro sistema e individualmente ciascuno dei suoi 3500 allevatori, ad un governo della produzione che ponga fine ad oscillazioni che anche in passato hanno determinato crescite annue superiori al 7%.” Così, per il 2014, il piano approvato a settembre prevede una produzione di 3,25 milioni di forme, 29.000 in meno rispetto al 2013.
Numero forme prodotte | 3.279.156 |
Export | 34% |
Numero caseifici | 373 |
Numero allevatori | 3500 |
Bilancio Consorzio (euro, milioni) | 22,9 |
Investimento in promozione (euro, milioni) | 13,7 |
Promozione e controlli
A sostegno del consumo continueranno le promozioni, con investimenti importanti, sostenuti dal Consorzio, che per il 2014 mette in campo 13,7 milioni di euro. Una parte rilevante del bilancio del consorzio, che complessivamente ammonta a 22,9 milioni, sarà poi assorbita dalle attività di controllo e vigilanza. “Nel 2013 - ha sottolineato il direttore Deserti - sono state controllate 3,5 milioni di forme nei caseifici. A questi si sono aggiunti i controlli effettuati all'interno degli esercizi commerciali che complessivamente hanno coinvolto oltre 1700 punti vendita.” Un compito oneroso, ha concluso Deserti, ma necessario per assicurare a consumatori e produttori quella tutela che non può essere delegata ad altri.
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Autore: A G