L'applicazione di tecniche di precision farming non riguarda più solo le coltivazioni da campo aperto, ma anche la vitivinicoltura e la frutticoltura richiedendo la ricerca e lo sviluppo di soluzioni ad hoc per questi settori da parte di università e imprese di agrimeccanica.
L'occasione per fare il punto sugli ultimi progressi è stata la 14esima European conference in precision agriculture (Ecpa), organizzata dall'International society of precision agriculture (Ispa) e dal Distal dell'Università di Bologna (UniBo). L'edizione 2023 - promossa da diversi sponsor tra cui Confagricoltura, CNH Industrial, AGCO Fuse, Crea, Precision Testing, FederUnacoma e Frandent - si è tenuta per la prima volta in Italia, a Bologna, coinvolgendo più di 400 esperti da tutto il mondo.
Partecipanti alla dimostrazione tecnica in campo della 14esima European conference in precision agriculture Ecpa
(Fonte foto: AgroNotizie)
Dal 2 al 6 luglio scienziati, consulenti agricoli, divulgatori, agronomi, produttori e altri professionisti hanno illustrato gli approcci più innovativi relativi all'uso delle tecnologie di agricoltura di precisione scambiandosi idee ed esperienze. Momento clou dell'evento, la dimostrazione tecnica in campo presso l'Azienda Agraria dell'Università, a Cadriano (Bo) ha permesso - anche alla redazione di AgroNotizie® - di approfondire il funzionamento di 4 nuove soluzioni per vigneti e frutteti.
Addio allo stress termico in vigna
In due giovani vigneti di San Giovese e Pignoletto, abbiamo visto all'opera un nuovo sistema per il raffrescamento della zona fruttifera delle vigne, sviluppato da UniBo con Rivulis e iFarming. "Lo stress termico causato da estati calde e siccitose può ridurre le rese e la qualità delle produzioni. Il nostro sistema abbassa le temperature a livello della chioma garantendo la crescita dei grappoli e un accumulo adeguato di antociani negli acini" spiega Gianluca Allegro, ricercatore dell'UniBo.
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Premiato all'Innovation Challenge di Enovitis in campo 2023 ed esposto anche a Enovitis extreme, il sistema esegue una nebulizzazione automatizzata che migliora il microclima. Come fa? Una centralina IFarming con sensori rileva irraggiamento, temperatura, umidità e - se questi parametri superano determinate soglie - attiva i vari nebulizzatori Rivulis che distribuiscono ciascuno 2 millimetri di acqua su 3 metri quadrati a ogni ciclo.
Sistema di raffrescamento della zona fruttifera delle vigne sviluppato dall'Università di Bologna, Rivulis e IFarming
(Fonte foto: AgroNotizie)
"Alla fine della stagione abbiamo osservato minori danni da scottature, maggiori antociani totali e maggiori rese nelle viti di San Giovese e Pignoletto dotate dell'innovativo sistema rispetto alle viti non nebulizzate. Inoltre, non abbiamo rilevato differenze significative nei solidi solubili e nei componenti aromatici nelle uve" sottolinea Allegro. Il sistema, oltre a raffrescare la chioma, può anche proteggere le gemme dalle gelate primaverili.
XPower XPS, il diserbo interfila diventa elettrico
Altra soluzione all'avanguardia per la viticoltura, l'attrezzo XPower XPS di Agxtend - brand del Gruppo CNH Industrial - esegue il controllo elettrofisico delle infestanti negli spazi tra i filari permettendo di ridurre il ricorso al diserbo chimico e meccanico. Attrazione nello stand New Holland all'ultima Enovitis in campo, l'XPower XPS era in esposizione statica a Cadriano, agganciato a un trattore specializzato NH T4.110F.
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"L'attrezzo possiede un generatore che converte la potenza meccanica fornita dalla Pto in energia elettrica e diversi applicatori con lamelle metalliche che scaricano la corrente a terra con un'intensità variabile colpendo le infestanti - precisa Guido Fastellini, Precision Technology Business Support di CNH per Italia e Grecia. L'intervento interessa solo la parte più superficiale del terreno e quindi non provoca danni alle radici delle viti o alla microfauna del suolo".
Attrezzo Agxtend XPower XPS per il diserbo elettrico dell'interfila in vigneto
(Fonte foto: AgroNotizie)
L'efficacia del diserbo con XPower XPS dipende dall'umidità delle malerbe, ma generalmente le infestanti muoiono nel giro di 7-10 giorni. "L'attrezzo, già disponibile sul mercato europeo e utilizzabile con trattori da 70-80 cavalli, ha svolto un lavoro particolarmente ottimo in frutteto dopo una precipitazione" prosegue Fastellini.
Robot Hammerhead FR-01: prima dimostrazione in frutteto
Spazio durante la giornata anche a innovazioni per la frutticoltura, come il robot portattrezzi full electric Hammerhead FR-01 di Field Robotics, spin off dell'UniBo. Dopo la presentazione al Fira 2023 e la prova indoor al Macfrut 2023, il robot abbinato a una trinciatrice Nobili Triturator TL 120 ad azionamento meccanico è entrato in azione in un meleto, muovendosi in modo autonomo all'interno dei filari come pure nelle svolte.
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"Hammerhead monta anteriormente un sensore Lidar centrale e 2 telecamere laterali per il funzionamento autonomo in sicurezza, nonché un ricevitore Gnss per la sua localizzazione in campo - sottolinea Nicolò Omodei di Field Robotics. Completano l'equipaggiamento una batteria sviluppata internamente da 24 kWh, o in alternativa da 48 kWh, e due motori elettrici per l'azionamento dei cingoli. Si installa un terzo motore elettrico se il robot deve gestire un'attrezzatura elettrificata".
Demo del robot Field Robotics Hammerhead FR-01 nel meleto dell'Azienda Agraria dell'Università di Bologna
Attualmente, gli attrezzi a gestione elettrica proposti da Field Robotics sono un implement interceppi prodotto con Calderoni e un atomizzatore realizzato con Martignani. "Molto versatile, Hammerhead è ora disponibile sul mercato: è già in uso presso un'azienda di Rovigo e sta lavorando anche in Romagna. Il nostro obiettivo per il 2024 è vendere 3-4 unità in modo da poter garantire un'assistenza costante e adeguata ai clienti" fa sapere Omodei.
Un modo nuovo di coltivare le mele
Nel meleto dove si è svolta la dimostrazione del robot abbiamo trovato un'altra sorpresa: un innovativo metodo di coltivazione delle piante che anticipa il futuro puntando all'aumento della produttività e della qualità. Il frutteto - che ha 4 anni - prevede un sesto d'impianto di 3 metri tra i meli e 2 metri tra i filari, nonché una struttura appiattita degli alberi, molto diversa dalle forme di allevamento tradizionali.
Il meleto del futuro realizzato presso l'Azienda Agraria dell'Università di Bologna, a Cadriano
(Fonte foto: AgroNotizie)
"La particolare conformazione dei meli semplifica gli interventi di gestione dell'interfila e della chioma, riduce la traspirazione delle piante che così necessitano di meno acqua e permette di ottenere una maturazione più uniforme - spiega Luigi Manfrini, docente di frutticoltura dell'UniBo. Il nostro obiettivo è ottenere il maggior efficientamento possibile del meleto".
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