Recupero di almeno 25mila chilometri di corsi d'acqua attraverso la rimozione delle opere artificiali, incremento degli impollinatori e delle aree verdi, diminuzione dell'uso di prodotti fitosanitari, piantagione di almeno 3 miliardi di alberi e recupero delle torbiere e delle aree umide.
Sono questi gli obiettivi della Legge sul Ripristino della Natura nata da una proposta della Commissione Europea del 22 giugno 2022.
Si tratta di un Regolamento, che è quindi direttamente applicabile in tutti i Paesi membri dell'Unione Europea, che vuole ripristinare le aree naturali degradate fino ad arrivare a una salvaguardia del 20% degli ecosistemi terrestri e marini Ue entro il 2030, del 60% entro il 2040 e del 90% entro il 2050, con l'effetto di migliorare clima, biodiversità e sicurezza alimentare.
Si parla quindi di pulizia, bonifica, rimboschimento se e dove necessario e messa in sicurezza dei siti naturali come prati, foreste, fiumi, laghi e mari.
Ma quali saranno gli effetti sull'agricoltura di questa Legge sul Ripristino della Natura?
Le preoccupazioni del settore agricolo infatti non mancano, come non mancano le richieste da parte delle associazioni di categoria italiane, tanto che l'intera Legge è stata "ammorbidita" proprio nei confronti dell'agricoltura.
Guarda il video del nostro inviato a Bruxelles Alessio Pisanò se sei curioso di scoprire i mal di pancia degli agricoltori e le richieste che hanno fatto.
Legge sul Ripristino della Natura e effetti sull'agricoltura
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