Torna a crescere la produzione di castagne made in Italy: l'aumento è stimato del 20% rispetto ad un 2014 che aveva fatto segnare il minimo storico. Una boccata d'ossigeno dopo anni drammatici, che avevano addirittura fatto temere la scomparsa di questa coltura in Italia. Inoltre la qualità del prodotto sembra essere molto alta.

"Dal Trentino alla Calabria tutte le regioni castanicole hanno ripreso l'attività di raccolta e commercializzazione standard, che ormai da alcuni anni mancava causa Cinipide galligeno, Gnomoniopsis e avversità climatiche in genere - spiega Ivo Poli, presidente dell'Associazione nazionale Città del Castagno - La lotta biologica al Cinipide galligeno oramai è stata vinta. Il Torymus sinensis, l'antagonista naturale, si è insediato molto bene diffondendosi su tutta la superficie castanicola italiana, con alte percentuali di parassitizzazione. Inoltre sono stati individuati diversi antagonisti autoctoni che hanno iniziato a parassitizzare il Cinipide, anche loro in buona percentuale". 

E' necessario però non abbassare la guardia e continuare a vigilare, perchè le difficoltà sono sempre dietro l'angolo.
"Possiamo dire - prosegue Poli - che per quest'anno il fungo della Gnomoniopsis pascoe non ha dato problemi. Ma è anche vero che la stagione non troppo piovosa e la diminuzione del Cinipide hanno sicuramente aiutato. Dobbiamo fare attenzione perchè il nemico potrebbe essere nuovamente alle porte".

La valorizzazione del made in Italy e la promozione della qualità rimangono sempre un punto importante su cui lavorare.
"Serve un incremento deciso delle produzioni di Castanea sativa, che oggi esprime la migliore qualità di prodotto. Solo aumentando la qualità si potrà rispondere alle reali esigenze del mercato e fare reddito. Inoltre per fidelizzare il consumatore dobbiamo aumentare il periodo di disponibilità del prodotto in commercio. Altri aspetti che devono essere migliorati sono la valorizzazione e la rintracciabilità: abbiamo ancora troppo prodotto indifferenziato e troppo spesso la provenienza non viene indicata.
L’Italia deve innovarsi sia dal punto di vista agronomico, commerciale e del marketing, se si vuole raggiungere quei Paesi che oggi sono nostri competitor"
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Femmina di Dryocosmus Kuriphilus (Cinipide galligeno) durante deposizione uova all'interno della gemma di castagno 
(© Regione Piemonte)

 
Made In Italy, valore aggiunto
Un trend nazionale che trova riscontro anche nel Lazio, quinta regione italiana per la produzione di castagne con 80 mila quintali, 5.650 ettari di superficie (il 7% di quella nazionale) ed un valore di 13 milioni di euro. Dopo anni bui anche nella Regione Lazio si vede la luce in fondo al tunnel.
"Questa situazione - commenta Coldiretti Lazio in un comunicato - è merito anche della lotta al Cinipide, che sta dando i primi ed importanti risultati. Complessivamente nel 2015 dalla sola Regione sono stati fatti, in 61 comuni laziali, 113 lanci ai quali si aggiungono i 117 lanci eseguiti privatamente dagli enti locali e dalle associazioni. Bisogna però continuare su questa strada per non perdere quanto di buono è stata fatto. Pertanto priorità assoluta al coinvolgimento del territorio e alla sensibilizzazione dei produttori nel condurre la lotta biologica, rinunciando all’utilizzo nelle coltivazioni di sostanze chimiche".

"Nonostante il ritorno del made in Italy - continua la Coldiretti Lazio - resta il rischio di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere.
Ad oggi le importazioni nel Lazio ammontano a circa 5 mila quintali all'anno, per un valore che supera di poco il mezzo milione di euro.
Da noi le castagne arrivano principalmente da Spagna, Portogallo, Turchia e Slovenia. Questo ha provocando forti ripercussioni sui prezzi corrisposti ai produttori, anche inferiori ai 2 euro al chilo. Vogliamo più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita nel nostro Paese. 
Non sono noti invece i dati relativi alle importazioni di farina di castagne, perché non esiste un codice doganale specifico, ma solo un codice relativo alla farina ottenuta da frutti di diverse tipologie. A questo punto è necessario introdurlo, in modo da poterne monitorare i flussi.
Inoltre vogliamo l’obbligo di etichettatura d'origine per i derivati a base di castagne".

 
(© Iceman0 - Morguefile)