Si chiama proprio Angeli digitali il progetto ideato dall'organizzazione emiliana che vuole promuovere la diffusione della cultura digitale all'interno delle imprese agricole dell'area metropolitana, con l'obiettivo di supportare agricoltori e dipendenti nell'utilizzo di strumenti informatici. Un utilizzo reso ormai indispensabile dal cambiamento di abitudini derivato dalla pandemia. "La necessità di utilizzare meglio il tempo messo a disposizione nel lavoro quotidiano, ma anche di far prendere coscienza ai nostri soci dei tanti strumenti digitali oggi esistenti", come spiega Marco Caliceti, vicepresidente di Confagricoltura Bologna, ha infatti spinto l'organizzazione a dar vita al progetto. E l'emergenza sanitaria ne ha "sicuramente accelerato l'attuazione, che però era già in gestazione dal 2019".
Protagonisti sono due giovani, Ginevra Catamo e Piero Serra, chiamati a portare avanti tutta l'attività.
I due angeli digitali Ginevra Catamo e Piero Serra
(Fonte foto: Confagricoltura Bologna)
Angeli digitali: quando, dove, come e perché
Il progetto, realizzato grazie al sostegno della Camera di commercio di Bologna, è partito a gennaio 2021 e si concluderà a giugno 2021, "salvo protrarsi se il gradimento tra gli associati continuerà a essere elevato come è stato nei primi tempi, fino a diventare anche un servizio strutturale" afferma Caliceti. E' gratuito ed è aperto a tutte le imprese agricole associate all'organizzazione emiliana.Partecipare è semplice: basta contattare i due angeli digitali (Ginevra Catamo: angelidigitali.gc@gmail.com e Piero Serra: angelidigitali.ps@gmail.com) e fissare un appuntamento con loro. O in alternativa sono i due angeli digitali che per primi contattano le aziende agricole. "Sia io che Ginevra - spiega Piero Serra - disponiamo di un archivio che all'interno contiene tutti i contatti dei soci di Confagricoltura: quello che facciamo è cercare il contatto telefonico del singolo socio e chiamarlo per offrire il servizio. Rispetto all'email la chiamata si è rivelata molto più efficace, c'è una probabilità maggiore che il socio fissi un appuntamento in quanto più diretta".
Fissato l'appuntamento, il secondo step consiste nell'incontro, che può essere in presenza, nell'azienda agricola o negli uffici di Confagricoltura Bologna, o virtuale, per esempio mediante una videochiamata. In generale "l'agricoltore, al momento della prenotazione, sceglie quale dei quattordici 'pacchetti' vuole approfondire assieme all'angelo digitale (firma digitale, id digitale, utilizzo social, videoconferenze, utilizzo del cellulare per scansioni di qualità, posta elettronica, utilizzo della carte di identità elettronica o altro)" spiega il vicepresidente dell'organizzazione. Ma come fa notare Ginevra Catamo, a volte "prendo semplicemente appuntamento" e il giorno stesso dell'incontro "insieme cerchiamo di capire quali sono le esigenze e cerchiamo di fare il più possibile. Più sto con un socio e più capisco la sua quotidianità e le sue esigenze".
Dunque, nel corso dell'incontro e degli eventuali successivi incontri i due ragazzi hanno il compito di digitalizzare i soci: insegnano a questi ultimi a creare e utilizzare un'identità e una firma digitale, effettuare correttamente una videoconferenza con le piattaforme più diffuse, utilizzare app per scansionare documenti o archiviare le password, ma anche ad utilizzare efficacemente i social network. Più in generale, l'obiettivo di Angeli digitali è quello di creare un comune denominatore di conoscenze sulle nuove tecnologie e "rendere più autonomi a livello digitale i soci, spiegando loro alcuni strumenti a disposizione da cui si può trarre tanto beneficio" specifica Ginevra.
