L'intuizione, raccontano dalla Coravin, è venuta al suo fondatore Greg Lambrecht che era stanco di dover finire una bottiglia dopo averla aperta. Così ha inventato un apparecchio dotato di un ago sottilissimo che perfora il tappo di sughero per accedere al vino. In questo modo il liquido può essere versato in un bicchiere e per evitare che l'ossigeno entri ossidando la bevanda, l'apparecchio ha una cartuccia caricata di Argon che viene rilasciato all'interno della bottiglia.
Il gas inerte non interagisce con il vino e una volta sfilato l'ago la bottiglia può essere riposta in cantina, anche per anni. Il sughero infatti lascia passare l'ago, ma si riespande sigillando il foro una volta che viene tolto.
Ma il sistema funziona? La Coravin ogni anno invita un gruppo di enologi in cantina e ad ognuno fa assaggiare una bottiglia diversa attraverso il suo sistema. Le bottiglie vengono poi riposte in cantina fino all'anno successivo, quando gli stessi esperti sono invitati nuovamente e ad ognuno viene fatto assaggiare il vino dalla bottiglia utilizzata l'anno precedente confrontandola con una appena stappata. E quasi nessuno, giurano dall'azienda, nota la differenza.
Il sistema, che AgroNotizie ha avuto modo di provare, è molto facile da utilizzare. Le pecche? Il costo: 349 euro l'apparecchio, venduto con due cartucce di Argon. E poi il fatto che può essere utilizzato solo con i tappi di sughero e non con vini frizzanti.
Resta il fatto che il sistema Coravin porta un'innovazione intelligente nel campo della sommelleria. Al di là dell'uso che può farne un privato, le prospettive più interessanti sono per ristoranti ed enoteche. I primi potranno offrire calici di vino, anche di etichette blasonate, senza rischiare di rovinare il contenuto dell'intera bottiglia. I secondi invece potranno fare assaggiare il vino prima della vendita.