L'Olanda è il più importante esportare di pomodori in Europa, anche se spesso i frutti cresciuti nelle loro serre tecnologiche sono accusati di essere insapore. E proprio per conoscere le caratteristiche organolettiche di frutta e verdura, pomodori compresi, l'Università di Wageningen ha lanciato un progetto di ricerca che ha lo scopo di sviluppare dei sensori in grado raccogliere dati sul sapore di un frutto senza che ci sia bisogno di raccoglierlo o tagliarlo.

 

Si tratta di una interessante innovazione che potrebbe semplificare la vita a ricercatori, agricoltori e buyer della Grande Distribuzione Organizzata (Gdo). Oggi infatti chi si occupa di miglioramento vegetale è costretto a raccogliere i pomodori e ad analizzarli per conoscere le caratteristiche chimico fisiche dei frutti. Mentre vengono coinvolti panel di assaggiatori per avere un giudizio sulle qualità organolettiche. E anche gli agricoltori, per sapere se i pomodori sono "pronti", sono costretti a raccoglierli e assaggiarli.

 

Sviluppare dei sensori in grado raccogliere dati sul sapore di un frutto senza che ci sia bisogno di raccoglierlo o tagliarlo è l'obiettivo del progetto di ricerca

 

In futuro, come spiegato in questo video, non sarà più necessario. I breeder potranno raccogliere informazioni in campo in continuazione, senza distruggere i frutti. Ma anche gli agricoltori, come i buyer della Gdo, potranno avere informazioni precise sul livello qualitativo della produzione. E anche i consumatori, in futuro, potrebbero portare in tasca degli strumenti miniaturizzati per sapere quali frutti scegliere sullo scaffale.

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