Ad un anno dal lancio (di cui avevamo parlato in questo articolo) abbiamo incontrato di nuovo il fondatore, Carlos Iborra, startupper spagnolo, la cui idea era stata selezionata da Startupbootcamp, l'acceleratore di startup globale che ha a Roma la sua sezione dedicata al FoodTech.
"Fruitsapp sta crescendo in fretta ed è già un network globale. Abbiamo più di 2mila imprese, tra compratori e venditori, che vengono da più di cento paesi", spiega ad AgroNotizie Iborra. "Stiamo raccogliendo buoni feedback dai nostri utenti, con cui cerchiamo di mantenere sempre un rapporto aperto e di dialogo. Abbiamo aggiunto nuovi servizi e abbiamo ancora tantissime idee da sviluppare per migliorare la piattaforma".
Fruitsapp è stata selezionata insieme ad altre nove startup a novembre dello scorso anno per partecipare al programma di accelerazione di Startupbootcamp FoodTech: tre mesi in cui i giovani imprenditori vengono affiancati da mentor e possono mettere alla prova le proprie idee.
"Startupbootcamp ha segnato un punto di svolta nello sviluppo di Fruitsapp", spiega Iborra. "Grazie al suo team, durante il programma di accelerazione, siamo cresciuti molto più rapidamente che in condizioni normali. Inoltre, abbiamo avuto la possibilità di dedicarci al 100% al nostro progetto, e di incontrare persone chiave che avrebbero fatto parte del nostro team. Una esperienza che consiglio al 100%".
Il 25 gennaio del prossimo anno si terrà a Roma il Demo Day, il giorno in cui le startup che attualmente sono accelerate da Startupbootcamp si mostreranno al pubblico e soprattutto agli investitori, cercando di convincere le persone presenti in sala a credere nei rispettivi progetti. Dal giorno successivo si apriranno le candidature per il nuovo periodo di accelerazione, con un percorso di selezione che identificherà altre dieci startup che saranno accolte da Startupbootcamp.
Quali consigli ha da dare chi, come Iborra, è stato ammesso al programma di accelerazione e ha trovato degli investitori? "Bisogna avere pazienza e concentrarsi sui clienti. E' più facile trovare investitori se si è già operativi e se si hanno già dei clienti che utilizzano il prodotto. Inoltre consiglierei di filtrare bene i fondi: non tutti sono interessati ad investire in una specifica area. Per non perdere tempo ed aumentare le possibilità di investimento, è meglio cercare quelli che hanno già investito in startup o settori simili".
Chi fa innovazione prima o poi commette un errore, che però non deve spaventare. Anche il fallimento di un progetto imprenditoriale non deve scoraggiare. Negli Stati Uniti si organizzano delle feste in cui gli startupper raccontano il proprio fallimento, perché sbagliare è il modo migliore di imparare.
"E' assolutamente vero", racconta Iborra. "Si commettono molti errori durante i primi mesi. Però ritengo che siano necessari perché sono il miglior modo per imparare. La cosa buona è che la capacità di reazione di una startup innovativa è veloce. Dunque il sistema prova-errore si deve utilizzare continuamente per scartare quello che non funziona e focalizzarsi su ciò che funziona".
Per chi opera nel settore AgTech un ostacolo in più è rappresentato dal basso grado di propensione al cambiamento del comparto agricolo. "Quello ortofrutticolo è un settore tradizionale, le nuove tecnologie non sono adottate in maniera rapida. Tuttavia, le nuove generazioni stanno aiutando a cambiare il modo di vedere le cose. La grande sfida di rivoluzionare un settore così tradizionale è ciò che rende il lavoro interessante".
AgroNotizie è media partner di Startupbootcamp FoodTech