"Coltivazione idroponica dell'uva da tavola: potenzialità per il futuro della coltura". E' questo il titolo del progetto presentato da un giovane imprenditore di Noicattaro (Bari) che è stato ammesso a finanziamento dal Mipaaf, il Ministero delle politiche agricole alimentali e forestali. Il progetto di ricerca e sperimentazione sarà seguito dal gruppo di ricerca dell'Azienda Sperimentale "La Noria".
Con decreto ministeriale n. 2065 il 13 febbraio 2008 fu avviata la procedura concorsuale per la selezione di progetti di ricerca, sperimentazione e sviluppo nel settore dell'agricoltura proposti da piccole e medie imprese condotte da giovani imprenditori agricoli, da realizzarsi attraverso la collaborazione di Istituzioni pubbliche di ricerca per un importo complessivo di finanziamento pari a 4 milioni di euro, a cui si aggiunsero successivamente altri 4.100.000 di euro.
Il 30 gennaio scorso il Mipaaf ha ammesso a finanziamento 53 progetti tra cui quello presentato dall'Azienda Boccuzzi e coordinato da Pietro Santamaria, ricercatore del Dipartimento di scienze delle produzioni vegetali dell'Università di Bari.
L'idea di questo progetto di ricerca nasce dalla precisa necessità di supporto all'innovazione di una tipica azienda di produzione di uva da tavola, localizzata in un'area altamente specializzata (Noicattaro, Mola e Rutigliano). In particolare l'azienda proponente, condotta da un giovane agricoltore, ha percepito la necessità di implementare nuove tecniche per affrontare e risolvere i problemi (comuni a tutti i produttori del comprensorio) legati alla coltivazione di questa specie (stanchezza dei terreni, calendario di produzione e qualità).
L'Azienda Boccuzzi ha l'ambizione di proporre una tecnica innovativa di coltivazione e cercare soluzioni altrettanto innovative per alcuni di questi problemi. L'obiettivo del progetto è studiare le problematiche legate alla coltivazione e produzione dell'uva da tavola "fuori suolo". In letteratura esistono diversi lavori sperimentali sulla vite condotti con tecniche di allevamento senza suolo. Raramente però è stata indagata la possibilità di realizzare l'intero ciclo di produzione dell'uva da tavola con questi sistemi.
La necessità di studiare l'allevamento della vite fuori suolo nasce dalle seguenti esigenze:
• Mettere a punto un protocollo per la produzione (precoce e/o tardiva) senza suolo di uva da tavola nei nostri ambienti.
• Formulare una soluzione nutritiva idonea attraverso lo studio dell'assorbimento degli elementi nutritivi in condizioni controllate.
• Studiare gli aspetti quantitativi e qualitativi della produzione di differenti cultivar di uva da tavola con la tecnica di coltivazione fuori suolo.
Il progetto, quindi, affronta i punti più critici della viticoltura pugliese: gli aspetti fitosanitari del materiale di propagazione e la produzione di uva da tavola extra-stagionale di qualità.
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Fonte: Comune di Mola di Bari - Assessorato Agricoltura, Ecologia e Ambiente