Rispondendo all'invito del presidente della Commissione Agricoltura della Camera, onorevole Paolo Russo, una delegazione di Unima (Unione nazionale delle imprese di meccanizzazione agricola) guidata dal presidente Aproniano Tassinari ha incontrato i deputati membri della Commissione per discutere e approfondire i principali aspetti della bozza del disegno di legge presentato alla stessa Commissione lo scorso giugno.

I delegati Unima hanno esordito ricordando come la situazione italiana sia ferma alla sommaria definizione dell'attività agromeccanica data dal D. Lgs. 99 del 2004, mentre negli altri paesi membri dell'Unione Europea, con le eccezioni di Slovacchia e Polonia, il problema è già superato.

L'approfondimento tematico ha riguardato tanto i presupposti della proposta, che prevedono per la qualificazione delle aziende agromeccaniche requisiti minimi di professionalità dimostrabili attraverso una certificazione su base volontaria delle aziende, nonché gli effetti che una sua eventuale approvazione avrebbe sul panorama agricolo futuro, a partire dalla presenza di un nuovo soggetto in grado di garantire nell'ambito delle lavorazioni agricole tracciabilità e certificabilità dei prodotti richiesti dal mercato e l'elevata compatibilità ambientale indicata dall'Europa come la via maestra da seguire nel prossimo futuro.

"L'accoglimento della nostra proposta – ha dichiarato il presidente di Unima, Aproniano Tassinariche per inciso non comporta alcun costo per lo Stato, rappresenterebbe per le imprese agromeccaniche l'apertura di una porta verso un livello di evoluzione professionale più alto".

Tassinari ha sottolineato come "la strada della qualificazione professionale rappresenti una scommessa, ma anche un lungimirante investimento in trasparenza e professionalità. Essa porterà maggiore qualità nei processi e nei prodotti, incrementando la sicurezza alimentare e quella degli operatori; sosterrà la multifunzionalità dell'agricoltura e l'innovazione tecnologica sia nell'agricoltura tradizionale che nelle nuove filiere e, infine, porterà a una svolta nel campo dell'impatto ambientale di alcune lavorazioni. Tutto questo potrà essere fatto nel totale rispetto di un mercato libero e concorrenziale e in perfetta sinergia tra tutte le componenti del panorama agricolo nazionale".