Come sarà il futuro della bieticoltura italiana? Quali azioni vanno poste in essere? Sono queste le domande che si pone la Cgbi che sottolinea in una nota: "Non si può più aspettare ma bisogna agire rapidamente per dare dei nuovi indirizzi a un comparto che con grande determinazione, reagendo alla già drammatica riforma del 2006, si è impegnato per migliorare le tecniche e i costi di produzione. Si chiede l’immediata convocazione da parte del ministro De Girolamo della filiera bieticolo-saccarifera per definire le iniziative e le azioni concrete per la salvaguardia del comparto". Due gli obiettivi imprescindibili: chiudere la partita dei pagamenti degli aiuti relativi alle campagne 2009 e 2010 e consolidare la risorse (quanto mai determinanti) derivanti dall’ex art. 68.
Nel comunicato diffuso dalla Cgbi si aggiunge che l'impegno della Confederazione insieme alla Cibe, al Copa e altre rappresentanze produttive e politiche, come l’industria saccarifera e il Parlamento europeo, non è stato sufficiente a raggiungere l’obiettivo dichiarato di un prolungamento delle quote fino al 2020. La nota continua sottolineando: "Negativo è il segnale di debolezza che il mondo agricolo nonché politico europeo dimostra nei confronti delle lobbies dei grandi consumatori di zucchero, quali l’industria dolciaria e l’industria di raffinazione ad essa indissolubilmente legata".
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