"Più della metà della platea era internazionale, gli iscritti sono arrivati da 22 paesi - ha aggiunto l'organizzatrice -. E' un segnale positivo, significa che il tema è molto sentito. Il taglio proposto, quello di mettere insieme gli sviluppi dell'innovazione e gli input che arrivano dal mercato, non era scontato e ha riscosso successo".
Lara Giongo, Fondazione Edmund Mach
Fonte foto: © Fem
C'è voglia di parlare di questo piccolo frutto anche a livello europeo quindi, e la Fondazione Edmund Mach è un punto di riferimento, dato l'impegno nei programmi di miglioramento genetico, oltre al supporto tecnico e alla formazione degli agricoltori, lo studio di breeding, qualità, agronomia, nutrizione e fitopatologia. Tra gli obiettivi principali c'è lo sviluppo di biomarcatori di selezione e analisi diretta di texture, aromi, conservabilità del prodotto e relativa genomica. Come ha sottolineato Giongo, coordinatore tecnico del congresso, "si tratta di un grande risultato in Europa, dato che il mirtillo è sempre stata una prerogativa del Nord America".
All'evento, promosso nell'ambito del progetto AppleBerry e finanziato dalla Provincia autonoma di Trento, era presente tutta la filiera del mirtillo che ha partecipato alle quattro sessioni, incentrate su breeding e orticoltura, genetica e genomica, qualità e difesa: "esperti e ricercatori hanno illustrato contributi scientifici - ha aggiunto Lara Giongo -, si è spaziato dall'agronomia alla fitopatologia e al packaging (in particolare si è parlato del packaging attivo per allungare la shelf life del prodotto), per arrivare al breeding, di cui mi occupo". Si è parlato inoltre delle tecnologie per la raccolta meccanica e di precision farming, dell'utilizzo di droni e robot.
Nonostante l'assenza dei supermercati italiani, la Gdo, Grande distribuzione organizzata, è stata protagonista del congresso: rivolto a tutta la filiera, il contributo è arrivato dal gruppo di distribuzione britannico Tesco, uno degli sponsor della conferenza, considerato il modello europeo: "d'altra parte il Regno Unito è il primo consumatore dell'Unione europea, con una crescita esponenziale negli ultimi anni" ha chiosato Lara Giongo.
In Nord America il mirtillo, anche per tradizione, viene consumato abitualmente ormai da trent'anni, arrivando a 1,3 kg pro capite. In Europa, a causa delle ridotte estensioni delle coltivazioni e della disponibilità stagionale, il mercato si è sviluppato in ritardo ma negli ultimi dieci anni, grazie ad un nuovo tipo di distribuzione e alla maggiore conoscenza delle proprietà salutistiche del frutto, ricercato soprattutto in quanto ricco di antiossidanti, il consumo è cresciuto del 7,6% su base annua, arrivando ai 300 grammi a testa all'anno. Per incrementare questo trend positivo, la ricerca avrà come obiettivo quello di ottenere frutta di maggiore qualità per soddisfare le esigenze dei consumatori e su questo punterà l'innovazione varietale.
Trovi il programma completo su https://eventi.fmach.it/ita/Blueberry2018/Programma-scientifico
Qui, la presentazione dell'evento: https://eventi.fmach.it/ita/Blueberry2018/La-conferenza