Cavoli e cavolfiori, ma anche cavolo cappuccio, senza dimenticare né i broccoli, né i cavolini di Bruxelles: massimizzare la resa è obiettivo comune a tutti gli agricoltori, quindi anche per chi coltivi cavoli e altre brassicacee. Circa la concimazione autunnale, questa può essere la chiave per ottenere elevate rese e quindi un ottimo successo quali-quantitativo. 


Pochi e semplici sono in fondo i consigli in tal senso. Una corretta strategia di concimazione autunnale permette infatti alle piante di beneficiare di una apprezzabile prosperità invernale, ricevendo nutrienti essenziali come azoto, fosforo e potassio, ai quali se ne aggiungono altri i quali, sebbene siano apparentemente secondari, possono invece fare la differenza soprattutto in termini quantitativi.

 

Perché concimare le brassicacee in autunno

Obiettivi delle concimazioni autunnali è sostenere in primis la crescita radicale, stimolando e massimizzando lo sviluppo di radici abbondanti e robuste, tali da consentire alle colture di assorbire acqua e nutrienti in modo più efficiente. Ciò migliorerà la loro capacità di sviluppo durante l'inverno, permettendo loro di meglio assorbire i nutrienti durante la stagione di crescita successiva.


Inoltre, una equilibrata concimazione autunnale conferisce alle colture una maggiore tolleranza alle avversità abiotiche, riducendo il fabbisogno di fertilizzanti nella successiva primavera, grazie alla riserva di nutrienti accumulati in precedenza sia dalle piante, sia dal terreno. 


Quando poi la concimazione autunnale preveda l’impiego di fertilizzanti a base organica, come per esempio quelli contenenti acidi umici e fulvici, si ottiene anche il risultato di migliorare la salute generale del suolo, aumentandone in tal modo la fertilità, migliorandone la struttura e, di conseguenza, anche la capacità di trattenere la risorsa idrica.


Evitare gli eccessi e scegliere oculatamente i prodotti

Due i rischi cui ci si espone concimando le brassicacee in autunno: il primo, in caso di eccessi, è rappresentato da possibili squilibri nello sviluppo, specialmente in caso di eccessi azotati. Il secondo è di tipo ambientale, dovuto alle perdite di nutrienti lungo il profilo del terreno. Azoto innanzitutto. 


Per tali ragioni è necessario individuare puntualmente il reale grado di fertilità di ogni appezzamento, fornendo solo lo stretto necessario al superamento dell’inverno. Meglio se con concimi a lunga cessione, ideali per minimizzare le perdite per lisciviazione. 

 

Esigenze nutrizionali delle brassicacee

Cavoli, cavolfiori, broccoli e altre brassicacee hanno specifiche esigenze nutrizionali quanto ad azoto, fosforo e potassio. Esigenze che peraltro variano durante il ciclo di crescita. Circa l’azoto le brassicacee ne richiedono una quantità significativa soprattutto durante la fase di crescita vegetativa, ovvero quella che comprende la formazione di foglie e steli.

 

Durante tale fase è possibile impiegare concimi NPK che stiano tendenzialmente fra loro in rapporto 1:2:1. Per quanto questa sia una concimazione azotata "leggera", questo elemento risulta fondamentale nelle brassicacee per la sintesi delle proteine e, quindi, per la crescita delle radici e delle porzioni verdi delle piante. 


Quanto a fosforo e potassio, il primo macroelemento è utile soprattutto durante le fasi di radicazione e, successivamente, di fioritura, mentre il secondo diverrà fondamentale durante la fase di fruttificazione. Cioè quando piante possono massimizzare i raccolti. Inoltre, il potassio risulta coinvolto anche nella crescita dell’apparato radicale, conferendo quindi alle piante una maggiore efficienza nella regolazione del bilancio idrico.

 

Non solo NPK

Oltre che per i macroelementi, le brassicaceae hanno esigenze nutrizionali per diversi altri nutrienti, tra cui calcio, ferro, magnesio, manganese e zinco. Il primo di questi svolge un ruolo importante nella formazione delle pareti cellulari e nella divisione cellulare, cioè nello sviluppo dimensionale delle colture. Inoltre, è coinvolto nella regolazione del trasporto degli altri nutrienti all'interno delle piante. Una sua carenza può inoltre aprire la strada a fisiopatie come il marciume apicale dei frutti. 


Da parte sua il ferro è fondamentale nel processo di formazione della clorofilla e, di conseguenza, in quello della fotosintesi. La sua somministrazione è bene avvenga però tramite formulati di tipo chelato, meglio assorbibili dalle piante. 


Al fine di mantenere un ottimale equilibrio vegeto-produttivo, risultano utili anche elementi quali magnesio, manganese e zinco. Il primo è infatti anch’esso un costituente essenziale della clorofilla ed è quindi bene sia abbinato agli altri elementi somministrati alle colture per stimolarne e sostenerne lo sviluppo. Manganese e zinco, da parte loro, sono fondamentali in numerosi processi enzimatici alla base della regolazione metabolica delle piante.

 

No zolfo, no cavoli

L’odore dei cavoli, si sa, non è fra i punti di forza di queste colture. Cionondimeno, la concimazione con zolfo è indispensabile poiché questo elemento svolge diversi ruoli cruciali nel metabolismo delle piante, a partire dalla loro componente strutturale. Lo zolfo è infatti un componente essenziale di alcuni amminoacidi chiave, come cisteina e metionina, che sono le unità costituenti delle proteine e, parimenti, degli enzimi. Inoltre, lo zolfo è un componente di alcuni coenzimi come per esempio il coenzima A, coinvolto nel metabolismo energetico delle cellule.


Nell’ambito di una nutrizione equilibrata, lo zolfo può inoltre favorire l’assorbimento dal terreno di altri nutrienti essenziali come ferro, manganese e zinco. Un aspetto che diviene particolarmente importante in suoli con pH elevato, dove alcuni nutrienti possono diventare meno disponibili per le piante.


Infine, questo elemento rientra nella sintesi di composti volatili come gli isotiocianati, composti che possono svolgere un ruolo nell'autodifesa delle piante contro le avversità. Purtroppo, sono anche responsabili del caratteristico odore e sapore delle brassicacee. Un effetto per taluni sgradito, ma che può benissimo essere tollerato pur di beneficiare a tavola di tali colture orticole. 

 

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