Sono ormai 31 anni che a Bari si celebra uno degli incontri tecnici più ricchi e stimolanti del panorama italiano, grazie soprattutto all'impegno di Arptra, Associazione regionale pugliese dei tecnici e ricercatori in agricoltura, in primis del suo presidente Vittorio Filì. Con lui, ad aprire i lavori dell'edizione 2019 sono stati Vito Savino, direttore Crsfa Basile Caramia, Franco Faretra dell'Aipp, Associazione italiana protezione delle piante, e infine Giacomo Carreras, presidente Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della provincia di Bari tramite videomessaggio.
 
Titolo dell'incontro, "31° Forum di medicina vegetale: protecting plants, protecting life", svoltosi mercoledì 11 dicembre 2019 presso l'usuale ambientazione del Nicolaus Hotel di Bari. Articolato in tre sessioni, ha visto nella prima, denominata "Protecting plants protecting life", sviluppare temi legati alla protezione delle colture, coniugando strategie e politiche fitosanitarie con l'ecosostenibilità. Nel corso di questa prima sessione ha avuto sede la tavola rotonda "2020 International Year of plant health", moderata da Cristiano Spadoni di AgroNotizie-Image Line. Relatori di eccezione da parte della Fao, con Riccardo Mazzucchelli, segretario della Convenzione internazionale per la protezione fitosanitaria dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, e Thaer Yaseen, Plant protection officer, Fao regional for near East.

A portare la voce di Efsa, European food safety authority, è stato Jean-Lou Dorne, mentre a testimoniare l'impegno (e anche le preoccupazioni) del comparto industriale è stato compito di Alberto Ancora, presidente Agrofarma-Federchimica. Pierfederico La Notte, dell'Istituto per la protezione sostenibile delle piante-Cnr Bari, ha da parte sua riassunto gli impegni sinora presi contro Xylella fastidiosa dell'ulivo, enucleando le criticità che ancora gravano sull'avanzata dell'epidemia. Infine, Donatello Sandroni, giornalista e divulgatore scientifico, ha concluso la sessione con un'analisi di come potrà essere la fitoiatria del futuro.


Un momento della tavola rotonda. Da sinistra a destra: Riccardo Mazzucchelli, Thaer Yaseen, Albert Ancora e Pierferdinando Lanotte
Un momento della tavola rotonda. Da sinistra a destra: Riccardo Mazzucchelli, Thaer Yaseen, Alberto Ancora e Pierferdinando La Notte
Fonte foto: Donatello Sandroni
 

Produrrre cibo sostenibile, in sicurezza

Jean-Lou Dorne ha fornito alcune anticipazioni del progetto MixTox, nato per meglio indagare eventuali rischi per l'uomo derivanti dall'uso di agrofarmaci in agricoltura. Un progetto che si sviluppa purtroppo in un clima di crescente pressione pseudoscientifica operata su molteplici fronti, basti pensare a quanto accaduto per la Xylella, e amplificata purtroppo da media che hanno cavalcato troppo spesso il clima di allarmismo.

Lo scopo di MixTox è quello di affinare delle metodologie armonizzate per meglio valutare i rischi per l'uomo, per gli animali e per l'ambiente. L'approccio rimane "component base", in base all'organo target che potrebbe essere colpito da più molecole. Il rischio va quindi calcolato per gruppi di sostanze simili. I due parametri base in gioco restano comunque tossicità intrinseca ed esposizione. Esempio delle statine contro il colesterolo e il succo di pompelmo: quest'ultimo ne altera il metabolismo prolungandone la presenza nel corpo. Oppure ancora le interazioni fra melamina e acido urico, portatrici di calcoli renali e capaci di attaccare il rene molto di più della sola melamina.
 
Guarda la videointervista a Jean-Lou Dorne


Riccardo Mazzucchelli, della Fao, ha riassunto i passi che hanno portato alla nascita dell'Anno internazionale della salute delle piante, fissato per il 2020. Correva infatti l'anno 2015 quando la Finlandia propose alla Commissione per le Misure Fitosanitarie (Cpm) l'istituzione di un Anno internazionale della salute delle piante. Finalmente, nel 2018, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato all'unanimità la proclamazione dell'Anno internazionale della salute delle piante e ha incaricato la Fao, in collaborazione con l'Ippc, di realizzare le attività previste affinché si celebri nel 2020.

Obiettivi sono la riduzione della povertà a livello globale e, soprattutto, la riduzione della fame nel mondo, garantendo al contempo condizioni più dignitose di vita e di lavoro, contrastando infine i fenomeni che contribuiscono al problema delle emissioni di gas serra.

Scarica la presentazione di Riccardo Mazzucchelli

Anch'egli in rappresentanza della Fao, Thaer Yaseen ha richiamato al forte impegno della Fao contro i parassiti e i patogeni alieni, come per esempio il Punteruolo rosso, in continua espansione in diversi paesi del bacino mediterraneo, la Spodoptera frugiperda, altamente invasiva in Africa, e la Xylella, fonte di crescenti preoccupazioni data la sua avanzata inarrestabile proprio in Puglia. L'impegno è soprattutto nel fornire supporto tecnico ai paesi interessati, cercando strategie efficaci al loro contenimento. Al contempo, l'impegno della Fao è quello di contrastare in questi paesi le cattive gestioni dei prodotti fitosanitari, spesso commercializzati, stoccati e utilizzati in modo assolutamente improprio e pericoloso per la salute e per l'ambiente.

