Dodici ettari di superficie, tre sperimentatori fissi e una decina di avventizi, più il supporto di validi 'contractors' per le operazioni che richiedano attrezzature specializzate in prove parcellari. Questa è la stazione sperimentale “Benoit Maenhout” che la Belchim Crop Protection ha creato a Londerzeel, a meno di venti chilometri da Bruxelles.

Da semplice azienda di 'generici', per come era nata sul finire degli Anni 80, Belchim Crop Protection si è infatti evoluta sempre più verso gli standard di una multinazionale tra le più solide. Non a caso, a dispetto delle dimensioni societarie contenute, Belchim investe in sviluppo circa il 5 % dei propri fatturati. Una buona parte di questi investimenti sono impegnati proprio nei test di screening preliminare e di messa a punto dei formulati che si svolgono nella stazione di Londerzeel, voluta da Dirk Putteman cinque anni fa [leggi l'intervista].

Grazie al tipo di suolo molto favorevole, è possibile effettuare prove rappresentative su numerose colture, soprattutto quelle orticole, le quali occupano la quasi totalità dei programmi sperimentali della Belchim. Circa un paio di ettari sono occupati infine da prove su prodotti applicabili in agricoltura biologica, come nuovi microrganismi per esempio. I test su questi prodotti vengono generalmente condotti dando ospitalità, supporto e collaborazione a enti pubblici e università di differenti Paesi europei, le quali trovano sempre nella stazione di Londerzeel le porte aperte per i propri studi di campo.

Ma la sperimentazione, per quanto fornisca utili indicazioni tecniche sulle migliori dosi, tempistiche e modalità d'uso dei diversi prodotti, serve a poco se poi i suoi risultati non vengono adeguatamente comunicati. Proprio dall'esigenza di condivisione delle informazioni, esigenza che presto s'intuisce stare alla base di ogni attività interna a Belchim, sono stati concepiti gli 'European Trial Field Days', evento dimostrativo della durata di ben tre settimane, in cui la società belga ospita annualmente centinaia di tecnici, enti ufficiali, distributori, colleghi e perfino concorrenti. Uno sforzo organizzativo e d'investimenti considerevole, che spazza via i residui luoghi comuni secondo i quali una società di piccole dimensioni debba pensare per lo più agli aspetti meramente commerciali del business agrochimico.
Questo evento ogni anno attira visitatori da tutta Europa ed è per certi versi unico per qualità delle sperimentazioni svolte e numero di colture testate. Nell'edizione 2010 sono state esposte oltre 50 differenti prove di campo, effettuate su molteplici colture, come patate, ortaggi, mais, colza e piante ornamentali. Le prove sono rigorosamente condotte con un occhio particolare alla qualità e al dettaglio, ma anche con finalità legate alle esigenze del mercato, per mostrare come il catalogo prodotti di Belchim ben si adatti alle più consolidate pratiche agronomiche in uso nei differenti Paesi europei.

Il cospicuo sforzo sperimentale risulta ancor più necessario quando si abbiano molecole da difendere a livello europeo. Sono infatti ben cinque i dossier sui quali Belchim è attualmente impegnata, con l'obiettivo non solo di mantenere in uso prodotti maturi, ma anche di perfezionarne la loro conoscenza tecnica e affinarne le modalità d'uso. Nelle prove visitate, molto del lavoro è stato incentrato sugli erbicidi metobromuron e pyridate. Il primo è una storica soluzione tecnica di pre-emergenza per numerose colture orticole (ma anche di girasole, soia e tabacco) e si propone come adeguato sostituto del linuron, principio attivo da tempo piazzato tra 'color che stan sospesi', per via di aspetti tossicologici tuttaltro che favorevoli.
Essendo selettivo su Valeriana, si pensa di estendere l'uso di metobromuron anche a questa coltura, più altre orticole non ancora contemplate in etichetta, con un'ovvia strizzatina d'occhio anche per la quarta gamma.

Il secondo formulato, proposto con il nome commerciale di Lentagran, è un post-emergenza anch'esso vocato per l'orticoltura: formulato come una polvere bagnabile al 45% di sostanza attiva, si candida per una classificazione nella ex-terza classe (Xi), senza alcuna frase di rischio 'invalidante'. Nelle differenti prove visionate, le tesi con metobromuron e pyridate, miscelati adeguatamente con altri partner tecnici, sono state sempre le migliori in prova, fornendo risultati eccellenti su tutte le colture testate, sia per efficacia che per selettività. Specialmente su cipolla, il cui diserbo è estremamente complesso.
Portandosi in ere 'agro-farmacologiche' molto più recenti, altre prove sperimentali sono state implementate per la messa a punto di nuove formulazioni più raffinate ed evolute delle precedenti, come per esempio quella di Ranman TOP (cyazofamide), in cui la sostanza attiva è formulata in una miscela pronta all'uso anziché essere mantenuta, come oggi avviene, separata dal coadiuvante, il quale deve essere pertanto miscelato al principio attivo solo al momento dell'impiego in campo.

Anche sull'ultimo nato in casa Belchim, lo Spotlight Plus, a base di carfentrazone etile, sono state impostate prove di disseccamento su patata. Non a caso, il Belgio è uno dei Paesi europei a maggior vocazione per questo prezioso ortaggio.
Sebbene le strategie belghe di disseccamento siano molto differenti da quelle italiane, a causa dell'imponente massa fogliare da eliminare, Spotlight Plus emerge come prodotto risolutivo, evitando al contempo tutti i noti danni ai tuberi che si possono avere rivolgendosi a soluzioni tecniche che agiscano in modo sistemico anziché per contatto, come in effetti agisce il carfentrazone. Le uniche tesi ad essere perfettamente disseccate, mantenendo al contempo la perfetta qualità dei tuberi, erano proprio quelle con Spotlight Plus, il quale si candida come prodotto leader su questo segmento d'impiego.

Per il futuro, sono in programma ulteriori espansioni di superficie della stazione sperimentale, la quale pertanto si candida in Belchim quale fiore all'occhiello per l'azienda belga.