Ogni giorno, grazie all'utilizzo degli strumenti più avanzati che l'agricoltura 4.0 mette a disposizione degli operatori del settore, viene prodotta un'incredibile mole di dati, che, se letta in maniera opportuna, permette di ottimizzare il lavoro nei campi, gestire in maniera mirata le spese e diminuire gli sprechi di produzione.
"Potremmo definire i big data come dati straordinariamente enormi, che, se interpretati correttamente, possono portare grandi vantaggi al lavoro nei campi" ha affermato Cristiano Spadoni, responsabile marketing di Image Line, illustrando il processo di sviluppo delle informazioni digitali e il loro utilizzo per migliorare le performance produttive.
"I big data - ha continuato Spadoni - non sono solo tabelle di numeri, possono essere foto, immagini, video, e-mail, scambi di messaggi sui social network, o condivisioni di informazioni tra macchine, per esempio tra trattori e attrezzature".
I dati rappresentano uno strumento di lavoro sempre più importante nell'agricoltura moderna a livello globale e sono destinati a portare ancora grandi trasformazioni nel settore. Ma non solo. "I big data sono il presente anche in regioni emergenti e in via di sviluppo, dove i dati generati dalla meccanica in loco offrono la possibilità di generare valore e servizi nuovi" ha aggiunto il ricercatore Simone Sala, in collegamento dalla sede Fao in Nepal.
Tutto ormai è influenzato dai big data. "Al di là dei flussi di dati prodotti dai sistemi informatici e dalle infrastrutture a supporto della produzione, della distribuzione e dell'erogazione dei servizi, i big data sono un fenomeno associato a un'evoluzione massiva degli usi e delle abitudini della collettività. Ogni volta che viene usato un computer, uno smartphone o una app sul tablet, sempre e comunque viene lasciata una impronta digitale fatta di dati" ha evidenziato Marco Montali, PhD, professore associato presso il Krdb Research Centre for knowledge and data, facoltà di Computer science della Libera Università di Bolzano.
"I big data analytics, come negli altri settori, sono importanti anche in agricoltura perché qualsiasi business è basato su decisioni, che a loro volta sono formulate sulla base di informazioni. Più le informazioni sono precise e di facile interpretazione per chi le consulta, tanto più si otterranno risultati migliori secondo gli obiettivi" ha affermato Filippo Renga, direttore dell'Osservatorio Smart AgriFood, intervenuto al convegno.
Renga inoltre ha presentato i dati preliminari emersi dall'indagine condotta con il Politecnico di Milano e l'Università degli studi di Brescia, per rilevare il grado di consapevolezza degli agricoltori sull'importanza dei big data applicati all'agricoltura e i vantaggi dell'utilizzo del digitale sul campo. Lo studio condotto dall'Osservatorio, i cui contenuti saranno presentati ufficialmente il 12 febbraio 2019, permette già di evidenziare un'importante consapevolezza dei professionisti del settore che ritengono gli strumenti del paradigma 4.0 prioritari per un'ottimizzazione dei costi di produzione a fronte di una maggiore qualità di prodotto: il 40% delle aziende impiega già soluzioni orientate all'agricoltura 4.0. Le prime evidenze dell'indagine, inoltre, testimoniano che oltre il 70% delle imprese intervistate si è dimostrato interessato a piattaforme integrate per la gestione dei dati e a sistemi di supporto decisionale accessibili tramite il proprio smartphone.
"L'aumento dei costi di produzione in agricoltura sta rendendo difficile raggiungere adeguati livelli di remunerazione" ha spiegato Marco Zibordi, ceo di Horticultural Knowledge. "Ogni operazione colturale ha dei costi e quindi un impatto sul conto economico aziendale. Per questo motivo è importante sapere cosa sta succedendo in campo. L'interpretazione dei big data è resa ancora più semplice dagli strumenti creati proprio per supportare il lavoro degli agricoltori, come Perfrutto e tanti altri sistemi che permettono di lavorare in modo più mirato".
Ivano Valmori, ceo di Image Line, direttore di AgroNotizie e ideatore di QdC® - Quaderno di Campagna, ha approfondito il ruolo del digitale e dei dati per la tracciabilità delle operazioni illustrando proprio i vantaggi dell'utilizzo di QdC® - Quaderno di Campagna in termini di gestione del lavoro in campo. "Esistono tantissimi strumenti e piattaforme per la raccolta dei dati in agricoltura, in particolare lo sviluppo dell'internet of things fa sì che tutti i sensori che possono essere installati in campo raccolgano un sacco di dati. QdC® - Quaderno di Campagna rappresenta il 'sensore' di ciò che fa l'agricoltore e consente di organizzare le informazioni inerenti i tempi di lavorazione, le macchine utilizzate, i prodotti impiegati e gli agenti coinvolti".
QdC® è infatti il software online che aiuta gli agricoltori a gestire la loro azienda agricola. "Già oggi sono numerose le realtà che utilizzano e traggono vantaggi da questo strumento che consente di compilare il registro dei trattamenti in conformità a quanto previsto della normativa vigente e, tra le altre cose, per ogni raccolto crea un QR Code che permette di ricostruire in ogni momento la storia del prodotto" ha concluso Valmori.
Michele Dall'Olio, business development manager di Fresh4Cast, ha invece evidenziato l'importanza dell'utilizzo dei dati nella pianificazione delle attività commerciali. In un contesto in cui volatilità dei prezzi e scarsa programmazione rappresentano le peculiarità del mercato agricolo, quale supporto possono dare le nuove tecnologie? "Prima di tutto, fatti e numeri su cui basare le conversazioni" ha affermato Dall'Olio. "Troppe informazioni però sono spesso incomprensibili per la mente umana. La vera sfida è quindi trasformare questa massa di numeri in indicazioni utili all'impresa per giocare d'anticipo. L'intelligenza artificiale aiuta proprio in questo senso, analizzando e comprendendo automaticamente le relazioni esistenti tra milioni di fattori concorrenti alla formazione di un fenomeno, come ad esempio la domanda futura o le vendite di uno specifico prodotto".
Ha chiuso i lavori l'intervento di Erik Hogervorst, presidente del Climmar, l'associazione che riunisce i concessionari di macchine agricole di tutta Europa, il quale ha spiegato la connessione tra meccanica e agricoltura digitale, accendendo i riflettori sul ruolo del distributore come anello di congiunzione tra i dati e l'agricoltore. L'intervento di Hogervorst, inoltre, ha permesso di evidenziare che il futuro rivenditore sarà sempre più in grado di gestire i servizi offerti anche a distanza. Per il supporto all'utilizzo delle macchine in campo o per la risoluzione di qualsiasi problema, in futuro non sarà più necessario l'intervento diretto dell'uomo sulla macchina, ma tutto sarà gestibile tramite i processi digitali.
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Fonte: Agronotizie