Mantova è la provincia lombarda maggiormente colpita dal problema delle nutrie, roditori non autoctoni che scavano gallerie lungo gli argini di canali e fiumi, compromettendone la stabilità. Inoltre possono cibarsi di alcune specie coltivate, come il riso o il frumento, arrecando un danno diretto alla sostenibilità economica delle aziende agricole.

 

A lanciare l'allarme è Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura Mantova, che ci parla di una "situazione tragica e di un territorio devastato dalle nutrie". Secondo Cortesi "è impensabile che qualcuno metta ancora in dubbio la gravità della situazione".

 

Mantova è la provincia lombarda con la più alta densità di nutrie, che qui trovano un ambiente ideale di crescita. Basti pensare che una femmina può avere due-tre cucciolate all'anno e che ogni volta partorisce, in media, cinque esemplari, che nel giro di sei-dieci settimane hanno raggiunto l'età adulta e sono quindi in grado di riprodursi. Con queste premesse, i numeri fanno presto ad aumentare.

 

Provincia e comuni provano ad arginare questa invasione attraverso, ad esempio, la figura del coadiutore dei piani di abbattimento, agricoltori e cacciatori formati per installare trappole e, nel caso dei cacciatori, abbattere in loco gli animali. Nel 2021 sono stati abbattuti 67mila esemplari, scesi a 62mila nel 2022 e a 52.318 lo scorso anno. Numeri che, secondo Alberto Cortesi, permettono di tamponare la situazione ma non certo di risolverla.

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Per dare una risposta al settore agricolo la provincia di Mantova si è dotata di un nuovo "Piano provinciale triennale di contenimento ed eradicazione della nutria 2024", in linea con il Piano regionale, che prevede vincoli meno stringenti per gli abbattimenti e anche degli incentivi economici.

 

Il vincolo degli orari di cattura per gli operatori è stato revocato, consentendo a questi ultimi di uscire in qualsiasi momento nelle 24 ore, anziché solo fino alle 22:00 come in precedenza. Si tratta di una modifica importante, essendo la nutria un animale prevalentemente notturno. Inoltre sarà possibile l'abbattimento con carabine ad alto impatto, con potenza superiore ai 7,5 joule. Infine, gli operatori autorizzati alla cattura saranno nominati dai comuni, ma dovranno ricevere l'autorizzazione dalla provincia per poter operare su tutto il territorio mantovano.

 

"L'uso di carabine ad alto impatto, che funzionano ad aria compressa, permette di sparare senza emettere alcun rumore. Questo consente di abbattere la nutria senza che questa scappi a causa dello scoppio", ci racconta Cristiano Colli, dirigente della Polizia Provinciale e della Protezione Civile. "Inoltre abbiamo organizzato dei nuovi corsi per i coadiutori e sono stati autorizzati centoventi nuovi operatori sulla provincia".

 

Novità importante, resa possibile dai finanziamenti arrivati da Regione Lombardia, è il fatto che da quest'anno l'incentivo economico per ogni abbattimento è più cospicuo: 5 euro a capo abbattuto. "Questo incentivo è sicuramente importante e vediamo già dai numeri che le catture sono in aumento rispetto all'anno passato", sottolinea Colli.

 

La sensazione però è quella di svuotare il mare con un cucchiaio. La provincia di Mantova è infatti molto vasta ed è un territorio dove le nutrie hanno a disposizione cibo e riparo e quindi si riproducono velocemente. A complicare la situazione è il fatto che le province limitrofe non mettono in campo gli stessi sforzi di contenimento e che anche alcuni comuni all'interno della provincia di Mantova non fanno alcuno sforzo per effettuare le catture.

 

Cartina del numero delle catture di nutrie per comune

Numero delle catture di nutrie per comune

(Fonte foto: Provincia di Mantova)

 

A dirlo sono i numeri. Sono molti i comuni a quota zero, come ad esempio Cavriana, Commessaggio, Magnacavallo, Medole, Monzambano, Poggio Rusco, Pomponesco, Ponti sul Mincio, Porto Mantovano, Rivarolo Mantovano, San Giacomo delle Segnate, San Giovanni del Dosso, Solferino e Sustinente.

 

"La maggior parte dei comuni della provincia è attiva negli abbattimenti, mentre c'è un gruppo ristretto di amministrazioni che per ragioni ideologiche non interviene o lo fa in maniera blanda", sottolinea Cristiano Colli. "Spero che con il Piano regionale triennale 2024-2026 per l'eradicazione, controllo e contenimento delle nutrie le cose cambino e che tutte le province e i comuni adottino la stessa strategia di contenimento".

 

Oggi la stragrande maggioranza delle nutrie viene catturata con le trappole e poi abbattuta in un secondo momento per garantire che non soffrano, mentre un numero minore di animali viene abbattuto in campo con armi da fuoco.

 

"Servirebbe diminuire ancora di più i vincoli alle catture e fare in modo che tutti i comuni partecipino al contenimento e auspicabilmente all'eradicazione di questo animale che crea importanti danni alla nostra agricoltura", conclude Alberto Cortesi.