Con 186.000 soci, le cantine sociali sono le cooperative agricole con il maggior numero di associati e rappresentano il 18,7% di tutti i soci della cooperazione agroalimentare italiana.
Questo uno dei numeri più significativi emersi dallo studio sulle cooperative vitivinicole presentato da Carlo Borzaga, dell’Università degli studi di Trento, durante l’Assemblea nazionale del Settore vitivinicolo di Fedagri svoltasi il 25 ottobre a Montefalco, in Umbria.

Rispetto agli altri settori – ha spiegato Borzaga – il vitivinicolo si caratterizza per una struttura produttiva più polverizzata, in cui la cooperazione rappresenta uno strumento particolarmente strategico. Tra i vantaggi della forma cooperativa, ricordiamo la maggiore dimensione, la capacità delle cooperative di integrare funzioni più sofisticate per contrastare il potere di mercato dei distributori, il maggior valore aggiunto prodotto e trasformato in remunerazioni ai soci, che risultano maggiori di quelle offerte dal mercato”.

L’importanza del modello cooperativo all’interno del tessuto economico nazionale è stato quindi evidenziato da Alessandra Smerilli, dell’Università Cattolica di Roma.
Le soluzioni più innovative sono quelle in cui si vince tutti insieme - ha dichiarato nel corso del suo intervento - In determinate situazioni cooperare può aiutare a raggiungere soluzioni migliori rispetto a quando si va ognuno per conto proprio, ma per farlo occorre superare la mutua sfiducia e paura”.
Smerilli ha dedicato la seconda parte della sua relazione al ruolo della donna nella cooperazione. “Le cooperative in cui è più significativa la quota di partecipazione femminile – ha spiegato - sono quelle che resistono meglio alla crisi e che riescono a introdurre maggiori elementi di innovazione”.