Il Nuovo Regolamento Europeo Fertilizzanti (Regolamento Ue 2019/1009) entrerà ufficialmente in vigore il 16 luglio 2022. La principale novità è che con la nuova norma finalmente si estende l'ambito di applicazione anche ai concimi organici e agli attesissimi biostimolanti, rappresentanti di una buona alternativa ai fertilizzanti di sintesi.

Da questo punto di vista si potrebbe definire quasi un sollievo: in un contesto in cui il prezzo dei fertilizzanti convenzionali sta aumentando tantissimo, qualsiasi cosa possa portare ad una riduzione del loro utilizzo diventa molto utile per gli agricoltori. Ma queste non sono le uniche novità.

Il 19 novembre 2021 a Piacenza si è tenuto un incontro con professionisti e accademici del mondo agrofarmaceutico per parlare del "L'impatto per le aziende del Nuovo Regolamento Europeo Fertilizzanti: aggiornamenti normativi, opportunità e crescita".

L'evento è stato organizzato dalla Facoltà di Agraria dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e da Vitalia Consulting, una società di consulenza che dal 2012 non solo supporta le aziende dal punto di vista normativo e regolatorio ma le affianca a partire dallo sviluppo della formulazione dei prodotti, fino alla sperimentazione in campo e alla consulenza legale.


Il Nuovo Regolamento

Il Regolamento (Ue) 2019/1009 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 5 giugno 2019 stabilisce norme relative alla messa a disposizione sul mercato di prodotti fertilizzanti dell'Ue.

Con questa norma vengono modificati il Regolamento (Ce) n. 1069/2009 recante norme sanitarie relative ai sottoprodotti di origine animale e ai prodotti derivanti non destinati al consumo umano e il Regolamento (Ce) n. 1107/2009 relativo all'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari e viene abrogato il Regolamento (Ce) n. 2003/2003 relativo ai concimi.

Partendo dal presupposto che tutti gli stati membri hanno norme nazionali sui fertilizzanti e il mutuo riconoscimento consente la vendita di fertilizzanti nazionali, questo sistema si è dimostrato particolarmente difficile da applicare. La libera circolazione tra gli stati membri mediante il mutuo riconoscimento spesso è stata ostacolata da norme nazionali divergenti che hanno comportano costi aggiuntivi per le aziende e difficoltà nel fare controlli sui prodotti.


È da qui che è nata la necessità di un Nuovo Regolamento che ha i seguenti obiettivi:

  • armonizzare a livello europeo i fertilizzanti di origine organica e da materiale di recupero;
  • fissare condizioni armonizzate per la messa a disposizione sull'intero mercato interno di concimi ottenuti da materiali riciclati o organici allo scopo di offrire un consistente incentivo al loro ulteriore impiego;
  • promuovere lo sviluppo dell'economica circolare e favorire un processo di sostituzione dei fertilizzanti di origine inorganica tradizionali;
  • produrre fertilizzanti da rifiuti biodegradabili riciclati e da altre materie prime secondarie che implica la produzione di risorse biologiche rinnovabili e la conversione di queste risorse e flussi di rifiuti in prodotti con valore aggiunto.


Il Nuovo Regolamento ha un approccio diverso: se prima si spiegava per ogni fertilizzante come produrlo, adesso vengono definiti una serie di materiali costituenti che possono essere utilizzati, i processi che devono subire e i prodotti che devono essere conformi ai requisiti essenziali di qualità, sicurezza ed etichettatura descritti negli allegati al Regolamento. Se necessario la valutazione di conformità dei prodotti dovrà essere effettuata da organismi notificati, in caso contrario sarà sufficiente l'autocertificazione.

Questo provvedimento è una novità per tutti i paesi dell'Ue e cambia radicalmente il funzionamento della filiera dei fertilizzanti, introducendo la necessità della Conformità Ce come condizione per l'immissione in commercio, mentre prima era sufficiente il rispetto dei requisiti di legge e una corretta etichettatura.

In sostanza, il produttore adesso deve far valutare da un apposito ente accreditato dalle autorità nazionali preposte se le caratteristiche del prodotto sono conformi ai requisiti della norma (ad esempio per un concime potrebbe essere il tenore massimo in metalli pesanti, l'assenza di contaminanti, ecc.) mediante la realizzazione di apposite prove secondo determinati standard che fissano le metodiche analitiche da adottare.

Il Nuovo Regolamento è diviso quindi in 53 articoli e 5 allegati che riguardano:

  • le categorie funzionali del prodotto (Pfc);
  • le categorie di materiali costituenti (Cmc);
  • la prescrizione di etichettatura e tolleranze;
  • la procedura di valutazione della conformità;
  • la dichiarazione Ue di conformità.


E la normativa nazionale?

