E' la seconda volta che si tiene un simile vertice, esclusivamente dedicato all’agricoltura.
La prima volta, nell’aprile del 2009, fu l’Italia a organizzare il summit, con Luca Zaia ministro all’Agricoltura. Ma allora i partner erano otto, dal momento che partecipava anche la Russia fra i “grandi” del pianeta, e i temi erano altri, anche se già si potevano leggere le “urgenze” di un mondo che viaggiava verso la globalizzazione e che avrebbe dovuto fare i conti con i cambiamenti climatici e l’esigenza di produzioni maggiormente rispettose delle risorse della terra.
Presieduto dal ministro dell’Agricoltura del Giappone, Hiroshi Moriyama, al quale i ministri agricoli hanno espresso la loro vicinanza per il recente terremoto che ha colpito Kumamoto, nella parte meridionale del Paese.
Al termine della sessione di lavoro del primo dei due giorni, l’Italia elogia l’attività del summit.
"La presidenza giapponese del G7 ha lavorato bene e ci ha proposto nella prima parte dei lavori una riflessione molto interessante e utile sulla sostenibilità dei modelli agricoli" commenta il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina.
"Una sostenibilità integrale, direi, cioè ambientale, economica, sociale. E' importante che in ambito G7 si rifletta su come lavorare sempre meglio nel rapporto dello sviluppo tra i nostri grandi modelli agricoli e i temi della compatibilità ambientale. Con un rimando a particolarità già affrontate alla Cop21 e all’Expo di Milano".
La sostenibilità richiede attenzione verso gli agricoltori e le aziende agricole in tutto il mondo.
“Penso che dentro questa sfida si inserisca un grande tema di regole nuove per i mercati internazionali e di strumenti nuovi per l’accompagnamento del reddito di chi vive di agricoltura - afferma Martina - e mi riferisco in particolare alle piccole e medie imprese, che dovunque costituiscono l’ossatura dell’agricoltura dei nostri Paesi”.
Proseguono, intanto, i negoziati bilaterali - a margine del meeting ufficiale del G7 - fra Italia e Giappone. Un lavoro complesso, basato su differenti dossier per quanto concerne l’agroalimentare.
“Noi abbiamo chiesto al ministro giapponese di essere come noi ambiziosi per raggiungere un accordo - dice Martina - più ambiziosi di quanto è stato fatto dal Giappone con gli Stati Uniti recentemente, in particolare per il riconoscimento delle indicazioni geografiche. In questa direzione, ritengo importante il nostro incontro all’Università dell’Agricoltura di Tokyo, proprio sul tema delle Ig”.
La richiesta italiana al ministro nipponico Hiroshi Moriyama è quella di un "impegno forte per sviluppare di più questa partita, dentro i tavoli tecnici di valutazione dell’accordo Ue-Giappone. Continuo a pensare che ci siano più margini di lavoro su questo fronte, in particolare con l’esperienza giapponese che proprio ultimamente ha mostrato di essere molto interessata alla codifica e al riconoscimento del sistema delle indicazioni geografiche anche per le proprie indicazioni”.
In particolare Martina ha chiesto di sbloccare lo stallo su tre dossier: carne bovina (chiuso dall’epoca della Bse scoppiata in Europa), kiwi e arance. “Spero tanto che a partire dal tema carne bovina ci siano novità nelle prossime settimane e devo dire che l’impegno che il ministro giapponese si è preso è abbastanza chiaro, per cui confido in questa accelerazione”.
Sempre tra le pieghe del G7, Martina ha parlato a lungo con il commissario all’Agricoltura dell’Ue, Phil Hogan. "Ci siamo fermati a fare un punto della situazione, in particolare sui settori più in crisi" rivela Martina. "Io ho chiesto ancora una volta al commissario uno scatto in avanti per avere strumenti e interventi di carattere europeo per gestire questa crisi".
E sulla crisi lattiera, spada di Damocle delle stalle europee, Martina ha riproposto a Hogan dal parterre di Niigata, il principale porto del Mar del Giappone, "l’idea di costruire e preparare una vera e propria Ocm latte, tanto quanto si è fatto negli anni scorsi per il vino. Credo che possa essere una misura strutturale strategica per il settore europeo e anche nelle prossime settimane, a partire da questa proposta, noi cercheremo un confronto con gli altri Stati membri, per arrivare a ipotizzare operativamente alcune misure strutturali”.