Ginevra e Piero con alcuni associati di Confagricoltura Bologna
(Fonte foto: Confagricoltura Bologna)
I due angeli devono essere degli enavigator: "guidare le persone in questa mega ragnatela digitale e indicare quali strumenti possono essere i più utili per loro e spiegare loro le funzioni principali. A volte le persone - spiega Ginevra Catamo - si bloccano e lasciano perdere quando vedono che non riescono ad andare avanti e si demoralizzano quando magari erano ad un passo dal finire il procedimento. Quando sono con loro faccio un po' da motivatore, li sprono".
Ma per far tutto questo un elemento determinante è quello di diffondere la cosiddetta cultura digitale, "diffondere un sapere" come ritiene Piero. "Entrare in sintonia con un mondo che non appartiene alle cosiddette vecchie generazioni, significa cioè pensare che si possano risolvere problemi quotidiani utilizzando uno smartphone, un tablet o un Pc" afferma il vicepresidente Marco Caliceti.
Ma non è solo una questione di età, molto spesso la curiosità gioca un ruolo determinante. Il progetto infatti si rivolge agli associati di tutte le età e oltre ad avere successo tra i più giovani, spesso "più aggiornati e propensi a questo tipo di iniziative" come afferma Piero Serra, "stiamo riscontrando grande interesse tra gli agricoltori meno giovani, in quanto hanno finalmente la possibilità di avere un tutor che li accompagna passo per passo anche nelle attività apparentemente più banali, ma che spesso rappresentano il primo ostacolo a volte insuperabile se non viene affrontato nel migliore dei modi", spiega Caliceti.
"In generale le aziende sono abbastanza aperte a questa iniziativa, chiaramente ci sono aziende più propense di altre, ma in generale - racconta Piero - stiamo ottenendo buone risposte". Anche perché "il mondo sta andando in questa direzione e anche il mondo dell'agricoltura è già nel 4.0 da un po' di tempo", gli fa eco Ginevra. Ed il periodo di emergenza sanitaria che stiamo vivendo ha reso ancora più evidente l'importanza e l'utilità delle tecnologie digitali, anche nel settore agricolo.
Infine il progetto prevede anche la creazione di piattaforme di elearning per seguire corsi e tutorial, il potenziamento dei servizi digitali di Confagricoltura Bologna per assistere in maniera ancora più efficace gli associati e la creazione di canali social attraverso i quali seguire le attività sindacali e di consulenza dell'organizzazione.
Da sinistra Ginevra Catamo, Marco Casali, videdirettore Confagricoltura Bologna, Marco Caliceti, vicepresidente Confagricoltura Bologna e Piero Serra
(Fonte foto: Confagricoltura Bologna)
Bilanci e prospettive
Ginevra e Piero sono concordi nell'affermare che il progetto è partito molto bene e sta continuando altrettanto bene, tanto che le richieste giornaliere che arrivano ai due giovani digitali sono numerosissime. I soci, infatti, "si sono dimostrarti molto disponibili. Ciò che fa la differenza per davvero - spiega Piero - è la voglia che il socio ha di mettersi in gioco ed imparare".L'andamento positivo ha già fatto pensare all'organizzazione provinciale di poter replicare il progetto Angeli digitali anche al di fuori del territorio bolognese. "Il modello è ormai rodato ed è sufficiente trovare due 'angeli' preparati ed entusiasti come Piero e Ginevra" afferma Caliceti.
L'unico ostacolo potrebbe essere rappresentato dal digital divide, ovvero dal fatto che in molte zone rurali del Paese manca la banda larga. E allora come fare? "Sicuramente portando la banda larga nelle campagne e soprattutto nelle zone di montagna, poi con una paziente opera di formazione degli imprenditori. La nostra piccola esperienza ci ha insegnato che una buona idea si può attuare anche con investimenti modesti, consentendo miglioramenti importanti. Il segreto è, probabilmente, nel 'prendere per mano' le persone senza dare per scontato nulla e quindi creare un collegamento con il mondo digitale grazie, appunto, a persone che sono in grado di accompagnarti in un mondo virtuale" conclude il vicepresidente Marco Caliceti.
Verso un'agricoltura sempre più digitale