La gestione della flora spontanea nella viticoltura di qualità risulta essere dal punto di vista agronomico un fattore che sempre più influenza le scelte gestionali delle aziende agricole. L'insorgenza delle resistenze al glifosate e la scomparsa del glufosinate ammonio, infatti, hanno indirizzato in maniera sempre più marcata l'orientamento delle aziende agricole ad una gestione meccanica del sottofila.
La coda di volpe (Conyza canadensis (L.) Cronq.), il loietto (Lolium perenne L.), la sorghetta (Sorghum halepense (L.) Pers.) e l'equiseto (Equisetum arvense L.) risultano essere oggi le infestanti chiave nella gestione del sottofila. Se dapprima, eccezion fatta della sorghetta, queste erano tutte infestanti di taglia bassa, oggi è possibile rinvenire in molti vigneti allevati a controspalliera biotipi di taglia tanto elevata da divenire un problema nella gestione della chioma della coltura. A questo si somma la problematica importante di non riuscire a meccanizzare molte porzioni del vigneto italiano a causa di un'eccessiva pendenza.
Dal 2020 Campo Demo Erbicidi Vite propone la condivisione dell'esperienza tecnico divulgativa per verificare la resistenza al glifosate e valutare l'efficacia di molecole alternative.
Dalle prove condotte in Piemonte ed Emilia Romagna si è osservato che il glifosate dimostra ancora una buona efficacia sulla maggior parte della flora caratterizzante il sottofila. Per la risoluzione del problema delle resistenze è stato necessario associare alla molecola glifosate una molecola ad azione residuale, come il flazasulfuron, piuttosto che penoxulam, pendimethalin o isoxaben.
Dallo studio dei dati è possibile osservare che le infestanti resistenti risultano quasi sempre essere circa il 10% della flora presente nei sottofila dei vigneti (Grafico 1). A seguito del trattamento questa percentuale trova un ambiente svuotato dalle specie sensibili al diserbo e quindi una situazione di minore competizione che ne favorisce l'accrescimento.
Grafico 1: Groundcover presente sulle parcelle ad inizio della sperimentazione
(Fonte foto: Agricola 2000)
Sebbene l'efficacia nei confronti di entrambe le infestanti oggetto dello studio iniziale sia simile in tutte le tesi della sperimentazione (Grafico 2), già ad un mese dal trattamento (Grafico 3) le miscele con una molecola ad azione residuale risultano essere, almeno per la problematica della Conyza canadensis, significativamente più efficaci del solo glifosate.
Grafico 2: Controllo di Erigeron canadensis e Lolium perenne a quattordici giorni dal trattamento erbicida
(Fonte foto: Agricola 2000)
Grafico 3: Controllo di Erigeron canadensis e Lolium perenne a ventotto giorni dal trattamento erbicida
(Fonte foto: Agricola 2000)
Per poter avere un'efficacia assoluta su entrambe le infestanti si è visto come sia necessario effettuare in prossimità della spollonatura della vite un secondo trattamento, in cui verrà abbinata allo spollonante (sostanza attiva pyraflufen-ethyl o carfentrazone-ethyl) una molecola ad azione graminicida (come ciclossidim, clethodim o propaquizafop-p-buthyl) in grado di controllare sia il Lolium resistente sia le infestanti graminacee primaverili estive quali la sorghetta o la setaria.
Eccezione a questa strategia è la tesi "glifosate (360 grammi/litro)", che ha visto la spollonatura manuale ed una seconda applicazione del medesimo principio attivo, come era di fatto la pratica ante resistenze.
Osservando invece la copertura della flora infestante al termine della campagna agraria (Grafico 4), è possibile osservare che il problema della coniza è stato significativamente ridotto, mentre tutte le strategie hanno presentato alcune lacune nei confronti del loietto. Si evince altresì che il perseverare con la molecola glifosate, laddove è presente una resistenza, nel caso della coniza non ha modificato in maniera sostanziale la situazione rispetto al testimone, anche se è da sottolineare che in questo caso la popolazione sarà formata solamente da individui resistenti. Nel caso del loietto, invece, i ripetuti trattamenti hanno ancor di più amplificato la problematica, aumentando di fatto la copertura del suolo di questa specie.
Grafico 4: Groundcover presente sulle parcelle a sette mesi dal trattamento
(Fonte foto: Agricola 2000)
Tutte queste strategie sono state poi elaborate in un'ottica di rotazione biennale dei principi attivi, anche in prospettiva delle limitazioni legali che alcuni disciplinari di produzione pongono ad alcune molecole come il flazasulfuron.
A cura di Andrea Borio e Simone Lavezzaro, Field agronomist Crop Protection Services Department Agricola 2000
Sperimentazione e divulgazione è il progetto nato dalla collaborazione tra Agricola 2000 e AgroNotizie® con l'obiettivo di comunicare agli operatori della filiera agricola i risultati delle attività di sperimentazione sul campo.
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Il supporto è dato da prove agronomiche sperimentali che valutano l'efficacia dei prodotti valorizzandone i punti di forza in diversi areali e su diverse colture, sia in campo che in ambiente controllato. Gli elevati standard operativi, in conformità alle vigenti normative europea e nazionale, garantiscono alle aziende produttive l'ottenimento di dati certi e spendibili a fini registrativi o dimostrativi.
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Fonte: Agricola 2000