Si tratta della produzione di legumi secchi in Italia, come attestato da uno studio condotto dal Centro Studi di Confagricoltura, in occasione dell'Anno internazionale dei legumi dichiarato dall'Onu per il 2016.
La flessione produttiva ha interessato praticamente tutti i prodotti principali del settore "secco", dai fagioli al cece, passando per lenticchie e fava, mentre i piselli hanno avuto un andamento molto più irregolare.
Non va molto meglio per quanto riguarda i legumi freschi: anche qui si registra un decremento consistente, ma sensibilmente inferiore a quello dei secchi (-44%).
Fra le cause di queste forte riduzioni produttive, c’è sicuramente la riduzione complessiva del suolo disponibile per le coltivazioni agricole, la diminuzione delle aziende di piccole dimensioni tradizionalmente dedite a questo genere di produzioni e la contrazione della domanda causata dei mutati stili alimentari.
Con la riduzione della produzione, l’import ha visto importanti tassi di crescita nel periodo 1961-2015. L’export è rimasto pressoché uguale, mentre le importazioni di prodotto dall’estero sono passate dalle 16mila tonnellate del 1961 alle 259mila tonnellate del 2015, con un saldo fortemente negativo in valore, che nel 2015 ha toccato gli oltre 220 milioni di dollari (rielaborazione dati Fao). Sommando le produzioni e le differenze tra import ed export, secondo il report di Confagricoltura, si può risalire all’andamento del “consumo apparente” di legumi in Italia.
Quest’ultimo dal 1961 ad oggi si è più che dimezzato passando da quasi 13 chili a più di 6 chili. Dal punto di vista dei consumi, il legume più richiesto in Italia, nel 1961 era la fava, seguita dal fagiolo. Oggi la situazione si è invertita, con il fagiolo che ha superato la fava, in gran parte grazie alle importazioni. Sull’export, il legume più spedito all’estero nel 1961 era il fagiolo, oggi è il cece.
In Italia, negli ultimi anni, nonostante una riduzione della produzione, si è puntato comunque sulla qualità dei prodotti, grazie alla valorizzazione di alcune varietà attraverso i riconoscimenti Dop e Igp e alla riscoperta, nell’offerta ristorativa, di ricette gastronomiche tradizionali a base di legumi. La produzione di ceci è raddoppiata, mentre sono cresciute del 31% quella di lenticchie e del 3,4% quella di fagioli, entrambe nel periodo tra il 2001 e il 2015.