'Dal ritorno della 'vera fiorentina' sulle tavole dei consumatori italiani, sancita oggi dalla Commissione europea, ci si attende una ripresa dei consumi della carne bovina, in calo del 3,1% nel 2007, anche grazie al rilancio delle antiche razze bovine italiane il cui numero è cresciuto del 20% rispetto a prima della crisi della mucca pazza', è quanto afferma la Coldiretti nel commentare il via libera della Commissione europea con l'approvazione del regolamento che innalza da 24 a 30 mesi l'età dei bovini per i quali è consentita la commercializzazione di carne con la colonna vertebrale e che sarà pubblicata sulla gazzetta ufficiale europea in settimana per entrare in vigore tre giorni dopo. 'Dopo sette anni di divieto il ritorno della fiorentina 'matura' è', sottolinea la Coldiretti, 'un riconoscimento per gli allevatori che hanno investito sul fronte della qualità, della tracciabilità e della genuinità e della sicurezza dei prodotti, con una drastica riduzione del fenomeno Bse: dai cinquanta casi individuati nel 2001 al paio di casi del 2007 su circa 450.000 test effettuati sugli animali. Con la drastica riduzione dei casi di Bse in Italia ed in Europa vengono dunque meno tutti i limiti al ritorno in tavola del pregiato taglio e', sottolinea la Coldiretti, 'finisce dunque un'epoca di 'proibizionismo alimentare' iniziata nel Consiglio dei ministri agricoli della Ue il 29 gennaio 2001, quando per fronteggiare l'emergenza mucca pazza (Bse) era stata assunta la decisione di eliminare la colonna vertebrale dai bovini di età superiore a dodici mesi, condannando dal 31 marzo 2001 la fiorentina'.
I risultati dimostrano l'efficacia delle misure adottate per far fronte all'emergenza Bse come il divieto dell'uso delle farine animali nell'alimentazione del bestiame e l'eliminazione degli organi a rischio Bse dalla catena alimentare. Ma anche e soprattutto l'introduzione a partire dal 1° gennaio 2002 di un sistema obbligatorio di etichettatura che consente di conoscere l'origine della carne acquistata con riferimento agli Stati di nascita, di ingrasso, di macellazione e di sezionamento, nonché un codice di identificazione che rappresenta una vera e propria carta d'identità del bestiame.
Anche Confagricoltura commenta soddisfatta la notizia: 'Con l'approvazione da parte della Ue del regolamento che innalza da 24 a 30 l'età dei bovini ai quali è consentito mantenere la colonna vertebrale, torna finalmente sulle tavole degli italiani la 'vera' fiorentina che per tradizione viene da animali di 30 mesi'. Confagricoltura ricorda che il periodo di quarantena per questo prelibato taglio di carne, che da sempre fa parte della tradizione culinaria del nostro Paese, era cominciato il 7 Febbraio 2001, con le misure prese proprio in seguito alla crisi della Bse.
Diagnosticata per la prima volta nel Regno Unito nel 1986, la 'malattia della mucca pazza' ha raggiunto proporzioni epidemiche tanto da costituire un vero e proprio problema di sanità pubblica, a seguito della scoperta di un possibile legame tra la Bse e la variante umana, malattia di Creutzfeldt-Jakob, diagnosticata per la prima volta nel 1996.
Una buona notizia per tutti gli allevatori, che vedono premiato il proprio impegno, questo il punto di vista della Cia (Confederazione italiana agricoltori): 'Finalmente i consumatori italiani potranno mangiare la fiorentina ottenuta da bovini di 30 mesi. La decisione della Commissione europea premia così l'impegno e gli sforzi compiuti degli agricoltori italiani che si sono orientati sempre di più alla qualità, alla sicurezza, alla genuinità. In questo modo', ricorda la Cia, 'si potrà consumare la 'vera' fiorentina. E finisce, pertanto, in maniera definitiva l'emergenza Bse che tanti problemi ha causato alla nostra zootecnia, con particolari riflessi negativi per i redditi degli allevatori'.
La fiorentina dà vita ad un fatturato di oltre 200 milioni di euro, circa il 5% del totale complessivo della carne bovina italiana. Un fatturato al quale contribuiscono quattro milioni di turisti stranieri che, in vacanza in Italia, consumano ogni anno almeno una 'bistecca con l'osso' a testa.