Il Parlamento europeo ha organizzato a Bruxelles un'audizione pubblica, al centro della discussione la procedura di autorizzazione.
Negli scorsi mesi l'iniziativa popolare Stop Glyphosate ha raccolto oltre un milione di firme.
Glifosato, lo stato dell'arte
L'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e l'Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) hanno concluso che il glifosate è sicuro. L'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), invece, lo ha classificato come "probabilmente cancerogeno per gli esseri umani".All'audizione, i deputati hanno discusso con gli esperti la base scientifica per la valutazione del rischio del glifosate e la presunta influenza dei rappresentanti dell'industria su questa valutazione negli Stati Uniti e nell'Unione europea. In particolare, alcuni eurodeputati hanno sostenuto che la valutazione scientifica sul glifosate possa essere stata influenzata da un dossier presentato dalla Monsanto, colosso statunitense degli agrofarmaci e dei sementi.
De Castro (Pd): "Il regime dell'Ue si basa su autorizzazione, uso sostenibile e livelli massimi di residui"
Il primo vicepresidente della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, l'italiano Paolo De Castro, ha ricordato che il regime dell'Unione europea per i prodotti fitosanitari "si basa su tre pilastri: autorizzazione, uso sostenibile e livelli massimi di residui".Durante l'audizione si è discusso soprattutto dell'autorizzazione che "assicura entrino nel mercato europeo solo sostanze ritenute conformi a tutti i criteri previsti per un utilizzo sicuro" con attenzione "sia alla salute degli agricoltori e degli altri utilizzatori che la salute dei cittadini e dei consumatori".
Ong: l'Ue riduca la quantità totale di agrofarmaci
Martin Pigeon del Corporate europe observatory ha spiegato che "quanto chiediamo attraverso l'iniziativa Stop Glyphosate di cui sono membro sono tre cose: la negazione del glifosate, una riforma della valutazione degli agrofarmaci in Europa, per cui saranno presi in considerazione solo i dati pubblicati, e, infine, evitare la sostituzione chimica. Chiediamo all'Ue di impegnarsi a ridurre la quantità totale degli agrofarmaci e in particolare ad accompagnare questo divieto di glifosate con azioni tecniche e commerciali per gli agricoltori".M5S: "Un milione di firme chiedono a Europa buon senso"
Netta è la posizione del Movimento 5 Stelle. "Oltre un milione di cittadini da ventidue Stati membri sono stanchi d'ingerire veleno in silenzio - commenta Eleonora Evi, eurodeputata M5S, tornando sull'iniziativa popolare "Stop Glifosate" che negli scorsi mesi ha raccolto oltre un milione e 300mila firme per eliminare definitivamente il glifosate dall'Unione europea - e hanno scelto di far sentire la loro voce, grazie anche alle numerose denunce di questi anni. Ora la Commissione europea esaminerà la loro richiesta".Evi ammette che "ancora oggi nessuno sa con certezza se il glifosate sia cancerogeno o meno" ma accusa: "le varie sentenze che lo scagionavano sono state inquinate dalla stessa Monsanto". E aggiunge: "la mobilitazione di oltre un milione di persone, che si sono informate e hanno scelto di firmare la Ice (iniziativa dei cittadini europei), dimostra che l'Europa sta andando nella direzione opposta rispetto a quella del buon senso e della storia".
Caputo (Pd): i pareri di Echa e Efsa sono stati preparati dallo stesso istituto
Nel corso del dibattito l'europarlamentare del Pd Nicola Caputo ha sollevato numerose perplessità. "La valutazione dell'Echa sul glifosate è stata preparata dall'istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi. Questa valutazione riguarda solo la singola molecola del glifosate e non le oltre 750 formulazioni con cui poi arriva in realtà in commercio e che quindi ignora gli effetti sinergici con altre sostanze chimiche. E' stata pesantemente criticata dalle Ong e dagli scienziati indipendenti".Caputo ha poi domandato "come mai i pareri sia dell'Echa che dell'Efsa sono stati preparati dallo stesso istituto" ed ha segnalato che "le due agenzie hanno preso in considerazione anche studi non pubblici realizzati dall'industria che nemmeno l'agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha potuto visionare".
Ha pertanto chiesto se "questa pratica sia contraria al principio di trasparenza che dovrebbe caratterizzare le due agenzie e soprattutto contraria alla sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea".
La risposta dell'Echa
"La nostra legislazione si basa su singole sostanze" e "guardare ai composti è veramente impegnativo e difficile" è stata la risposta del presidente del Comitato dell'Echa Tim Bowmer . "Non penso che la mia agenzia abbia veramente una sua visione sulla pubblicazione o no dei dati - ha aggiunto - non penso ci riguardi veramente".E sulla relazione tra le due agenzie "abbiamo un obbligo giuridico come organi comunitari descritti in varie legislazioni per non dissentire sui pareri scientifici" e "in termini di collaborazioni sì, dobbiamo collaborare" ma "penso che le due agenzie abbiano un carattere indipendente".