Scarica la presentazione di Thaer Yaseen

Cosa però succederebbe se tutti gli agrofarmaci sparissero dall'orizzonte, lo ha spiegato Alberto Ancora, il quale ha presentato i risultati del Report VSafe, dal quale si evince che in un solo triennio senza agrofarmaci, le rese colturali precipiterebbero a due cifre percentuali, impattando soprattutto alcune colture come riso, mais e pomodoro da industria, i quali perderebbero rispettivamente l'84, l'87 e l'81 per cento della produttività a causa di patogeni e parassiti. In valore, corrisponderebbe a -6,3 miliardi di euro di valore a carico dell'agricoltura e a -27 miliardi per l'agroindustria. Peggiorerebbe di 10,4 miliardi anche il saldo commerciale con l'estero, per via delle necessarie maggiori importazioni. Tutte evidenze che andrebbero meglio divulgate da ogni stakeholder dell'agroalimentare.

Sempre più difficile appare infatti sviluppare nuove sostanze attive, vuoi per i costi lievitati quanto a ricerca e sviluppo, vuoi per l'incertezza normativa: se un prodotto viene sviluppato secondo i criteri vigenti, ma questi subito dopo cambiano, quel prodotto potrebbe non avere più i requisiti che pur soddisfaceva all'inizio del suo sviluppo. Un processo che dura anche dieci anni, richiedendo quindi maggiori garanzie per le aziende che possono arrivare a investire anche fino a 200 milioni di euro a molecola. Investimenti enormi che devono giocoforza basarsi su una stabilità normativa di lungo periodo

Scarica la presentazione di Alberto Ancora

Tali scenari sono resi ancor più preoccupanti dal calo complessivo di sostanze attive disponibili per la difesa fitosanitaria, almeno stando a quanto risulta consultando la banca dati Fitogest e riportato nella sua presentazione da Donatello Sandroni. Da tale ricerca emerge che su 214 erbicidi impiegabili in passato, causa revoche oggi ne restano solo 130. Stesso destino per gli insetticidi, calati da 186 a 108. Una riduzione di circa il 40% di sostanze attive che grava sulle due famiglie di prodotti. A pagarne particolarmente le spese sono stati i geoinsetticidi, crollati da 49 a soli 17 (-65%), aprendo varchi preoccupanti ai parassiti terricoli come per esempio gli elateridi, i quali sono in grado in alcune zone di arrecare danni fino al 50% ai produttori di patate. Un po' meglio è andata ai fungicidi, calati da 184 a 150 (-18,5%), mostrando comunque un panorama in flessione quanto a opportunità difensive a disposizione degli agricoltori. 

Scarica la presentazione di Donatello Sandroni

Pierferdinando La Notte ha da parte sua focalizzato infine sul problema più rovente che al momento attanaglia la Puglia, ovvero il disseccamento degli Ulivi. Contro Xylella fastidiosa, il patogeno che sta flagellando l'olivicoltura pugliese, appare impellente passare da un insieme di azioni individuali, talvolta poco armonizzate fra loro, a migliori azioni collettive basate su buone pratiche agricole e contromisure fitosanitarie contro i vettori della malattia, in primis Philaenus spumarius.

Obiettivi prioritari in tal senso sono arrestare o rallentare l'avanzata dell'epidemia verso le aree ancora indenni, come pure trovare sistemi economicamente sostenibili per la convivenza dell'olivicoltura nell'area ormai infetta. Il Leccino, per esempio, mostra una spiccata tolleranza verso il patogeno, ma non si può parlare ancora di "resistenza" in senso stretto, specialmente a fronte di pressioni infettive molto elevate.

Scarica la presentazione di Pierferdinando La Notte
 

Le novità dalle aziende

Come d'uso, anche le aziende produttrici di mezzi di difesa hanno avuto l'opportunità di presentare le proprie proposte tecniche. Di seguito sono riportate tutte le presentazioni esposte a Bari.

Relazioni della seconda sessione:
   

Nuovi alieni fra noi

La terza e ultima sessione dei lavori ha invece riguardato l'annoso tema dei patogeni e parassiti di recente introduzione e di possibile diffusione sul territorio pugliese. Un problema che collide peraltro con quello precedentemente esposto dell'impoverimento progressivo dei mezzi tecnici per la difesa.

I protagonisti della terza sessione sono stati Matilde Tessitori, del dipartimento di Agricoltura, alimentazione e ambiente dell'Università degli Studi di Catania, con la sua presentazione "ToBRFV, la nuova emergenza fitosanitaria per pomodoro e peperone. Come evitarne l'introduzione e la diffusione".

Luca Casoli del Consorzio fitosanitario provinciale di Modena ha invece approfondito il tema della "Cimice asiatica: esperienza e gestione territoriale in Emilia Romagna". Un parassita in forte espansione in tutto il territorio italiano, tanto da preoccupare fortemente anche i produttori di uva da tavola pugliesi e quelli di nocciole.

Esposizione in comune per il fitoiatra e consigliere Arptra Antonio Guario e Francesco Porcelli, del dipartimento di Scienze del suolo, della pianta e degli alimenti dell'Università degli Studi di Bari, i quali hanno affrontato il tema dell'espansione di Aleurocanthus spiniferus: "Aleurocanthus, possibili scenari di controllo".

Infine, last but not least, Donato Boscia, dell'Istituto per la protezione sostenibile delle piante-Cnr Bari, ha concluso con la disamina sulla risposta di diverse cultivar alla Xylella: "Ulteriori acquisizioni sulla risposta di numerose cultivar di olivo all'infezione di Xylella fastidiosa subsp. pauca, St53".
 
In occasione della presentazione delle sopra-citate relazioni, sono state correttamente specificate l'avvenuta registrazione o meno dei formulati, le informazioni relative alle estensioni di impiego già riportate in etichette e/o le prove in campo effettuate, nonché le precise indicazioni relative al corretto uso dei prodotti fitosanitari