I bieticoltori sono preoccupati in merito all’intesa politica europea raggiunta tra il Consiglio agricolo, il Parlamento e la Commissione circa il termine del regime delle quote zucchero al 30 settembre 2017

Come sarà il futuro della bieticoltura italiana? Quali azioni vanno poste in essere? Sono queste le domande che si pone la Cgbi che sottolinea in una nota: "Non si può più aspettare ma bisogna agire rapidamente per dare dei nuovi indirizzi a un comparto che con grande determinazione, reagendo alla già drammatica riforma del 2006, si è impegnato per migliorare le tecniche e i costi di produzione. Si chiede l’immediata convocazione da parte del ministro De Girolamo della filiera bieticolo-saccarifera per definire le iniziative e le azioni concrete per la salvaguardia del comparto". Due gli obiettivi imprescindibili: chiudere la partita dei pagamenti degli aiuti relativi alle campagne 2009 e 2010 e consolidare la risorse (quanto mai determinanti) derivanti dall’ex art. 68.

Nel comunicato diffuso dalla Cgbi si aggiunge che l'impegno della Confederazione insieme alla Cibe, al Copa e altre rappresentanze produttive e politiche, come l’industria saccarifera e il Parlamento europeo, non è stato sufficiente a raggiungere l’obiettivo dichiarato di un prolungamento delle quote fino al 2020. La nota continua sottolineando: "Negativo è il segnale di debolezza che il mondo agricolo nonché politico europeo dimostra nei confronti delle lobbies dei grandi consumatori di zucchero, quali l’industria dolciaria e l’industria di raffinazione ad essa indissolubilmente legata".