ll documento unitario, presentato a dicembre da Aiab, Associazione per l’agricoltura biodinamica, Fai, Firab, Federbio-UpBio, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mdc, Pro Natura-Federazione Nazionale, Siep, Slow Food Italia, Tci, Unaapi, Wwf ha prodotto un primo risultato: un pacchetto di emendamenti che mettono in primo piano obiettivi d’interesse per l’intera collettività a partire dalla salute dei cittadini e degli agricoltori, alla qualità dell’ambiente e delle aree rurali, alla sicurezza alimentare.
“Il Pan deve esprimere molta più determinazione nel perseguire obiettivi di sostenibilità e salubrità della produzione agroalimentare e della gestione delle risorse naturali – afferma Maria Grazia Mammuccini, portavoce del tavolo delle 16 organizzazioni –. Aderiamo all’esercizio di emendarne il testo, ma restiamo esigenti e vigili nella sua implementazione che coinciderà con la prossima legislatura che auspichiamo più attenta e sensibile sui temi della qualità ambientale e dell’alimentazione”.
Sette i punti sui quali si sono concentrate le proposte di emendamento al Pan:
1 - Il Piano deve definire obiettivi strategici, quantitativi da perseguire attraverso il prossimo periodo di programmazione della Pac e non il contrario, e cioè attendere la Pac per definire gli obiettivi del piano;
2 - Rendere evidente la priorità della difesa della salute di tutti i cittadini con attenzione ai soggetti vulnerabili come i bambini e ai soggetti più esposti a rischio come gli agricoltori;
3 - Evitare l’uso dei fitofarmaci nelle aree non agricole (rete viaria, ferroviaria, parchi pubblici) a tutela degli spazi fruiti dai cittadini e in particolare dai soggetti più vulnerabili;
4 - Ridurre drasticamente l’uso di fitofarmaci per tutelare gli ambienti acquatici e la salubrità dell’acqua potabile
5 - Tutelare le produzioni biologiche attraverso l’obbligo per le aziende che effettuano trattamenti d’ informare gli agricoltori biologici e biodinamici confinanti;
6 - Tutelare la biodiversità e favorire la conversione al biologico nelle aree protette prevedendo entro 5 anni dall’approvazione del piano il divieto di utilizzo dei pesticidi nei siti Natura 2000;
7 - Investire strategicamente in ricerca e monitoraggio per identificare le sostanze da eliminare i potenziali rischi per la salute umana e per l’ambiente e gli effetti relativi al multiresiduo.
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