Più controlli alle frontiere per salvare gli agrumi italiani dalle malattie causate dalle importazioni da Paesi terzi. Nel solo periodo gennaio-agosto di quest'anno sono state ben 33 le intercettazioni di Cbs (citrus black spot) su frutti provenienti dal Sudafrica. Confagricoltura lancia l'allarme tornando sul pericolo che minaccia il settore agrumicolo italiano originato dalla Guignardia citricarpa Kiely, il fungo patogeno che causa la malattia degli agrumi conosciuta come Cbs.

 

"Se i nostri agrumi fossero attaccati da questa fitopatia - afferma Giosuè Arcoria, presidente della Federazione Nazionale Agrumi di Confagricoltura - l'intero comparto nazionale sarebbe a rischio. Stiamo ancora facendo i conti con il Tristeza Virus e i nostri sforzi rischiano di essere annullati dall'ingresso della Cbs o da altre fitopatie".

 

Intanto, i ministri per l'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, hanno firmato pochi giorni fa un Decreto Interministeriale che riconosce agli agrumicoltori aiuti per oltre 9,4 milioni di euro per le operazioni di reimpianto necessarie a contrastare il mal secco degli agrumi ed il Tristeza Virus.

 

Confagricoltura, serve guardia alta contro Cbs

È necessario, per l'organizzazione degli imprenditori agricoli, mettere in atto velocemente misure efficaci per salvaguardare l'agrumicoltura italiana, il territorio, le imprese e l'indotto. "Occorre introdurre, come abbiamo richiesto - prosegue Arcoria - un limite di intercettazioni, oltre il quale vanno bloccate le importazioni. La Cbs non solo è altamente contagiosa, ma non esiste alcuna misura per controllarla". Non solo, secondo un parere reso dall'Efsa non ci sono condizioni climatiche particolari in grado di impedire l'avanzata del fungo patogeno Guignardia citricarpa Kiely nelle aree della Ue dove si coltivano gli agrumi.

 

Confagricoltura ha ripetutamente sollevato, anche a Bruxelles, questi problemi. Nell'ultima riunione del gruppo di lavoro al Copa Cogeca, Spagna e Italia hanno chiesto di intervenire. Oltre alla citrus black spot, infatti, ulteriori intercettazioni su mandarini e pompelmi provenienti dal Sudafrica e da Israele hanno segnalato la presenza di falsa cydia. Nell'Ue sono poco più di 500mila gli ettari di agrumi. L'Italia, con 140mila ettari, circa 3 milioni di tonnellate di prodotto e 1,5 miliardi di valore, è il secondo produttore europeo dopo la Spagna e il tredicesimo mondiale, con l'export che raggiunge 250 milioni di euro.

 

"L'elevata vocazione produttiva del nostro territorio, l'ottima qualità delle produzioni italiane, l'ampia offerta e l'impegno degli agrumicoltori - conclude Arcoria - deve tradursi in altrettanta responsabilità da parte delle istituzioni europee per proteggere queste eccellenze con misure forti ed efficaci. Il ministro Lollobrigida ha firmato un buon Decreto Agrumi, a cui abbiamo contribuito per migliorare una prima versione, nel quale sono indicati obiettivi e un regime di aiuti favorevole alle imprese del comparto".

 

Il Decreto da 9,4 milioni per i reimpianti

Il Decreto Interministeriale dei dicasteri di Agricoltura ed Economia prevede aiuti importanti agli agrumicoltori che intendono debellare tristeza degli agrumi (Citrus Tristeza Virus) ed il mal secco (Plenodomus tracheiphilus): destina infatti al settore agrumicolo oltre 9 milioni e 437mila euro: si tratta di 2 milioni di euro di fondi residui del 2022 ed oltre 7 milioni e 914mila stanziati per il 2023. Tali risorse sono in ogni caso a valere sul "Fondo per la qualità e la competitività delle produzioni delle imprese agrumicole e dell'intero comparto agrumicolo". Il Decreto è stato notificato alla Commissione Ue ed è in attesa del via libera di Bruxelles.

 

Con questi fondi stanziati per il comparto agrumicolo, si possono finanziare espianto e reimpianto di agrumeti danneggiati gravemente dalle fitopatie, impianti antigrandine finalizzati alla protezione delle colture che siano state colpite dal mal secco degli agrumi, adozione di tecniche di potatura finalizzate a evitare la diffusione del patogeno del mal secco degli agrumi sulle piante sane.

 

Possono beneficiare dei sostegni le imprese agricole che svolgono quale attività primaria la produzione di agrumi e il cui patrimonio agrumicolo risulti, anche in parte, danneggiato dal virus della tristezza degli agrumi e/o del mal secco, con il contributo per ciascuna domanda che non può superare l'80% del massimale di spesa e deve riguardare una superficie minima di almeno 1 ettaro.

 

Ecco gli importi stabiliti per le singole operazioni in agrumeto ammesse ad aiuto, riferiti ad 1 ettaro:

  • 2.428 euro per le spese di espianto;
  • 2650 euro per impianto e preparazione del terreno;
  • 3.000 per la messa in opera degli astoni;
  • 4.200 euro per il materiale vivaistico;
  • 2.116,50 euro per le potature difensive.

 

Per quanto riguarda gli impianti antigrandine il riferimento è alle tabelle standard dei costi unitari degli impianti arborei - Unità di Costo Standard Misura 4 Psr Rete Rurale Nazionale luglio 2022.