Il fear mongering ha fatto danni inenarrabili. Tradotto in italiano, il fear mongering è la deprecabile attività volutamente allarmista, perpetrata ai danni della popolazione tramite la diffusione di notizie spaventose o banalmente esagerate, vaticinando pericoli incombenti di fatto inesistenti o comunque molto meno gravi di quanto fatto credere.

Una delle vittime preferite dei professionisti del fear mogering sono i prodotti per la difesa delle piante: gli odiati "pesticidi". Ad essi sono attribuiti molteplici mali, uno fra tutti il cancro. A prescindere che parlare di "cancro", come fosse un'unica malattia, ha senso nullo, neppure la percezione popolare di un'epidemia cancerosa moderna trova riscontro nella realtà.

A causa del martellante terrorismo mediatico degli ultimi decenni, si è per esempio incistato nella mente della gente che i tumori stiano spedendo all'altro mondo sempre più persone. E una spiegazione di ciò deve pur essere trovata. È una necessità innata dell'uomo cercare motivi, cause e - soprattutto - colpevoli. Peccato che a impiccare il ladro di cavalli senza processo si rischi di impiccare un innocente, soprattutto se manchi addirittura il cavallo che si presume sia stato rubato.

A dispetto infatti degli scenari da armageddon oncologico sparso a piene mani in America da lobby ambientaliste e da venditori di prodotti sedicenti naturali, i dati sulla mortalità degli Americani dicono esattamente l'opposto: muore sempre meno gente a causa dei tumori.

Il rapporto Cancer facts and figures 2020, prodotto dalla American cancer society, descrive scenari assolutamente incoraggianti. Il tasso di mortalità per cancro negli Stati Uniti sarebbe infatti diminuito del 29% dal 1991 al 2017. In special modo negli ultimi due anni considerati, il 2016 e il 207, il calo sarebbe stato da record, con un sonoro -2,2%.

In termini numerici, sarebbero più di 2,9 milioni i decessi in meno contabilizzati a partire dal 1991 rispetto ai trend di quegli anni. Purtroppo, di cancro si continua a morire negli Usa: anche nel 2020 sono infatti attesi oltre 1,8 milioni di nuovi casi, per un totale stimato di circa 60mila decessi. Ogni giorno saranno circa 5mila gli americani che si vedranno diagnosticare un cancro e oltre 1.600 di essi non ce la farà a sopravvivere.
 

I killer nelle nostre mani

In vetta alla classifica, resta il cancro ai polmoni, principale causa di morte per cancro. Sul gradino più alto dello scomodissimo podio si pone infatti il carcinoma polmonare, seguito da quello mammario e da quello prostatico. Fuori dalle "medaglie" quello al colon-retto.

Fumo, alcol e cattive abitudini alimentari sono le cause dominanti di tali statistiche. Fronti sui quali in America si sta lavorando da molti anni al fine di far cambiare stili di vita alla popolazione, non sempre con successo. Grazie però ai piani di monitoraggio più capillari e accessibili, come pure a cure sempre migliori dal punto di vista chirurgico e farmaceutico, i dati appaiono chiaramente in forte miglioramento rispetto al passato. A dispetto di chi sostiene che BigPharma lavori solo per i propri utili e che siano le medicine a far danno anziché le malattie che ne richiedono l'uso.

Quanto a tassi di mortalità, per il cancro al polmone questi sarebbero diminuiti del 51% tra gli uomini (dati 1990-2017) e del 26% tra le donne (dati 2002-2017). Nel periodo compreso fra il 2013 e il 2017, i tassi di nuovi casi di cancro al polmone sarebbero calati del 5% l'anno negli uomini e del 4% nelle donne, riflettendo da vicino i modelli storici nell'uso del tabacco: le donne hanno infatti iniziato a fumare molti anni dopo rispetto agli uomini e appaiono più restie a smettere.

Buone nuove anche per il cancro al seno, con una mortalità diminuita del 40% dal 1989 al 2017, mentre quella per cancro alla prostata è scesa del 52% tra il 1993 e il 2017.

Infine i tassi di mortalità per il cancro del colon-retto, legato in parte agli stili alimentari basati su un eccessivo consumo di cani rosse e uno scarso o assente consumo di vegetali. I morti per tali tipi di tumore sarebbero diminuiti del 53% dal 1980 al 2017 tra gli uomini e del 57% dal 1969 al 2017 tra le donne. Altro indice incoraggiante sul fronte dell'innalzamento delle aspettative di vita medie.

Resta quindi misteriosa, per usare un eufemismo, la percezione popolare di scenari oncologici perennemente in via di peggioramento. Di fatto, tutto sta migliorando per quanto riguarda le speranze di sopravvivere a eventuali patologie tumorali, come pure sta emergendo ogni giorno di più quanto sia la popolazione stessa a poter influire su di esse sposando stili di vita più virtuosi degli attuali.

Magari smettendola anche di cercare comodi colpevoli, una su tutti l'agrochimica, sui quali spostare le responsabilità dei propri malanni. Pessima abitudine che altro non può fare se non allontanare il timone dalla rotta giusta da seguire.
"La tossicologia spiegata semplice" è la serie di articoli con cui AgroNotizie intende fornire ai propri lettori una chiave di lettura delle notizie allarmanti sul mondo agricolo in generale e su quello fitoiatrico in particolare.

Perché la tossicologia, in fondo, è più semplice da comprendere di quanto sembri.