In questi ultimi giorni il prezzo del gasolio agricolo è tornato a scendere, ma rimane comunque a livelli impensabili fino a qualche anno fa. Se si prende in considerazione lo stesso periodo del 2021, un litro di gasolio alla pompa si aggirava intorno a 0,70 euro al litro, oggi siamo intorno a 1,40 euro con un raddoppio dei prezzi.

 

Per gli agricoltori questo significa un aumento diretto dei costi.  La speranza è che le quotazioni di mercato dei prodotti agricoli si adeguino. Un segnale incoraggiante in questo senso arriva dal comparto lattiero-caseario, dove che le quotazioni del latte sono al riazo.

 

Costi: aumenti a cascata

Per gli agromeccanici i problemi, oltre alla difficoltà di calcolare i maggiori costi delle lavorazioni soprattutto con il prezzo del gasolio agricolo che sale e scende continuamente, riguardano il fatto che gli aumenti inevitabilmente si ripercuotono sugli agricoltori clienti.

 

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"D'altronde all'aumento dei costi del gasolio deve corrispondere un aumento delle tariffe, altrimenti i conti a fine anno non tornano. Impensabile ipotizzare che i contoterzisti possano assorbire aumenti di costo così elevati", spiega ad AgroNotizie Roberto Guidotti del Cai (Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani) .

 

Contoterzisti: I conti non tornano

Secondo i dati forniti proprio dal Cai, con un prezzo del gasolio di circa 1,4 euro al litro, gli incrementi di tariffa devono andare da un minimo del 6,5% per le operazioni di rullatura, al 23% per la fresatura, al 22% dell'aratura su terreni pesanti.

 

Prendiamo ad esempio l'aratura di terreni a medio impasto dove il consumo medio di gasolio è di circa 45 litri ad ettaro. Lo scorso anno, con un prezzo del gasolio a 0,75 euro/litro, una tariffa corretta si aggirava intorno ai 150 euro. Oggi, con la pompa che segna 1,40 euro/litro, la tariffa dovrebbe essere intorno ai 180 euro.

 

Quale aumento per le tariffe? Dipende dalla lavorazione

È ovvio poi che, a seconda di quanto incide il gasolio sulla singola lavorazione, l'incremento deve essere più o meno consistente. Sempre considerando l'aratura, per terreni pesanti servono circa 65 litri di gasolio ad ettaro. La tariffa attuale è di circa 190 euro ma, con questi costi, dovrebbe salire intorno ai 230 euro: un incremento del 22% rispetto ad un 19% della lavorazione precedente.

 

E così via per tutte le altre attività svolte dai contoterzisti. Il costo d'impiego di una falcia trinciacaricatrice, che consuma 70 litri ad ettaro, dovrebbe passare da 280 a 325 euro. L'attività di falciatura di medicai e prati, che di litri ne consuma appena 8, dovrebbe prevedere un rialzo da 40 a 45 euro.

 

"Le tabelle con tutti i costi sono disponibili presso le associazioni aderenti al Cai e costutioscono una buona traccia per rivedere le proprie tariffe", spiega Guidotti. "Ci tengo a sottolineare che ogni contoterzista dovrebbe farsi i propri conti per evitare di avere problemi a fine anno".

 

Rincari, non incide solo il gasolio

Anche i conti fatti da Uncai sono in linea. Il prezzo del gasolio agricolo ha una incidenza sui costi di produzione che va dal 7 al 12% nelle lavorazioni leggere e arriva fino al 30-35% in quelle più pesanti. Quando andiamo a considerare attività particolari, come l'essiccazione, l'incidenza sale al 45%.

 

Ma il prezzo del gasolio non è l'unica voce di costo a preoccupare gli agromeccanici. Ci sono anche altre spese vive, come le parti di ricambio o i pneumatici. Nell'ultimo anno quasi tutti gli input produttivi sono aumentati mettendo sotto stress i già risicati margini della categoria.

 

Il consiglio, anche da parte di Uncai, è quello di non aspettare ad adeguare le tariffe applicate agli agricoltori nella speranza che sia poi il mercato a remunerare correttamente il loro lavoro e quindi, indirettamente, anche quello dei contoterzisti.