Il latte crudo dovrà essere bollito. Lo ha deciso il sottosegretario alla Salute, Francesce Martini, annunciando in conferenza stampa che della questione se ne discuterà martedì prossimo in Consiglio superiore di sanità e successivamente in un vertice con il ministro dell'Agricoltura Zaia per ulteriori provvedimenti restrittivi. Presto, dunque, i 2 mila distributori di latte crudo non pastorizzato dovranno adeguarsi alle direttive del ministero della Salute, portando a conoscenza dei consumatori che prima di essere assunto va bollito, onde evitare contagi da agenti patogeni.
"Il provvedimento sarà preceduto da una campagna di informazione a tappeto", ha detto Martini. "Dal momento che la distribuzione di latte crudo non pastorizzato è un fattore di rischio per la salute - ha precisato - ci dovrà essere una capillare informazione: questo tipo di latte può essere assunto solo se bollito". E probabilmente un'ordinanza imporrà ai distributori di recare la dicitura 'latte da assumere solo se bollito'.
 
"Possiamo affermare - ha detto il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia - che questo modo nuovo di distribuire il latte ha riavvicinato i consumatori all'agricoltura dopo decenni di eccessivo consumismo”. “Piuttosto - prosegue il ministro - va ribadito che, come più volte ricordato, vale per il latte ciò che è vero per ogni prodotto crudo, cioè che bisogna ricordarsi di quel che con semplicità facevano e insegnavano le nonne prima dell'era dei prodotti in plastica: nel caso del latte, per esempio, che va bollito. Così come vanno bolliti i contenitori prima di utilizzarli”. “L'incontro del 10 dicembre servirà per aiutarci a diffondere massicciamente questi consigli e per ribadire la validità di queste modalità di vendita di un prodotto nazionale buono e insostituibile per un'alimentazione sana ed equilibrata”.

 

“Ad oggi i distributori di latte crudo in Italia rispettano tutte le leggi vigenti in materia come avviene negli altri paesi europei dove sono presenti”. E' quanto afferma Coldiretti nel sottolineare che “se si dovesse giustificare la necessità di indicazioni diverse da parte della autorità nazionali gli allevatori italiani saranno i primi ad applicarle".
 
"Abbiamo impiegato decenni per ottenere un latte esente da batteri nocivi per la salute umana e la moda del 'naturale' ci riporta indietro di un secolo". Lo afferma Primo Mastrantoni, segretario Aduc che invita a "bere latte pastorizzato (con eliminazione dei microrganismi patogeni) e da agricoltura biologica. Se proprio si vuole bere latte crudo, allora si può ricorrere ai vecchi sistemi quali la bollitura per 5 minuti".
 
"Prendiamo atto dell'eventuale decisioni del sottosegretario alla Salute di sospendere la vendita diretta di latte crudo in attesa della riunione urgente del Consiglio superiore di sanità, prevista il 9 dicembre, e dell'incontro tecnico-scientifico con il ministro delle Politiche agricole". Lo dichiarano i senatori del Pd Paolo De Castro e Colomba Mongiello che aggiungono: "restiamo  in attesa di una risposta urgente alla nostra interrogazione, anche alla luce dei frequenti casi di malattia provocata, nei bambini, dal batterio escherichia coli o157 e riconducibili al consumo di latte crudo. E' dal 2 ottobre che i senatori del Pd della Commissione Agricoltura del Senato chiedono al ministro Sacconi di intervenire sulla questa questione". "E' un elemento di preoccupazione - concludono i parlamentari - constatare che il governo si sia deciso ad adottare drastiche misure solo sull'onda della risonanza che alcuni quotidiani hanno dato ai recenti fatti di cronaca, piuttosto che alle sollecitazioni che noi abbiamo, da tempo, sollevato nelle competenti sedi istituzionali".
 
Il latte crudo, per legge, esce da una mammella sana e viene munto in un ambiente pulito e controllato. Per motivi igienici viene esclusa la mungitura a mano e, una volta munto, si dispone una tempestiva refrigerazione del prodotto. sul territorio nazionale può essere commercializzato solo in vendita diretta o attraverso i distributori autorizzati, dal produttore al consumatore. le verifiche delle condizioni igienico sanitarie sugli allevamenti di provenienza del latte in Piemonte sono continui e molto severi". Lo sottolinea in una nota la Cia regionale, secondo la quale "il latte crudo è controllatissimo. Presenta una carica batterica estremamente bassa. Quello acquistato nei distributori autorizzati può essere consumato direttamente senza ulteriori trattamenti. Nonostante i rigidi controlli sanitari, non si può tuttavia totalmente escludere, in casi estremi, la presenza di contaminanti, per i quali però lo sviluppo di malattia è molto raro. prossimo alla zero. chi non vuole proprio correre alcun tipo di rischio - conclude il comunicato - è sufficiente che scaldi il latte a 70° prima del consumo".