Pollenzo, a pochi chilometri da Alba, richiama con Affirm tecnici e rivenditori da tutto il Piemonte. Pollenzo è infatti un paese prossimo al cuore pulsante della viticoltura di pregio cuneese, ma non dista molto nemmeno da meleti, pescheti e ortaggi della “Provincia Granda”. Un’area geografica, quindi, che nutre verso Affirm grandi aspettative. E proprio a Pollenzo il messaggio giunge forte e chiaro: “Affirm è ora nelle mani del mercato”. Così Roberto Baggio, direttore commerciale di Syngenta, inquadra subito la situazione. Dopo anni di ricerca e importanti investimenti in sviluppo tecnico, ora Affirm è giunto nelle mani di chi lo utilizza nelle aziende agricole. Ma se è vero che Affirm è nelle mani degli agricoltori, è altrettanto vero che le colture sono in qualche modo nelle mani di Affirm. Ben lo spiega Daniele Fantini, Crop Manager Syngenta per le colture frutticole: i lepidotteri sono la prima causa di danno per le nostre colture più di pregio. Dopo l’uscita di scena di ben otto molecole tradizionalmente utilizzate contro questi fitofagi, come ad esempio endosulfan o azinfos, ci sono circa 500 mila ettari in cerca di nuove soluzioni efficaci e moderne. Soprattutto su frutta e vite. Una ricerca che trova il proprio capolinea in Affirm: l’emamectina benzoato, sua sostanza attiva, è di origine naturale e viene prodotta dalla fermentazione del microrganismo del suolo Streptomyces avermitilis. Molto attivo a livello larvale, soprattutto per ingestione ma anche per contatto, Affirm sfoggia un notevole potere abbattente e una rimarchevole capacità di snidare i fitofagi grazie alla propria traslaminarità. Questo pregio si manifesta appieno, per esempio, nella lotta alla Cydia del pesco, riuscendo a raggiungere il parassita in profondità all’interno dei germogli e impedirne così lo sviluppo. Altra peculiarità di Affirm appare la capacità di mantenere alti livelli di efficacia indipendentemente dalle generazioni dei fitofagi, come pure appare poco influenzato dagli stadi larvali, mostrando grande flessibilità d’impiego. L’Italia, fatto inusuale, è il primo paese europeo dove Affirm è stato registrato. Per ora solo su melo e pero, contro Carpocapsa e tortricidi ricamatori, ma in attesa a breve di estensioni su numerose colture orticole e, fatto importante proprio per Langhe e Monferrato, anche su vite. Nei prossimi mesi all’etichetta di Affirm si aggiungeranno numerosi parassiti e colture.

Il prodotto sotto la lente in campo
Affirm è un granulare che si mostra altamente dissolvibile, che non ha odori e che non lascia colore sulla frutta. La percentuale di sostanza attiva è molto bassa (0,95%), anche perché molto basse sono le dosi d’impiego di sostanza attiva (da 33 a 38 grammi per ettaro). Emamectina non è volatile, non percola, non persiste: prodotto ideale alla soddisfazione delle più moderne richieste della filiera. E proprio per la filiera Affirm sembra essere stato concepito, anche sotto il profilo residuale: nella media delle prove residui su orticole emamectina si è rivelata sempre inferiore a 0,01 ppm (LMR svizzero, tanto per esempio). Anche su frutta e uva si è mostrata spesso ai limiti di rilevazione strumentale, quando addirittura non sotto. Quanto all’efficacia, il bagaglio sperimentale è sonoro: quasi trecento prove di campo sono state condotte sia da Syngenta, sia da enti e istituti nazionali di ricerca. Il 46 per cento delle prove sono su frutta, il 25 per cento su vite e il restante 29 per cento su orticole. Su Eulia pulchellana Affirm ha un grande vantaggio competitivo soprattutto sui germogli, dove risulta superiore ai competitors, forse anche grazie alla propria spiccata translaminarità. Come posizionamento in campo si propongono su Carpocapsa due interventi a 7-10 giorni di intervallo. La dose è di 3,5-4 kg/ha coadiuvato dal bagnante Break Thru. Stesse dosi saranno registrate anche su pesco e albicocco. Ideale appare il posizionamento come secondo prodotto dopo un trattamento a carattere ovicida. Ciò per sfruttare le spiccate qualità larvicide di Affirm. Di seguito, a un secondo trattamento con Affirm può essere invece scelto un altro tipo di larvicida, anche di tipo naturale come i virus della granulosi. Il tempo di carenza, che è di soli sette giorni, propone Affirm anche come prodotto larvicida di chiusura programma. Se il target sono invece i tortricidi ricamatori, Affirm può essere applicato su melo a caduta petali.

Inferiori le dosi a ettaro per la vite: 1,5 kg a ettaro per un numero massimo di 3 applicazioni all’anno. Affirm risulta molto attivo sulle uova in fase di testa nera, va quindi posizionato durante la fase di ovoposizione/pre-schiusura uova, fase che in seconda generazione si verifica usualmente a partere dai 5-7 giorni dalle prima catture con le trappole a feromoni. Essenziale quindi applicare Affirm prima del picco di volo. La persistenza d’azione è di 12-14 giorni, lasso temporale che permette nella maggioranza dei casi di coprire adeguatamente la finestra temporale in cui attacca la Tignola. Trattando presto si perde ovviamente un po’ dell’azione abbattente per puro contatto diretto, ma l’azione per contatto dovuto a strisciamento e quella per ingestione rimangono comunque elevate. In caso di voli molto prolungati si può comunque ripetere il trattamento dopo circa 10gg. Focalizzando infine sulle uve di pregio delle Langhe, va sottolineato come il Nebbiolo abbia una maturazione tardiva che lo espone anche agli attacchi di terza generazione. I moscati, invece, sono più precoci e hanno meno problemi.

Affirm, però, non è solo nelle mani degli agricoltori: per vite e orticole è ancora nelle mani di un ministero che regala di continuo lunghi brividi freddi a chi attenda una sospirata registrazione. La stagione è ormai alle porte e fra tre mesi le tignole di seconda generazione voleranno libere, come pure nottue e piralidi infesteranno serre e colture in pieno campo. Finite ormai le valutazioni tecniche, si auspica quindi che un timbro e una firma possano presto liberare in campo le molteplici proprietà di Affirm, e non solo per i frutticoltori.

 

 

(Foto tratte dal sito www.affirm.it)