Le regioni del Sud si attrezzano su come valorizzare meglio le proprie produzioni vitivinicole di qualità. E se in Puglia si perfeziona la Legge Regionale che regolamenta l'enoturismo, in Campania è stata istituita la cabina di regia vitivinicola, e si vagheggia una possibile futura Dop regionale per posizionare meglio il vino campano sui mercati.


Puglia, le modifiche alla Legge sull'Enoturismo

Il Consiglio Regionale della Puglia nella seduta dello scorso 22 febbraio ha votato e approvate le modifiche alla Legge che disciplina l'enoturismo (Legge Regione Puglia del 6 agosto 2021, numero 29).

"Oggi, nella piena collaborazione di tutta l'aula consiliare, portiamo a compimento un percorso normativo importante per il settore dell'enoturismo che, nel pieno rispetto delle peculiarità vitivinicole regionali, dei produttori e delle tipicità territoriali, è destinato a favorire a tutto tondo il turismo enogastronomico della nostra regione" ha detto l'assessore all'Agricoltura della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, dopo la votazione.

Il Consiglio, con votazione unanime, ha approvato importanti emendamenti per rafforzare azioni e obiettivi per i quali la Puglia ha deciso di dotarsi di questo strumento normativo. Sono queste le principali novità introdotte: maggiore semplificazione, snellimento delle procedure previste a carico delle imprese pugliesi e un ampliamento degli ambiti operativi per chi voglia esercitare questa attività.

"Con un emendamento che ho presentato insieme al presidente della Quarta Commissione Consiliare Francesco Paolicelli abbiamo inteso mantenere, tra i soggetti che possono esercitare l'attività enoturistica, i consorzi di tutela dei vini a denominazione geografica e indicazione geografica" ha affermato Pentassuglia.

Inoltre, si ampliano le figure professionali tra quelle previste nell'impresa che esercita l'attività enoturistica, ovvero la figura dell'enologo, dell'esperto di marketing del vino e il wine manager. Inoltre, viene riconosciuta la possibilità di accedere a tale attività anche a quelle cantine che svolgono attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti vitivinicoli acquisendo la materia prima e il vino da terzi.

In materia di semplificazione la Norma di modifica prevede novità rispetto alle modalità di riconoscimento degli operatori delle attività enoturistiche: è demandata ai comuni, attraverso la semplice Segnalazione Certificata di Inizio Attività (Scia), la verifica dei requisiti e dei presupposti previsti dalla Legge e, contestualmente, solo per gli imprenditori agricoli, il controllo della connessione dell'attività enoturistica con quella agricola, al fine di prevedere per essi le agevolazioni di legge per tale attività.

"Sono soddisfatto per questo risultato raggiunto - ha detto infine Pentassuglia - perché tiene insieme le istanze di tutti gli operatori della filiera, rafforza e valorizza lo stretto legame tra vino e turismo, dando nuova linfa e sviluppo di crescita per le nostre imprese, i territori e un'offerta valida e di qualità ai turisti italiani e stranieri".

"A queste modifiche si è arrivati - spiega il consigliere regionale e presidente della Quarta Commissione Consiliare, Francesco Paolicelli - anche dopo alcune osservazioni fatte pervenire dal Governo. Perciò possiamo parlare di un lavoro congiunto che è il risultato dell'ascolto delle categorie e degli operatori di settore interessati. Il nostro impegno deve andare nella direzione di incentivare il mercato dei viaggi, del turismo e dei servizi a sostegno della filiera ricettiva, volano dell'intera economia regionale".


Campania, si vagheggia una Dop regionale

Si è tenuta nella mattinata del 28 febbraio 2022, nella sede della Cooperativa Vitivinicola La Guardiense nel Beneventano, la prima seduta della cabina di regia vitivinicola - istituita su proposta dell'assessore all'Agricoltura della Regione Campania Nicola Caputo per favorire la comunicazione degli attori del territorio e la crescita del comparto enologico campano. Il nuovo organismo è composto dai rappresentanti dei cinque Consorzi di Tutela Vini della Campania, dell'Associazione Città del Vino, dell'Associazione Assoenologi e dalla Direzione Generale per le Politiche Agricole della Regione Campania.

"La cabina di regia - ha dichiarato l'assessore Caputo - rappresenta uno strumento utile per affrontare in maniera congiunta le criticità del settore e programmare interventi strategici di promozione. Lo scopo è arrivare, anche attraverso azioni innovative e di comunicazione, ad un migliore posizionamento e una maggiore riconoscibilità dei vini campani sui mercati".

L'assessore campano inoltre ritiene "necessario avviare una riflessione sull'avvio di percorsi unitari. In primis, è utile discutere della creazione di una Dop Campania, che possa garantire un migliore posizionamento sul mercato, prima nazionale e poi internazionale, e rendere la Campania del vino più riconoscibile specialmente all'estero. Con il supporto di Chiara Giovoni, wine expert ed ambasciatrice dello Champagne in Italia, metteremo a disposizione della cabina di regia nelle prossime sedute tutti i dati di settore utili ad indirizzare i lavori".

Inoltre, secondo l'assessore Caputo occorre lavorare all'idea di un unico Distretto del Vino Campano, come "riferimento esclusivo per tutta la filiera", che possa convogliare finanziamenti e azioni di crescita.

"Infine, per l'attivazione di percorsi enoturistici utili ad intercettare la domanda sempre crescente di conoscenza dei luoghi di produzione del vino e delle ricchezze del territorio - ha ancora affermato Caputo - ho proposto di realizzare, con il supporto tecnico dell'Assessorato al Turismo, una Strada del Vino Campano, che inglobi tutto il territorio regionale. È necessario, in breve, compiere uno sforzo di unificazione e di razionalizzazione, per far sì che il vino campano diventi vero ambasciatore del nostro territorio".

I componenti della cabina di regia hanno accolto con favore l'istituzione del nuovo organismo di consultazione per il comparto vitivinicolo, esprimendo la volontà di aprire la strada ad una maggiore collaborazione tra gli attori del territorio e ad una condivisione della pianificazione strategica.