Per sviluppo sostenibile si intende uno sviluppo in grado di assicurare "il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri" (Commissione mondiale per l'ambiente e lo sviluppo, 1987).

Il concetto di sostenibilità, in questa accezione, viene collegato alla compatibilità tra lo sviluppo delle attività economiche e la salvaguardia dell'ambiente. Grazie al concetto congiunto di sostenibilità economica e ambientale, negli anni è stato ritenuto di estrema importanza modificare il proprio approccio nei confronti delle attività produttive, compresa quella agricola, verso un utilizzo più consapevole delle risorse e una gestione razionale delle stesse.
In quest'ottica le pratiche come il compostaggio, che prevedono il riutilizzo di un materiale considerato rifiuto al fine di generare una risorsa, devono essere alla base delle politiche agro-ambientali e della gestione aziendale.
 
Ciclo di vita di un prodotto
Schema del ciclo vita di un prodotto
(fonte foto: © www.solidworks.it)

 
Al fine di valutare le interazioni che un prodotto o un'attività hanno con l'ambiente, considerando l'intero ciclo di vita, negli ultimi decenni si è fatto uso crescente del metodo del Life cycle assessment (LCA).
Effettuare un'analisi LCA significa, quindi, analizzare la storia di un prodotto o di un processo "dalla culla alla tomba", descrivendone le prestazioni ambientali attraverso appositi modelli operativi.
L'analisi considera gli impatti del caso esaminato nei confronti della salute umana, della qualità dell'ecosistema e dell'impoverimento delle risorse. Conoscere l'impatto di ciascuna fase del ciclo di vita del prodotto o del servizio offerto permette di individuarne i fattori limitanti e le potenzialità di ottimizzazione, diminuendo costi e sprechi.

Obiettivo di questo studio è stato calcolare mediante metodologia LCA gli impatti generati dall'impiego di compost e separato solido in orticoltura e maiscoltura, confrontando i risultati ottenuti con gli impatti riferiti alla gestione colturale con pratiche convenzionali per le medesime colture e negli stessi siti oggetto d'indagine.
La sperimentazione ha avuto luogo per più annate agrarie (2014, 2015 e 2016), mantenendo invariate le operazioni colturali principali di anno in anno cosicché le eventuali differenze significative rilevate avessero origine soltanto dalle diverse gestioni colturali adottate in termini di fertilizzazione.
Tale sperimentazione ha permesso di evidenziare, attraverso i risultati dell'analisi LCA, che per la coltivazione di mais l'impiego di separato solido risulta il trattamento meno impattante sull'ambiente, seguito dal trattamento compost e infine dalla gestione tradizionale con i fertilizzanti minerali.
La differenza tra il compost e il separato solido è principalmente legata ai maggiori dispendi energetici dovuti alla fase di compostaggio stessa.
Prove su mais
Inquadramento geografico della prova su mais nel sito sperimentale del Disafa - Unito, Tetto Frati (Carmagnola - To)

Consulta i principali impatti dei trattamenti a confronto nel triennio sulla coltura del mais

Il maggiore impatto dell'urea, nonostante le più alte performance produttive, è invece dovuto alla produzione del fertilizzante stesso. Per quanto riguarda le colture orticole, invece, è stata registrata una situazione opposta, con il trattamento compost che è il più impattante e il minerale il meno inquinante.
Tale condizione è riconducibile agli impatti generati dai surplus di nutrienti, che sono maggiori laddove gli apporti sono stati maggiori: il compost ha infatti ricevuto maggiori quantità di NPK e questo non è stato completamente compensato dai maggiori asporti.

Tuttavia, è opportuno considerare che, tali matrici organiche presentano una lenta cessione degli elementi nutritivi nel suolo e un incremento negli anni del contenuto di carbonio nel terreno, agevolando l'assorbimento da parte delle radici dei macro e micro-nutrienti proprio nella fase in cui la coltura presenta i maggiori asporti. Ciò determina tendenzialmente l'ottenimento di rese superiori con l'utilizzo di compost rispetto alle altre gestioni. I rapporti relativi tra i trattamenti potrebbero cambiare quando si terrà in opportuna considerazione la variazione dello stock di carbonio nel suolo e il beneficio ambientale legato alla produzione di biogas.
 
Prove su orticole
Inquadramento geografico della prova su orticole nel sito di Grugliasco - To (azienda Grandi)

Consulta i principali impatti dei trattamenti a confronto nel triennio sulla lattuga

Un ulteriore affinamento dell'analisi energetica che tenga conto anche della quota di energia derivante dalla produzione dell'impianto di biogas a monte della presente analisi potrebbe modificare gli scenari descritti.
Risulta di grande interesse considerare come l'attuale pensiero in ambito agronomico europeo stia evolvendo verso l'importanza della valorizzazione dei servizi agroecosistemici, quali lo stoccaggio di carbonio.

Sarà interessante, una volta conclusa la fase di sperimentazione del progetto Life+, che terminerà nel 2018, implementare l'analisi LCA con i dati di stoccaggio di carbonio nel suolo e la produzione di energia verde a monte del processo di compostaggio, modificando i confini del sistema in fase progettuale e aggiungendo all'analisi i dati relativi l'annata agraria 2017, così da valutare in modo complessivo il possibile vantaggio ambientale derivante dall'uso del compost, anche rispetto al trattamento con il separato solido.

In conclusione, questo studio, volto a valorizzare l'utilizzo del compost in agricoltura analizzando tale matrice come una risorsa in termini ambientali, energetici ed economici, ha evidenziato taluni aspetti migliorabili connessi alla filiera di produzione del compost e alla sua gestione aziendale.

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Per eventuali contatti: emilio.macariogioanas@gmail.com

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