Il bilancio per europeo per il settore agricolo e per l’Italia deve rimanere invariato”. Lo ribadisce Confagricoltura alla vigilia del vertice europeo che prende avvio oggi a Bruxelles. Una trattativa che si preannuncia difficile, dopo il fallimento di novembre, quando l’Europa si divise sulla definizione del bilancio 2014-2020.

Si sta negoziando per limitare le perdite e non per l’invarianza di bilancio, come chiedono gli agricoltori europei – continua Confagricoltura -. Bene ha fatto il leader del Pd Pierluigi Bersani, a richiamare la necessità che non vengano tagliati fondi al settore agricolo, e a ribadire l’esigenza che l’Europa abbia una finanza e competenze proprie”. L’Organizzazione agricola ricorda che al vertice dello scorso novembre "l’Italia fece la propria parte battendosi, con il governo rappresentato forse per la prima volta ai massimi livelli. Ci auguriamo che venga mantenuta la stessa linea di fermezza”.


Il presidente della Coldiretti Sergio Marini all’incontro con il vicesegretario del Pd Enrico Letta, al quale sono state presentate le proposte del documento “L'ltalia che vogliamo” elaborato dall'Organizzazione, ha affermato: "Se necessario porre il veto sul nuovo bilancio dell’Unione europea per riscattare i troppi errori del passato come quello delle quote latte".

Secondo un'analisi della Coldiretti l’Italia paga al bilancio Ue in totale, 14,8 miliardi di euro ovvero il 13,5 % del totale e riceve 10,3 miliardi di euro ed è quindi contribuente netta per 4,5 miliardi di euro. La Coldiretti chiede dunque un “riequilibrio nella ripartizione del bilancio Ue considerando che al momento attuale l’Italia è il primo contribuente netto” e “l’adozione di una Pac che premi chi vive di agricoltura”. Nel documento è ribadita la necessità di portare pienamente “l’Italia in Europa”, facendo sì che la nuova Pac riconosca il valore del “modello italiano” e le sue peculiarità.

Riguardo alla questione quote latte, Coldiretti ricorda che all'Italia fu assegnata una quota molto inferiore al consumo interno. Con la legge di stabilità è stata introdotta un'efficace norma per la riscossione coattiva. Il prelievo complessivamente richiesto ai produttori per il periodo successivo ammonta a 2.264 milioni di euro, restano da riscuotere circa 1.500 milioni, di cui 800 esigibili. "L'Agea ha intimato il pagamento del prelievo esigibile ai circa 2.000 produttori coinvolti. Seicento di loro devono pagare somme superiori a 300.000 euro, la gran parte del debito. La maggioranza dei circa 40mila allevatori presenti in Italia - conclude la Coldiretti - si è messa in regola acquistando o affittando quote".


Alla conferenza organizzata del Copa-Cogeca per la difesa del budget agricolo Giampaolo Buonfiglio di Alleanza delle cooperative agroalimentari ha affermato: “A fronte di una spesa pubblica europea che ammonta a meno di 50 miliardi di euro l’anno, l’agricoltura produce oltre 150 miliardi di euro di valore aggiunto, è un investimento pubblico”.

L’Alleanza ha ribadito la sua contrarierà a ogni riduzione al bilancio destinato alla Pac, “La voglia di ridurre le spese che contagia il governo europeo e quello degli Stati in difficoltà - ha concluso Buonfiglio - è un virus che ci indebolisce. La politica agricola e quella della pesca sono gli anticorpi di un’Europa che rischia di ammalarsi gravemente”.
 

Non ha usato mezzi termini il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi alla riunione del Copa-Cogeca: “Tagli pesanti all’agricoltura metterebbero a rischio la riforma della Pac e il futuro di migliaia di imprese. I 27 devono trovare un accordo su un bilancio comunitario che abbia come obiettivo prioritario la crescita”.

Possiamo accettare alcune revisioni imposte dai cambiamenti del settore primario, ma non tagli penalizzanti. Il Governo italiano si impegni per evitare accordi negativi per l’Italia, anche arrivando a porre il veto se non si riuscirà a ottenere un compromesso soddisfacente”.

Il segretario generale della Uila-Uil Stefano Mantegazza sostiene che La riduzione della spesa agricola comporterebbe una ricaduta immediata sui livelli occupazionali del Paese". E chiede quindi che: "Il governo italiano tuteli il settore agroalimentare che ha dimostrato in questi mesi di saper reagire meglio di altri alla crisi”.