Finiti sullo sfondo di un panorama in cui i costi di produzione erano in salita vertiginosa, fra carburante, energia, materie plastiche, anche i fertilizzanti hanno risentito della guerra in Ucraina e vanno annoverati fra le vittime della speculazione. Tuttavia, forse per via del loro uso sistemico, certamente, ma concentrato in alcune fasi di sviluppo fenologico delle colture agricole, il boom dei prezzi e la loro non sempre facile reperibilità negli ultimi mesi è passato in secondo piano rispetto alla crisi climatica (la siccità ha ridotto le produzioni di mais e complicato la gestione delle risorse idriche nei campi di mezzo Pianeta) e alla corsa dei listini dei cereali.

 

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Il tema dei fertilizzanti è tornato di stretta attualità, tanto che negli Stati Uniti l'amministrazione ha annunciato uno stanziamento di 500 milioni di dollari di aiuti per aumentare la produzione interna e sulla carenza globale di fertilizzanti si è mobilitata anche l'Onu. Una vera e propria operazione ribattezzata "salvataggio raccolti".

 

Il piano incarica Fao e Wto a mappare i fabbisogni di fertilizzanti, le restrizioni all'export in vigore e le difficoltà esistenti sul piano produttivo e su quello della logistica. L'iniziativa è stata promossa dalla Francia, che ricopre il ruolo di presidente del Consiglio di Sicurezza, e ha visto l'adesione della Commissione Europea, dell'Unione Africana e delle principali organizzazioni internazionali quali Fao, Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale e Wto.

 

L'emergenza fertilizzanti sta assumendo una portata mondiale, che si interseca con la proiezione di un incremento della popolazione, aspetto che inevitabilmente impone di affrontare la questione della sicurezza alimentare su scala globale.

 

Sul tema fertilizzanti è intervenuto anche Paolo De Castro, europarlamentare e capogruppo S&D in Commissione Agricoltura. "Abbiamo bisogno immediato di una risposta dell'Unione Europea per bloccare la corsa dei prezzi dei fertilizzanti, e garantirne una disponibilità adeguata al fabbisogno delle nostre aziende agricole", ha affermato De Castro in Aula a Strasburgo, alla presenza del commissario Ue all'Agricoltura, Janusz Wojciechowski.

 

Per garantire la competitività e la capacità produttiva agroalimentare dell'Ue, ha specificato De Castro, "dobbiamo eliminare quei vincoli, come la soglia dei 170 chili di azoto per ettaro l'anno, che ancora oggi limitano l'utilizzo di fertilizzanti organici, e lo sviluppo di veri sistemi di economia circolare, con lo sfruttamento del digestato".

L'europarlamentare ha raccomandato "una risposta europea capace di supportare il nostro sistema produttivo e accompagnarlo verso una sempre maggiore sostenibilità e indipendenza nelle produzioni più critiche: dal gas all'ammoniaca, necessari per la produzione di fertilizzanti, fino alle materie prime agricole che garantiscono la nostra sicurezza alimentare".

 

Non va dimenticato il fatto che Russia e Bielorussia costituiscono circa il 40% della produzione globale di potassio, e la Russia produce circa il 20% dell'azoto del mondo.

 

L'Ue dovrebbe dotarsi di una strategia europea per ridurre la dipendenza dalle importazioni di fertilizzanti. Così ha replicato il commissario Wojciechowski, intervenendo alla assemblea plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo, ma l'impressione - proprio mentre le stime calcolano che nel corso dell'estate è scesa dal 50% al 70% la produzione di ammoniaca nell'Unione Europea - è che si tratti di una risposta tardiva o, comunque, non proprio tempestiva. Fra le azioni alternative, in Germania sono aumentate le domande presso le borse del liquame, come soluzione tampone meno onerosa e organica.

 

Intanto, gli Stati Uniti hanno raddoppiato - passando da 250 a 500 milioni - gli incentivi pubblici finalizzati a incrementare la produzione interna di fertilizzanti, così da contrastare gli aumenti dei prezzi causati dalla guerra in Ucraina. In base a quanto dichiarato dall'Usda, il Dipartimento di Stato all'Agricoltura, gli incentivi continueranno ad essere erogati sotto forma di sovvenzioni dirette. I finanziamenti, in particolare, saranno assegnati in via prioritaria alle imprese in grado di aumentare la disponibilità di fertilizzanti per le campagne 2023 e 2024.

"Anche se gli Stati Uniti producono una grande quantità di fertilizzanti azotati e fosfatici - ha precisato Josh Linville, direttore dei fertilizzanti per StoneX - importiamo ancora quasi il 20% del nostro fabbisogno di fertilizzanti e il mercato globale è a dir poco traballante".

 

Dallo scorso luglio, inoltre, la Cina ha esteso il divieto alle esportazioni di fertilizzanti, sia fosfati che prodotti a base di azoto. L'impatto non sarà di poco conto, alla luce del fatto che storicamente il gigante asiatico ha rappresentato almeno il 25% del fosfato scambiato a livello mondiale.

 

Dagli Stati Uniti arriva l'invito, estremamente concreto, da parte di Jason Troendle, economista insieme a Linville per The Fertilizer Institute: "Il primo passo è testare il suolo per comprendere le tue esigenze di nutrienti. Quindi puoi determinare come e dove utilizzare questo input ad alto costo nel modo più efficiente".