Il Nuovo Regolamento europeo è facoltativo e per questo non ostacola la messa a disposizione di concimi non armonizzati sul mercato interno. Al contrario, è richiesto per quei prodotti che recano la marcatura Ce al momento della loro messa a disposizione sul mercato.

È per questo che mantenere una legge nazionale sui fertilizzanti dipende dalla volontà dei singoli stati membri: il paese membro può scegliere se continuare a vendere i fertilizzanti nazionali con le proprie leggi nazionali o meno.

In Italia il quadro normativo attuale riguarda il decreto legislativo 29 aprile 2010 n 75 per i prodotti immessi sul mercato come concimi Ce e i concimi nazionali, ammendanti, correttivi, substrati di coltivazione e prodotti ad azione specifica. Con l'entrata in vigore del Nuovo Regolamento dovrebbe uscire un nuovo decreto legislativo che modifica alcuni aspetti e azioni. I lavori sono già cominciati ma ad oggi non si sa quando termineranno.

Finalmente i biostimolanti

Il Nuovo Regolamento introduce nuove tipologie di prodotto, a cominciare dagli attesissimi biostimolanti che con la modifica del Regolamento 1107 guadagnano finalmente una definizione appropriata: Biostimolante delle piante è qualunque prodotto che stimola i processi nutrizionali delle piante indipendentemente dal suo tenore di nutrienti, con l'unica finalità di migliorare una o più delle seguenti caratteristiche della pianta o della rizosfera della pianta:

  • efficienza dell'uso dei nutrienti;
  • tolleranza allo stress abiotico;
  • caratteristiche qualitative;
  • disponibilità di nutrienti confinati nel suolo o nella rizosfera”.


Questi sono divisi in biostimolanti microbici e non microbici. Un biostimolante microbico delle piante è costituito da un microrganismo o da un consorzio di microrganismi e quelli ad oggi consentiti sono: Azotobacter spp., funghi micorrizici, Rhizobium spp. e Azospirillum spp..

Quelli non microbici si dividono a loro volta in biostimolanti con azione sul suolo che comprendono funghi micorrizici ed estratti umici e biostimolanti con azione sulla pianta cioè gli idrolizzati proteici di erba medica, gli idrolizzati enzimatici di fabacee, l'epitelio idrolizzato animale, l'estratto di erba medica, alghe e melasso e l'estratto acido di alghe appartenenti all'ordine Fucales.

A partire dal 2022 quindi i biostimolanti potranno godere di un'etichetta tutta nuova, fortemente richiesta dalla filiera e dagli utilizzatori. Finalmente ci sono indicazioni più chiare e precise su cosa potrà essere considerato un prodotto biostimolante e cosa no.

A questo scopo però il prodotto deve rispettare quattro claim che ne validino l'efficacia attraverso prove sperimentali: efficienza dell'uso dei nutrienti, tolleranza allo stress abiotico, caratteristiche qualitative delle colture, disponibilità di nutrienti confinati nel suolo e nella rizosfera. Ed è ovvio che le stesse prove sperimentali dovranno essere condotte secondo determinati standard, attualmente ancora in fase di discussione.

Una serie di parametri, infatti, dovranno essere dimostrati attraverso protocolli specifici standardizzabili. L'elenco degli standard verrà pubblicato entro aprile 2022 e comprenderà la validazione dei claim, la presenza di contaminanti e altre sostanze non ammesse, la presenza di patogeni organici e di microrganismi benefici, la definizione della terminologia scientifica e l'indicazione dei metodi di campionamento specifici.

Il Cen (Comitato europeo di normazione) sta elaborando questi standard attraverso prove analitiche e riproducibili. L'Italia ha il ruolo di definire i microrganismi patogeni e non e di determinare tutte le terminologie scientifiche per la creazione di un glossario dei biostimolanti.

Conclusioni

Il convegno ha fornito diversi spunti di riflessione. È intervenuto anche Gian Marco Centinaio, sottosegretario di Stato delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

Secondo Centinaio, in questo momento storico in cui l'agricoltura si sta letteralmente rivoluzionando, "la politica deve fare di più, e deve lavorare per perseguire tre obiettivi: agevolare la ricerca scientifica per rendere l'agricoltura più produttiva, favorire la sperimentazione sul campo e non tenerla relegata nel laboratorio, aiutare la filiera con strumenti adeguati permettendo a chi fa agricoltura di lavorare".

Per l'amministratore di Vitalia Consulting, Stefano Jondini "la regolamentazione che sta per entrare in vigore sarà estremamente impattante, ma quelle che adesso sembrano delle criticità possono invece trasformarsi in opportunità". Il mercato dei biostimolanti, per esempio, solo in Italia ha un fatturato che supera 1 miliardo di euro l'anno; per questo secondo Jordini "la nuova normativa comunitaria consentirà alle aziende di crescere non solo in ambito europeo, ma anche a livello intercontinentale".