A tirare le vendite di vino nella Gdo sono i vini di qualità Doc e Docg, gli spumanti, i vini biologici e quelli a marchio private label. E' questo il primo dato che si evince dalla ricerca Iri per il Vinitaly, ormai alle porte e in programma a Veronafiere dal 7 al 10 aprile prossimi.

La grande distribuzione si conferma il canale di vendita del vino italiano di gran lunga più rilevante, con 619 milioni di litri per un valore di 1 miliardo e 902 milioni di euro. Nel primo bimestre 2019 crescono i vini Doc e Docg in bottiglia (+5,3%), oltre a spumanti (+2,1%), vini biologici (+18%), oltre ai vini a marca privata (+7%).

A parlare del tema vino all'interno della Gdo sarà una tavola rotonda, organizzata per lunedì 8 aprile da Veronafiere in collaborazione con Iri, cui parteciperanno produttori e distributori, a margine del Gdo Buyers Club (8 e 9 aprile), dove parteciperanno le più importante insegne distributive italiane.

Stanno infatti, come detto, divenendo sempre più importanti nel paniere di acquisto enologico quei vini che le cantine producono su incarico delle insegne distributive, che poi etichettano come i propri marchi (private label). In questo caso il consumatore non si accorge di acquistare il prodotto a marchio, ma è attirato dal prezzo contenuto, grazie alla filiera più corta.

"I prezzi dei vini si sono confermati in aumento per tutto il 2018 – sottolinea Luca Bacciocchi, category manager vini di Carrefour fino alla nuova vendemmia che, grazie ai risultati positivi, ha portato un effetto deflattivo che si dovrebbe esprimere nel corso dell'anno corrente".

L'analisi è condivisa anche da Federico Scarcelli, buyer vino di Coop.
"La pessima vendemmia 2017 e il conseguente aumento delle quotazioni ha portato aumenti di prezzo importanti. Come Coop abbiamo limitato l'inflazione a scaffale dei vini tipici e degli spumanti al 2% mentre l'aumento dei vini a tavola è stato intorno al 7%".