Più fondi per l'agricoltura per evitare che la produzione alimentare europea crolli e portare avanti una lotta serrata alla concorrenza sleale e al rafforzamento delle misure contro le pratiche sleali, anche per tutelare il reddito dei produttori e salvaguardare le filiere. L'assemblea estiva della Coldiretti fissa bene i paletti, e lo fa parlando direttamente all'Europa, in particolare alla nascente Commissione che sarà guidata di nuovo da Ursula von der Leyen.

 

Punto fondamentale per la Coldiretti - che ospita in platea il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, e il ministro per le Politiche Europee e il Pnrr Raffaele Fitto - è "non mettere a rischio i 620 miliardi di euro del sistema agroalimentare italiano, realizzando una politica del 'fare'".

 

Prima richiesta, la semplificazione della burocrazia e di tutte le regole che gravitano intorno alla Pac e che "al momento pesano sulle aziende" come viene fatto notare: "Oggi un agricoltore spende un terzo del suo tempo per riempire moduli e carte". Si passa poi all'estensione dell'etichetta d'origine delle materie prime per i prodotti alimentari, ai correttivi al Regolamento sul packaging (riuso e riciclo), e allo stop definitivo al Nutriscore, l'etichetta a semaforo,  che - si ribadisce - "mette a rischio 13 miliardi di prodotti di eccellenza del made in Italy, a partire dal Grana Padano Dop".

 

La Politica Agricola Comune - ricorda la Coldiretti, mettendo in chiaro anche il valore economico delle richieste - in Europa muove 386 miliardi di euro fino al 2027; di questi, 35 miliardi sono per l'Italia.

Servono più risorse all'agricoltura, spiega il presidente della Coldiretti Ettore Prandini: sono necessarie "per sostenere la produzione messa sempre più a rischio dagli effetti dei cambiamenti climatici e dalle tensioni internazionali. Due fattori che fanno esplodere i costi di produzione, abbassando il reddito degli agricoltori, come è accaduto in questi ultimi anni".

 

"Ci sono delle aperture importanti sul piano dell'agricoltura che però devono essere supportate da fatti concreti - afferma Lollobrigida riflettendo sulle parole del discorso programmatico di von der Leyen - e quindi al di là delle enunciazioni noi siamo abituati a dare giudizi su quello che avviene". Secondo il ministro serve "un'attenzione maggiore all'agricoltura e alle imprese, non solo perché ci danno buon cibo, ma perché all'interno dei Trattati di Roma c'era l'indicazione di sostegno agli agricoltori", sia per "la produzione" sia per la garanzia di "un reddito come custodi del territorio". Per Lollobrigida è questa "la chiave di lettura per rafforzare le misure in favore del mondo agricolo: la sua funzione di sicurezza alimentare e insieme di tutela dell'ambiente".

 

Coldiretti è pronta a collaborare sul Green Deal "anche con le associazioni ambientaliste, se si utilizzano dati di carattere scientifico e tecnico, mettendo da parte approcci ideologici".

 

"A chi dice che la Politica Agricola Comune pesi troppo sul bilancio europeo - osserva Prandini - serve ricordare che negli Usa il Farm bill vale 1.400 miliardi di dollari in dieci anni, mentre la Cina con molto più sostegno pubblico attualmente produce il 70% in più dell'intera produzione agricola dell'Unione Europea". Diventa fondamentale quindi che "la nuova Commissione Ue aumenti il budget per l'agricoltura per evitare che la produzione alimentare europea crolli". Poi al Governo italiano chiede un'accelerazione sul Piano Invasi per "salvare il comparto agroalimentare".