La Giunta Regionale delle Marche ha dato il via libera alla redazione del Piano Regionale Straordinario per la Gestione e il contenimento della fauna selvatica.

 

Uno strumento che stabilirà le modalità di attuazione del Piano Straordinario di Contenimento della fauna selvatica previsto dal Decreto Ministeriale del 13 giugno 2023, accanto a cui verranno poi affrontati altri aspetti come l'organizzazione delle zone di caccia, il miglioramento degli indennizzi dei danni causati dagli animali e la realizzazione di una filiera controllata delle carne di cinghiale.

 

Per il presidente della Regione Francesco Acquaroli si tratta di un provvedimento atteso da moltissimo tempo, che finalmente pone il contenimento della fauna selvatica come priorità del governo regionale e dà dignità ad un settore strategico come l'agricoltura.

 

L'obiettivo di fondo è quello di rendere più facili e veloci le operazioni di abbattimento e di cattura dei selvatici, in particolare dei cinghiali, su tutto il territorio regionale, aree protette comprese, come previsto anche dal Decreto Ministeriale.

 

Nel dettaglio, il piano dovrà tenere conto di alcuni punti fondamentali e dare indicazioni dettagliate per il contenimento dei cinghiali.

 

Prevederà la possibilità di far abbattere gli animali anche dai proprietari o dai gestori dei fondi o da persone da loro delegate, in modo da rendere più rapidi ed efficaci gli abbattimenti.

 

Ovviamente tutte le persone coinvolte negli abbattimenti dovranno possedere una licenza di caccia ed essere adeguatamente formati, con una formazione che sarà affidata anche alle organizzazioni agricole nazionali più rappresentative.

 

Inoltre, le misure di attuazione regionale e gli interventi previsti dal Piano Straordinario non saranno soggetti a valutazione ambientale strategica né a valutazione di incidenza ambientale e riguarderanno l'intero territorio regionale, incluse le aree protette che, nei limiti previsti dal piano e dal Decreto Ministeriale del 13 giugno 2023, non potranno opporsi, pena il commissariamento dell'ente gestore dell'area protetta stessa.

 

Il tutto, come previsto anche dalla normativa nazionale, da attuare con le risorse economiche e di personale già previste dalla leggi vigenti.

 

Alla stesura del piano poi si affiancheranno anche altre iniziative, come ha ricordato l'assessore all'Agricoltura Andrea Maria Antonini, tra cui la riforma degli ambiti territoriali di caccia (Atc), la modifica dell'articolo 41 della Legge regionale sulla caccia per dare più fondi per gli indennizzi dei danni causati dai cinghiali e la realizzazione di un progetto sulla filiera della carne di cinghiale che sarà portato avanti con la Coldiretti regionale.