Un Piano Nazionale per l'Agricoltura e l'Alimentazione. Questa la proposta che viene lanciata all'Assemblea di Cia - Agricoltori Italiani dal presidente Cristiano Fini, con l'obiettivo di portare maggiore attenzione al settore, "non solo dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista ambientale e sociale" guardando alla "tenuta dei territori e delle aree più fragili, incluse le aree interne del Paese".

 

Uno degli elementi messi in evidenza da Fini - nel corso dell'Assemblea a Roma dello scorso 29 novembre, dove più di quattrocento delegati provenienti da tutta Italia si sono ritrovati accolti dallo slogan "Salvare l'agricoltura per salvare il futuro" - è la necessità di "una legge quadro nazionale sull'agricoltura familiare" che per la Cia - Agricoltori Italiani è da ritenere "un valore da preservare, da portare avanti in maniera più decisa. Il legame tra territorio e agricoltura credo sia inscindibile - osserva Fini - deve essere valorizzato, come del resto chiediamo anche che venga finalmente portata a termine una legge nazionale sul consumo di suolo dal momento che la cementificazione ha portato i problemi che abbiamo visto in giro per l'Italia con le alluvioni".

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Inoltre Fini chiede di andare avanti con un nuovo Piano di Gestione delle Acque a Uso Irriguo, in base alla logica che preveda il trattenimento quando l'acqua è disponibile e il suo utilizzo in periodi di siccità. Il tutto con una programmazione oltre il 2026. Vengono ritenute poi necessarie anche risorse dedicate all'agricoltura per la crescita del sistema dei grandi invasi e le dighe. Per quanto riguarda le questioni fitosanitarie per Cia - Agricoltori Italiani occorre incentivare la ricerca e l'innovazione sostenibile, introdurre un Fondo Unico per la Gestione delle Fitopatie più veloce ed efficiente, adottare una programmazione strutturata a supporto dell'agricoltura di precisione con risorse dedicate e riformare gli strumenti di gestione del rischio, "tanto più che oggi coprono in media meno del 3% dei danni reali e i risarcimenti arrivano in ritardo".

 

Trova spazio anche una riflessione sulla rimodulazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). "È una notizia sicuramente positiva - dice ancora Cristiano Fini - bene ha fatto il Governo, anche dietro nostra sollecitazione, a chiedere maggiori risorse per l'agricoltura a livello di Pnrr. Positiva è anche l'aggiunta di 2 miliardi sul bando delle filiere" anche se - avverte - "purtroppo i 2 miliardi non saranno sufficienti".

 

"Siamo stati da sempre europeisti - dice il ministro dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida - abbiamo criticato l'Europa perché i dati non ci tornavano, non riteniamo giusto pagare coltivatori per non coltivare e pescatori per non pescare. Sacrificare il mondo produttivo in nome di ideologie è stato un errore. Se smettiamo di produrre per non inquinare, i prodotti dobbiamo prenderli da filiere lunghe. In trenta anni abbiamo perso il 30% delle aziende agricole per scelte sbagliate. L'Italia in Europa gioca in difesa: come per il packaging. All'inizio, su diversi temi, abbiamo preso posizioni isolate, ma alla fine non siamo rimasti isolati. Per esempio abbiamo costruito in Europa un rapporto che ci ha consentito di raggiungere un risultato importante, la firma di un documento da parte di venti Nazioni che in fondo dice una cosa banale, e cioè che la Pac deve avere più risorse. La sinergia all'interno del Governo ha permesso di rimettere al centro l'agricoltura. E ritengo che i corpi intermedi abbiano un ruolo".

 

Cinque i pilastri del Piano annunciato dal presidente di Cia - Agricoltori Italiani: accrescere peso economico e forza negoziale dell'agricoltura; incentivare ruolo e presidio ambientale del settore; mettere l'agricoltura al centro dei processi di sviluppo delle aree interne; salvaguardare servizi e attività sociali vitali per i territori rurali; consolidare la crescita dell'export agroalimentare made in Italy. "Senza un'agricoltura in salute, viene compromesso il diritto a un'alimentazione sana, sostenibile e accessibile a tutti - rileva Fini - ma il settore ora vive una crisi generalizzata tra tante emergenze che acutizzano il divario tra i prezzi pagati agli agricoltori e quelli sugli scaffali dei supermercati, con aumenti che superano anche il 400% dal campo alla tavola".

 

"Grazie ad una spiccata vocazione internazionale, nel primo semestre 2023 le esportazioni del comparto agroalimentare hanno raggiunto la cifra record di 40,5 miliardi, un decimo del valore totale dell'export - afferma il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani - è un incremento del 6,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Tra gli elementi alla base di questi risultati c'è l'altissima attenzione alla qualità del prodotto, strettamente associata anche al tema della protezione della salute dei consumatori. L'agricoltura - continua Tajani - è uno dei motori della nostra economia. Il settore agricolo è al centro della politica della crescita, un disegno organico di sostegno all'internazionalizzazione delle nostre imprese che ho voluto fosse prioritario nell'azione del Governo".

 

Cia - Agricoltori Italiani si candida quindi "come interlocutore delle istituzioni per definire il Piano Agricolo Nazionale, annunciato ma mai realizzato, in grado di invertire la rotta, collocando il settore tra i protagonisti della filiera agroalimentare, un colosso da circa 550 miliardi di fatturato in cui l'agricoltura prende però solo l'11%".

 

Infine il ministro Lollobrigida annuncia un secondo step per il Fondo Ismea per l'Innovazione in Agricoltura. "I fondi non sono davvero esauriti perché ai primi dell'anno, spero a gennaio, faremo uscire la seconda tranche da 75 milioni di euro e poi ancora una ulteriore che coprirà circa 100 milioni".