Quando pensiamo all’inquinamento, all’effetto serra, pensiamo sostanzialmente all’aria, ma i nostri sforzi dovrebbero concentrarsi paritariamente, se non maggiormente, su una buona gestione del terreno. “L’anidride carbonica atmosferica ci dice come utilizziamo i terreni, perché i terreni con poca sostanza organica trattengono meno carbonio” – ha spiegato Mario Palazzetti nella sua relazione che si è tenuta per il ciclo d’incontri “A cena con la scienza” organizzati da Confagricoltura PiacenzaAgriturist.

L’appuntamento era il secondo dei quattro in programma, ciascuno dedicato ad uno degli elementi fondamentali. “Tutto giù per terra: il biosequestro del carbonio nel terreno” era infatti il titolo della relazione di Palazzetti che, all’Agriturismo La Cà a Bassano di Rivergaro, ha sì parlato di terra, ma lo ha fatto con l’eclettismo tipico dell’inventore. L’ingegnere ha brevettato diverse innovazioni e negli ultimi anni si è dedicato allo sviluppo di tecnologie per abbattere il consumo energetico. Il filo conduttore della serata e della sua attività può dunque essere considerato quello di un impegno professionale dedito allo sfruttamento efficiente delle risorse.  “Negli anni settanta la consapevolezza economica della mancanza di combustibili fossili e la crescita demografica hanno indotto a un sentimento di oppressione che ha contribuito allo sviluppo, anche in campo artistico, della fantascienza come via di fuga.  La crescita demografica mondiale, l’incremento della domanda di energia – ha proseguito Palazzetti – non ci lasciano oggi vie di fuga. Se analizziamo, poi, le guerre e le tensioni dell’epoca moderna, vediamo che la geopolitica dei conflitti si sovrappone alle trattative per l’energia. Il mondo chiede più cibo e più energia. Mettere a coltura nuove terre significa, senza una corretta gestione, mettere a rischio la sostanza organica”.

La diminuzione della sostanza organica agevola i cambiamenti climatici indotti dall’inquinamento che il mondo energivoro innesca. La strada indicata da Palazzetti è quella dell’innovazione per l’utilizzo efficiente delle risorse energetiche e della preservazione della sostanza organica del terreno. Mancando una sola di queste due leve la terra andrà oltre il punto di non ritorno. “Un metro quadrato di buon terreno agricolo nel primo metro di profondità contiene circa 30 kg di carbonio, mentre l’atmosfera sovrastante ne contiene 1 kg. Un cambiamento nella composizione del terreno genera cambiamenti climatici importanti. E’ anche intuitivo: i terreni con più sostanza organica hanno maggiore potere di assorbimento dell’acqua e maggiori capacità termoregolatorie. Occorre dunque aumentare le rese agricole, ma al contempo aumentare la materia organica nel terreno e gestire la popolazione”.

Una ricetta non facile alla quale l’ingegnere ha cercato di dare anche qualche declinazione pratica accennando anche all’utilizzo del compost come prezioso ammendante e allo sviluppo di tecnologie per la drastica riduzione dell’energia negli edifici. Enrico Chiesa, presidente di Confagricoltura Piacenza – ha sottolineato come “l’approccio al problema ambientale dovrebbe sempre essere quello che caratterizza in generale tutte le cene con la scienza ed è anche distintivo della nostra Associazione, ossia teso a capire e comprendere attraverso la scienza, l’approfondimento analitico e oggettivo”.

Il prossimo appuntamento del ciclo è in programma per mercoledì 4 giugno, sempre alle 19.00, all’agriturismo Boschi Celati di Fossadello: Alberto Basset, professore ordinario al Disteba dell’Università del Salento e responsabile di un gruppo di esperti che lavora nell’area dell’Ecologia e salute degli ecosistemi e dell’Ecologia delle popolazioni e comunità, parlerà di “Coltivare l’acqua: i mari come risorsa fondamentale per il futuro dell’umanità”.